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"Non ti accorgi
Diavolo che sei,
Che tu sei bella
Come un Angelo?"

-Giacomo Leopardi



Kailani

Kailani

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Per non morire di freddo avevo giocato con il fuoco.

E mi ero bruciata, non una, ma due volte. Ho maneggiato la fiamma, l'avevo resa mia, e ora dovevo fare i conti con le scottature che bruciavano anche a distanza di 48 ore.

Avevo imparato, sulla mia pelle, che tutto stava nel non sentire i colpi, convincersi che ferite profonde non erano nient'altro che graffi superflui e pugni prepotenti leggere pacche sulle spalle.

Erano passati due giorni, ma le immagini di quella giornata continuavano a presentarsi nella mia mente ogni volta che chiudevo le palpebre.

Avevamo rischiato di morire più di una volta nel corso di poche ore, sapevo bene di dover essere incazzata, o quanto meno atterrita, terrorizzata per ciò che mi aspettava.

La reazione naturale che mi aspettavo non appena fossi stata al sicuro era quella di inveire contro di lui, possibilmente fargli del male, in fin dei conti mi aveva portato nella Zona Sud nonostante fosse a conoscenza dei rischi che avremmo corso.

L'ha fatto sapendo che un'armata di soldati gli avrebbe dato la caccia per la città.

Eravamo sopravvissuti per un pelo, eppure per lui sembrava essere stata una giornata come le altre.
Un assaggio della sua vita.

Quante altre volte era successo? E soprattutto come aveva fatto a sopravvivere per tutti questi anni se era quella la vita che conduceva?

Esistevano dei limiti che considerava insuperabili?
Ma in fin dei conti non lo avrei mai capito, come non avrei mai capito l'emozione che si celava dietro al mio stato emotivo in seguito agli eventi violenti che si susseguirono uno dopo l'altro.

Forse era il mio cervello che cercava di metabolizzare il tutto per evitare un trauma permanente, ma ero spaventosamente tranquilla, forse un po' su di giri, ma quello aveva a che fare con il caffè che stavo sorseggiando.

Quella mattina Willow mi aveva fatto trovare due tazze piene sul vassoio e della frutta fresca, ma non aveva aspettando che mi svegliassi per parlare, immaginai che pensasse che volessi risposare.

Tuttavia ero sveglia quando entrò di soppiatto nella stanza cercando di non far rumore, non avevo chiuso occhio nemmeno per un attimo quella notte. Hastings e i ragazzi erano usciti vittoriosi dall'attacco orchestrato da Xavier, era scappato prima ancora che l'ultimo dei suoi uomini cadesse a terra senza vita.

Ma non avevo avuto dubbi nemmeno per un momento su chi avrebbe avuto la meglio, avevo osservato i cinque ragazzi dalla finestra della stanza sudicia, circondata da pacchi di cocaina, ed ero rimasta affascinata nel notare come si muovevano quasi in simbiosi, non avevano bisogno di parlare per comunicare, bastavano sguardi e cenni con il capo.

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