Solitudine (Pov Jacob)

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Jacob

Era tornato.
Da lei.
Con lei.
Bella lo aveva salvato. Ed io ne pagavo le conseguenze.
Ero andato a prenderla all'aereoporto, sicuro che finalmente quella storia fosse finita e che ci saremmo potuti godere la nostra.
Volevo farle una sorpresa.
La sorpresa l'aveva fatta lei a me. Quando avevo visto - o meglio sentito - tutta la famiglia di vampiri al gran completo avevo subito capito.
Lui era tornato.
Per lei.
Con lei.
Ed io sarei finito nel dimenticatoio.
Jake, continuiamo come se non fosse successo niente questa sera.
Ed io stupido le avevo dato retta. Mi sforzavo di non pensarci quando ero trasformato e non l'avevo detto a Sam quando me l'aveva chiesto. In realtà non gli avevo detto una bugia. Io e Bella non ci eravamo baciati.
Noi avevamo fatto l'amore.
Beh, era prima che lei si confessasse innamorata di me, ma era successo. E l'avevamo voluto entrambi. Solo che poi lei si era tirata indietro. Ripensarci non mi faceva bene, ma tanto peggio di così non poteva essere.

Ero andato a trovarla a casa sua per chiederle scusa.
Da settimane non mi facevo vedere e mi facevo negare al telefono. Da quella sera dopo il cinema. Quella sera in cui mi ero trasformato. Quella sera in cui avevo imparato chi ero io e chi erano i Cullen.
«Bella io...- mi interruppi, non sapevo da dove cominciare, era arrabbiata con me, mi voltava le spalle, sembrava anche triste, sofferente, e sapevo che era per colpa mia - Bella, so di non aver mantenuto la mia promessa, ma...»
«Se vuoi aggiungere che c'era un buon motivo fai pure... sono abituata alle persone che mi lasciano per il mio bene»
Questo era un colpo basso. Mi aveva messo a confronto con la sua sanguisuga.
«Bella io non dovrei neanche essere qui»
«E allora che sei venuto a fare?»
Era intenzionata a non farmela passare liscia. Ma io non potevo dirle nulla. Mi era stato vietato.
Ordine Alfa. Sinceramente capivo la sua posizione.
«Bella io... non volevo... ma... sono stato... ehm... costretto... dalle circostanze» una frase meno sensata di quella non c'era, ma non mi veniva niente di intelligente. D'altra parte non potevo neanche avvicinarmi all'argomento, e anche avessi potuto cosa le avrei detto? Una cosa del tipo: "Bella sono un licantropo, sai quella specie di lupo che uccide i vampiri?".
«Quali circostanze?» mi chiese infastidita.
Non sapevo più se stesse mantenendo soltanto un atteggiamento di facciata.
«Non posso dirtelo» risposi.
«E allora che sei venuto a fare?» ripeté la domanda.
«Non volevo che tu pensassi che ti avevo abbandonata» dissi sinceramente.
A quelle parole si voltò verso di me. Fino a quel momento mi aveva dato le spalle e non mi aveva mostrato il suo viso. Il suo bellissimo viso, con quegli occhi color cioccolata in cui perdersi dentro. Il suo bellissimo viso, rigato di lacrime. Allungai una mano per asciugarle una guancia. A contatto con quella, lei si ritrasse.
«Jake, ma hai ancora la febbre?» chiese.
«Sì... e no» risposi io.
Mise una mano sul mio petto. Rabbrividii. Non di freddo. Era una sensazione che non conoscevo. Ma era una bella sensazione.
«Jake sei bollente...» mi disse avvicinandosi ancora un po'.
La presi tra le mie braccia. Era così piccola in confronto a me, che quasi si perdeva tra di loro. La sollevai di peso, e la tenni sollevata da terra per un po'.
«Jake, sarai anche un colosso, ma io non sono una piuma! Ti verrà un'ernia!» scherzò.
Già, non sapeva che per me lei era proprio una piuma, perché io avevo guadagnato anche in forza oltre che in altezza. Non sapeva e, stando agli ordini del branco, non doveva sapere. Ma lei già sapeva, gliel'avevo già raccontato.
«Sono più robusto di quanto tu creda» le risposi.
«Lo vedo, ma se proprio mi vuoi tenere così almeno siediti!»
Non ne avevo bisogno, ma lo feci. L'unica cosa di cui avevo bisogno era che lei capisse, o meglio che ricordasse.
«Jake, il motivo per cui non sei più venuto... eri con Loro?»
Sapevo perfettamente a chi si riferiva. Questo non mi era stato proibito di dirglielo.
«Sì, Bella, ero con Loro»
«Perché ti sei unito a loro? Tu non volevi. Tu avevi paura di Loro!» mi disse, scuotendo la testa come una bimba capricciosa.
«Le cose non sono come pensavo» le risposi.
Mi sarebbe piaciuto spiegarle. Era così frustrante, perché lei sapeva già tutto.
«In che senso?»
«Non posso dirtelo»
«Jake, ma sei venuto per scusarti o per creare ancora più casini nella mia vita già incasinata di per sé?» batté il pugno sul mio petto. Io non sentii nulla, forse un po' di solletico, ma lei doveva essersi certamente fatta male. E infatti la vidi scuotere la mano.
«Bella cos'hai?»
«Niente. Certo che hai la pellaccia dura tu!»
Le sorrisi. Mi guardava con occhi pieni di sonno, ed in effetti nella posizione in cui era lei avrei preso sonno anche io. Avrebbero preso sonno anche le sue sanguisughe, se solo avessero potuto dormire.
«Jake... - mi disse interrompendosi subito dopo, per poi fare un sospiro e riprendere il discorso da dove l'aveva interrotto - Vorresti... rimarresti qui stanotte?»
Mi stava facendo il regalo più bello della mia vita. Ma non potevo. Gli altri non sapevano neanche che fossi lì. Me l'avevano sconsigliato, si sarebbero incazzati a morte quando avessero saputo. E l'avrebbero saputo certamente. Non avrei potuto tenerglielo nascosto.
«Bella devo tornare alla riserva...» le risposi senza convinzione.
«Per favore Jake. Avrò gli incubi» mi guardava come una bambina impaurita. Nessuno avrebbe resistito a quello sguardo. Nessuno che fosse stato innamorato di lei come lo ero io.
«E dove avresti intenzione di farmi dormire? Sul tuo letto in due non entriamo. E sul pavimento io non ci dormo!» le dissi.
Speravo che si sarebbe arresa.
«Io non ho parlato di dormire» mi disse cambiando posizione tra le mie braccia. Come a dimostrarmi quello che aveva in mente per quella notte. Posò una lunga fila di baci seguendo la linea della mia spalla, del collo, della mascella, del mento fino ad arrivare alle mie labbra Ogni bacio mi provocava un brivido, ma non mi arrendevo, ce ne saremmo pentiti.. Quando sentii le sue labbra sulle mie non riuscii più a resistere. Mi impossessai della sua bocca quasi a volerla mangiare. La mia lingua giocava con la sua, sembrava che si conoscessero da sempre. Ci staccavamo ogni tanto per prendere fiato, ma non era mai per molto. Le avevo fatto cambiare posizione tra le mie braccia, che da culla erano diventate una morsa che la teneva stretta per i fianchi, dopo averla messa seduta a cavalcioni sulle mie gambe. Sentivo la mia erezione pulsare sempre di più. Stavo impazzendo di piacere a tenere Bella in quel modo. Ma non potevo esplodere davanti a lei. Staccò la bocca dalla mia, ed emisi un gemito di delusione e frustrazione. Che si fosse accorta di quello che stava per succedere? No, si stava arrampicando sulle mie spalle, e nel farlo si strusciava proprio dove non riuscivo più a resistere.
Sentii la sua voce sussurrarmi nell'orecchio.
«Voglio essere tua stanotte».
La staccai da me incredulo, per guardare nei suoi occhi se stesse dicendo la verità. Non riuscivo a leggere incertezze.
«Voglio fare l'amore con te» mi ripeté decisa.
Questa volta colsi la palla al balzo. La spogliai velocemente, senza neanche curarmi del fatto che non si dovesse rendere conto della mia velocità super. L'adagiai dolcemente sul letto e baciai tutto il suo corpo prima di farla mia.
Era stata l'esperienza più bella della mia vita. Non solo i nostri corpi, ma anche le nostre anime si erano unite quella notte. Eravamo ancora nel suo letto. Lei dormiva rannicchiata contro di me. Forse sentiva caldo, ma era febbraio, e la finestra era aperta. Non poteva che farle piacere dormire assieme a me.
Io non dormivo. Non ci riuscivo. Non quando avevo appena vissuto un'esperienza mistica. La guardavo, rilassata, serena come non la vedevo da tanto, troppo tempo. Se era questa la cura a tutti i suoi mali l'avremmo potuta sperimentare prima!
Ma cosa vai a pensare Jake! Mi rimproverai.
Mi chiesi se a quel punto potessi rivelarle il tutto. Mi rispose la voce di Sam, che riecheggiava ancora nella mia testa: "Niente imprinting, niente rivelazioni".
«Jake...» la sua voce mi riscosse dai miei pensieri.
«Bella» la accolsi nella realtà con il più bello dei miei sorrisi.
Lei posò un bacio leggero sulla mia mano.
«Jake... è stato... meraviglioso» mi disse, ma con un'espressione triste in volto.
«Bella cos'hai?» chiesi allarmato.
«Non sarebbe dovuto succedere» mi rispose.
Mi raggelai. Come poteva aver detto una cosa del genere, quando era stata lei a insistere perché accadesse. Non che avesse dovuto insistere più di tanto ad ogni modo.
«Io odio avere segreti con le persone a cui voglio bene. E tu non mi stai dicendo la verità» mi disse, forse aveva intuito che avevo bisogno di una spiegazione. Ma stava girando la frittata, e dalla parte sbagliata.
«Io... te l'ho già detto... ma tu eri interessata solo ad una parte, vero Bella?» stava rovinando il miglior momento della mia vita.
«A cosa ti riferisci?» mi chiese stupita.
«Al discorso che ti feci alla spiaggia diverso tempo fa... quando ancora non stavi con... Cullen» conclusi. Sapevo quanto le faceva male sentire il suo nome, ma se l'era cercata.
Infatti sussultò.
«Jake non ricordo...»
Un ululato in lontananza. Sam mi stava cercando. Si erano accorti della mia assenza. Merda.
«Bella devo andare» dissi, scattando all'impiedi e rivestendomi in men che non si dica.
Del resto dovevo infilarmi solo un paio di jeans tagliati sotto il ginocchio. Lei nel frattempo si era avvolta nel lenzuolo e si era alzata in piedi.
«Jake dovrai dirmelo prima o poi» mi disse.
«Non posso Bella, te l'ho già detto. Però puoi provare tu a ricordare» le risposi con un sorriso dolce.
«Proverò... e visto che ne va della nostra amicizia cercherò di riuscire» mi rispose.
La parola amicizia mi aveva ferito. Come poteva parlare di amicizia dopo una notte del genere. Doveva avermelo letto in faccia.
«Per quanto meravigliosa sia stata questa notte... le cose non dovranno cambiare tra noi. Rimarremo amici Jake, perché io non voglio più soffrire, e in questo momento non me la sento di gettarmi in una nuova storia» mi disse.
«Bella... così mi uccidi... - le risposi - ma se è veramente quello che vuoi... cercherò di farmelo bastare» e mi sforzerò di non pensare a questa notte - aggiunsi mentalmente - Ne va del suo onore. Posso riuscirci. Nessuno verrà mai a conoscenza di quello che c'è stato.
Mi avvicinai alla finestra, ma prima la strinsi ancora una volta a me e respirai l'odore dei suoi capelli.
Posai un bacio sulla sua fronte e me ne andai, lasciando il mio cuore in quella stanza.

La sera stessa mi presi una bella strigliata da Sam, me la meritavo per essere sparito così. Non venne mai a sapere quello che era successo realmente.

Quando Bella era venuta da me a dirmi che mi amava, qualche giorno prima, avevo sperato che sarebbe stato per sempre, che i succhiasangue non sarebbero mai tornati da qualunque posto dove si fossero rifugiati questa volta.
E invece mi aveva fatto quella sorpresa.

Ormai era tornata da una settimana, ed era una settimana che mi facevo negare quando provava a chiamarmi. Ma non mi era mai venuta a trovare. Forse la sua sanguisuga glielo impediva. Per questo studiavo il modo di separarla da lui. Ormai il branco non mi sopportava più. L'argomento Bella/Edward aveva stufato tutti. Ero in un perenne stato di irritazione. Qualsiasi cosa mi dicessero mi faceva scattare come una molla, che ci fosse o non ci fosse lei nel discorso. I miei vaneggiamenti in solitudine mi avevano portato davanti al garage. Quello stesso garage dove avevamo passato tanti bei pomeriggi a prenderci in giro mentre rimettevo a posto le due moto...
Ma certo, le moto! Mi diedi del coglione per non averci pensato prima.
Charlie avrebbe dato di matto e allora sarebbe stato lui ad impedirle di vederlo. Lei sarebbe stata arrabbiata con me per un po', ma poi mi avrebbe perdonato. Lo faceva sempre, e questa volta non sarebbe stato diverso.
Almeno me lo auguravo.

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