quando vedete l'asterisco fate partire la canzone sopra, buona lettura <3."Maybe we exist to bleed,
maybe we exist to burn."Riyas
Un giorno qualcuno disse che "un uomo stanco di Londra era un uomo stanco della vita".
Seduto sul tetto dell'edificio più alto della città, i piedi a penzoloni nel vuoto e una sigaretta accesa tra le dita, mi ritrovai a pensare a quanto quell'affermazione fosse vera. Le luci della città sembravano riflettere il scintillio delle stelle che ricoprivano il cielo scuro di quella notte. I rumori provocati dalle macchine creavano un irritante ma, allo stesso tempo, confortante frastorno. La città era viva, anche nel bel mezzo della notte, e mi ricordava che lo ero anch'io.A volte tendevo a dimenticarmelo.
Il cielo era costellato da centinaia di piccole luci, erano le stelle che esigevano di essere guardate, contemplate.
Chi si sarebbe mai perso un panorama del genere?
Con il viso rivolto verso l'altro mi domandai se quelli come me avessero diritto ad assistere a qualcosa di così sconvolgente, qualcosa che ricordava tutto ciò che c'era di poetico al mondo. Un panorama del genere era destinato a quelli capaci di apprezzarlo, qualcuno di pacato, magari anche innocente.
Non rimaneva nemmeno un briciolo di innocenza in me.
Non c'era spazio per panorami da capogiro quando non eri nient'altro che un involucro di violenza, irascibilità e rabbia repressa. Da piccolo mi era sempre stato detto che le cose belle erano destinate alle brave persone, mi venne naturale chiedermi se il mio stare seduto sotto quel cielo scintillante fosse il mio atto ribelle. Mi trovavo sul tetto dell'Eden, mi piaceva pensare che si trattasse del punto più alto di Londra, ma non era così.
C'era il fottuto London Eye a farci da competizione. Il grande occhio torreggiava maestoso dominando lo skyline cittadino. Non ero in piedi sul muretto, ma la sensazione di trovarmi in biblico tra la terra ferma e il nulla era la stessa. Avrei dovuto sentirmi intimorito guardando giù, ma l'altezza capogiro che mi separava dal resto della città sapeva di libertà, gridava di immortalità.
Il vento si incastrava tra i miei capelli spettinandoli, sapevo che sarebbe bastato un passo falso per ritrovarmi a cadere nel vuoto. Non era però paura quella mi scorreva tra le vene, ma eccitazione. Quando non hai nulla da perdere vivi la vita in biblico sul filo di un rasoio, rischiare diventa naturale tanto quanto respirare.
Nulla ti spaventa più, sei tu contro il mondo.
E in quel momento il mondo mi sembrava minuscolo, insignificante.
Non c'era nulla a proteggermi, testimoni dei miei pensieri spinosi eravamo io e una Londra che sembrava non dormire mai. Infondo per godere nella vita bisognava rischiare, sbilanciarsi, rinunciare al proprio equilibrio. Il pensare troppo, l'eccesso della ragione indeboliva momenti che potevano passare alla storia come leggendari, indimenticabili. Ci lasciava oscillare tra il limbo del volere e l'incapacità di agire.
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ASHES
Romance"Ex favilla nos resurgemus." Kailani Johnson capì di non essere al sicuro nell'esatto momento in cui i suoi occhi si posarono su quella misteriosa frase latina, incisa sul retro di una polaroid che la raffigurava intenta a lasciare il suo appartamen...