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Rain
                                                                  
God, I have my father's eyes,
But my sister's when I cry,







Mio fratello aveva paura del buio.

Non lo aveva mai detto ad alta voce, ma non ce n'era bisogno.

Forse era per il rapporto peculiare che ci univa, quello di cui la mamma non smetteva di parlare, ma sapevo che c'era qualcosa di cui l'invincibile Riyas aveva paura. Lo sentivo nei suoi respiri lenti, controllati, impercettibili quando la mamma ci dava la buonanotte e lasciava che la nostra stanza venisse avvolta nel buio. Cercava di non fare rumore, ma io sentivo tutto: il modo in cui si aggrappava alle coperte, il suo continuo muoversi nel letto, lo sfregare dei suoi piedi in cerca di conforto.

E io all'inizio mi arrabbiavo, non capivo perché si comportasse così. Eravamo sempre insieme, uno l'ombra dell'altro, se solo me lo avesse chiesto mi sarei alzata e sarei corsa verso di lui, per abbracciarlo, calmarlo, ricordagli che non doveva fare l'eroe con me come faceva con nostro padre. Ma sapevo che non lo avrebbe apprezzato, capii che una delle sue più grandi paure era quella di dimostrarsi debole ai miei occhi.

A 7 anni Riyas aveva smesso di essere un bambino, o forse non lo era mai stato. Più passava il tempo con mio padre e i suoi uomini, più mio fratello cambiava. Tornava a casa con nuove ferite, nuovi lividi e le lacrime agli occhi che però si rifiutava di far scendere.

Avevo provato più e più volte a convincere mio padre a portarmi con loro, ma ero solo una bambina, ripeteva mio padre, che non dovevo assistere a quel che succedeva fuori casa, quando portava via Riyas per ore intere. Avrei voluto dirgli che anche Riyas era solo un bambino, e nonostante non volessi sfiorare quell'idea, sapevo che mio padre sfogasse tutta la sua rabbia su di lui e lo faceva lontano da casa, in modo che la mamma non provasse a fermarlo.

Riyas era bravo a mentire.

Sono caduto, mamma. Sai quanto mi piace correre. Papà mi ha detto di stare attento, forse dovrei ascoltarlo. Questo livido? Non è niente, giocando con Silas mi sono fatto male, ma devi vedere la sua faccia mamma, è messo molto peggio di me.

Volevo credergli, e negli occhi di mamma leggevo lo stesso desiderio perché era più semplice così che accettare la cruda verità. C'erano notti in cui nessuno dei due chiudeva occhio, le grida di mamma erano fin troppo forti. Avevo fin troppa paura ad uscire dalla mia stanza, ma non Riyas. Si fiondava di fuori senza esitare e quando le urla di mamma si fermavano iniziano le sue. Piangevo fino a bagnare completamente il cuscino.

Così promisi che non avrei mai più lasciato che gli succedesse qualcosa, che lo avrei protetto, sempre, anche se significava andare contro mio padre. E l'unica volta in cui mi misi tra di lui e Riyas, chiusi gli occhi attendendo il colpo della mano alzata di mio padre, che però non arrivò. Da quella notte mio padre cambiò tattica, e tutto quello che una volta succedeva in casa iniziò ad accadere lontano dalla villa.

Mio fratello, la persona più coraggiosa che conoscessi, aveva paura del buio. E avrebbe preferito passare notti insonni piuttosto che ammetterlo.

Così la sua paura divenne la mia, e finsi di non riuscire a dormire con la luce completamente spenta. La mamma comprò una lampada che illuminava il soffitto della nostra stanza di costellazioni e pianeti. Riyas passava le ore a fissarlo, ed io a guardare lui. Riuscivo ad addormentarmi solo quando sentivo il suo respiro farsi sempre più pesante.

A volte mi permetteva di sdraiarmi vicino a lui e di poggiare la testa sopra il suo petto. Erano le notti in cui mi addormentavo solo grazie al battito del suo cuore, a volte lo sentivo a malapena, ma certe notti era così persistente che avevo paura potesse uscirgli dal petto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 24 ⏰

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