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(Quando vedete l'asterisco fate partire la musica per una migliore esperienza, buona lettura <3)



game #1
"dipped my hands in holy water
just to touch her."


Kailani

Ci sono scene, situazioni, spezzoni della tua stessa vita che osservi da lontano, come lo spettatore di un film di cui sai che già che odierai il finale

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Ci sono scene, situazioni, spezzoni della tua stessa vita che osservi da lontano, come lo spettatore di un film di cui sai che già che odierai il finale. Si trattava di una sensazione spiacevole e a tratti extracorporea, quella di assistere alla tua vita in terza persona.

Il dubbio si insinuò nella mia mente, era quella mia vita?

In cerca di una risposta alzai una mano tremante verso il mio braccio, affondando le unghie nella pelle in attesa di sentire qualcosa. Ero consapevole di quel che mi circondava, le note finali di Bohemian Rhapsody e la palpabile tensione nell'aria facevano da contorno alla scena davanti ai miei occhi. Con il respiro pesante, il corpo appiattito contro l'acciaio freddo della macchina di Max e il battito cardiaco a mille seguì i movimenti dei quattro ragazzi che, come animali tenuti in gabbia, attaccarono i due uomini che mi avevano tenuta prigioniera.

Nel giro di pochi secondi li circondarono gridando parole che non riuscì a distinguere, i miei occhi fissi sulle pistole, manovrate con estrema precisione e dimestichezza. Il cielo sopra di noi, un complice segreto, decise in quell'esatto momento di mandar giù gocce di pioggia, prima lievemente poi con più ferocia, accompagnando quella scena di per sé surreale. Non mi mossi e non provai nemmeno a togliere dal viso le ciocche di capelli che con rapidità si stavano bagnando, completamente paralizzata. Continuavo a stringere tra le dita il mio braccio, le unghie affondate nella carne e lo sguardo perso.

«Le pistole» esclamò quello che tra i quattro ragazzi sembrava avere il controllo, Parker. «Ora.»

Dal buco formato dal corpo del biondo e quello del ragazzo dagli occhi azzurri riuscì a captare i movimenti di Max e George, quest'ultimo intento a nascondersi dietro le spalle ampie del partner.

«Non capisco, abbiamo eseguito gli ordini!» cercò di dire Max, dopo aver sfilato dalla tasca posteriore dei jeans una pistola, la stessa che George mi aveva puntato contro sul jet.

Nonostante non capissi per quale motivo si stessero attaccando tra di loro, non provai nemmeno un briciolo di pena per i due.

«Avete fatto l'unica cosa che non dovevate fare teste di cazzo, e ora muovete il culo» guardai il biondo puntare l'arma contro la schiena di George, che si girò di scatto, permettendomi di osservare l'espressione di terrore dipinta sul suo volto.

«Non entreremo là dentro, vogliamo solo i nostri soldi e tornare a Philadelphia!» gridò mentre il biondo tastava il suo corpo, in cerca di un'arma.

«Stai davvero parlando e cercando di disobbedire quando hai quattro pistole puntate contro, sei così fottutamente stupido?» riconobbi la voce del ragazzo dagli occhi blu.

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