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"When he caresses me with hands
soaked in blood,
can I still enjoy that touch?"



Kailani

Ad avere la natura dalla propria parte si è invincibili

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Ad avere la natura dalla propria parte si è invincibili.

Come un semidio immortale con il poter di controllare il sole, la luna e le stelle, stava tenendo prigioniere le luci dell'alba che mi avrebbero liberato dalla sua presa invisibile, mettendo fine ad una notte passata negli inferi.

La mie pelle era un groviglio di brividi, l'acqua riscaldata della piscina non riuscì a proteggermi dall'aria fredda di quella notte. Ma nonostante la pelle d'oca, la sensazione di galleggiare nell'acqua e poter osservare la luna allo stesso tempo era fin troppo paradisiaca per decidere di farne a meno.

Le mie barriere stavano vacillando, come castelli di carta travolti da una folata di vento.

Stavo facendo del mio meglio per dargli le spalle e sfuggire dagli occhi che imperterriti non mi lasciavano via di scampo, ma risultò essere un'impresa irrealizzabile.

Una forza magnetica e irresistibile, la stessa che mi aveva spinto ad accettare di passare il resto della notte con il mio acerrimo nemico, mi costringeva a girarmi per poterlo osservare di sottecchi, quasi a non voler perdermi la vista dei suoi capelli bagnati e il suo viso sotto il riflesso di quella luna traditrice, che stava mettendo a nudo tutte le mie insicurezze e debolezze, porgendogliele in un piatto d'argento.

Fin quando le sue mani non erano su di me sarei potuta sopravvivere, continuavo a ripetermi.

Ma più il suo sguardo mi accarezzava da lontano più realizzavo di essere nei guai fino al collo. Avevo cercato di mettere più distanza possibile tra me e lui rifugiandomi nell'angolo opposto a quello in cui si trovava.

Hastings aveva rispettato i miei spazi senza però smettere di guardarmi con l'accenno di un sorriso saccente sulle labbra, era consapevole dell'effetto che aveva su di me e si stava gustando ogni singolo minuto del mio tormento.

Mi osservava come un predatore osserva la sua vittima, studiandola con attenzione, cercando di prevedere la sua prossima mossa.

La mia consisteva nell'infilare la testa sott'acqua e affogare.

Ero un fascio di nervi, mi sentivo esposta, privata di ogni scudo capace di difendermi da lui.

«Sembri nervosa» disse d'un tratto, spezzando il silenzio che si era creato, «tutto bene?»

Aprii bocca per rispondere, sperando che l'iniziare una conversazione l'avrebbe distratto da qualsiasi cosa gli passasse per la testa in quel momento, ma le parole mi morirono in gola quando lo vidi muoversi verso di me.

Si passò entrambe le mani tra i capelli bagnati, cercando di impedire che le ciocche gli cadessero davanti agli occhi e quel movimento mi convinse ulteriormente che nelle vene del ragazzo che stava avanzando lentamente verso di me scorreva nettare degli Dei, e non sangue.

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