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Carlisle, Pennsylvania.

Due anni prima




"The greatest trick the Devil pulled
was convincing the world there was
only one of him."




«Jason

Le stradine di Carlisle, in quella mattina soleggiata, pullulavano di gente. Era un sabato di metà novembre, e ciò significava una sola cosa: il giorno del ringraziamento si stava avvicinando. L'aria natalizia si stava addentrando nella piccola cittadina, in cui non accedeva mai nulla di particolarmente eccitante. L'arrivo del natale era una delle poche festività che permetteva agli abitanti di uscire di casa, svaligiare i negozi e approfittarne per scoprire cosa c'era di nuovo in città.

In quei giorni tutti sembravano parlare della stessa cosa, si trattava di un evento straordinario quando qualcuno di nuovo si trasferiva a Carlisle, soprattutto quando quel qualcuno era un ragazzo tatuato, dai capelli color miele e una statura sorprendente. Quel giorno camminava tra la gente con le mani infilate nelle tasche del lungo cappotto che indossava, con un'espressione pacifica sul volto. Non sembrava curarsi degli sguardi curiosi della gente, e non sembrò nemmeno notare il gruppetto di ragazze che si era fermato per fissare insistentemente il nuovo arrivato.

A primo impatto sembrava il tipico ragazzo abituato ad attirare l'attenzione, e non era esattamente una sorpresa. Dalle madri in fila in panetteria, ai padri fermi a fumare una sigaretta fuori dal meccanico, si aggirava lo stesso pensiero: il nuovo arrivato sembrava uscito da una rivista di alta moda. Nessuno di loro, però, sapeva che dietro quella camminata disinvolta si celava vero e proprio panico.

Le mani nascoste nelle tasche del cappotto erano strette a pugno, e le unghie affondavano nella carne facendo fuoriuscire del sangue. I suoi piedi si muovevano lentamente, il suo cuore batteva furiosamente nel petto. Il suo sguardo era neutrale, quasi apatico, mentre osservava le vetrine dei negozi delle stradine piene di vita di Carlisle.

Dietro quella facciata disinvolta si celava puro terrore.

Nessuno di loro se ne sarebbe accorto, con il passare del tempo aveva perfezionato l'arte del mascherare le sue reali emozioni. Era di fondamentale importanza sapersi mescolare tra la gente quando eri un fuggitivo, e ancora più importante non attirare l'attenzione. Era sempre riuscito nel suo intento, per un paio di mesi aveva tinto di nero i suoi capelli color miele e indossato un paio di lenti azzurre tentando di cambiare completamente la sua immagine.

Aveva funzionato a New York, a Berlino, a Parigi, e addirittura in Nebraska, era riuscito a vivere nell'ombra e seppellire la sua vecchia vita. Avrebbe dovuto aspettarsi che in una cittadina di 5000 abitanti le cose sarebbero state più complicate, ma mai si aspettava di risentire quel nome. Per pochi secondi si era domandato se si fosse sognato tutto e se non si trattasse solamente di un brutto scherzo causato dalle poche ore di sonno. In quei giorni la sua paranoia era peggiorata, i pensieri ossessivi l'avevano tenuto sveglio tutta la notte. Aveva un disperato bisogno di procurarsi altre gocce di Xanax.

Continuò perciò a camminare tra la gente, fingendo di godersi la giornata soleggiata e l'aria natalizia alle porte, fino a quando non risentì la stessa voce.

«Jason!» gridò una voce maschile, lontana. «Aspetta!»

Gli si gelò il sangue nelle vene.

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