Fuoco (Pov Jacob)

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Jacob

Coglione di un vampiro. Pensai.
Non potevo certo dirlo ad alta voce, ero trasformato. Ma sapevo che mi avrebbe sentito lo stesso. Così come mi avevano sentito i miei fratelli.
Jake, piantala di stuzzicarlo. Mi rispose Seth.
Che fai, difendi il succhiasangue, moccioso?
Non difendo nessuno. E' che darvi sui nervi a vicenda non servirà a trovare prima Bella.
Jake, ha ragione Seth. Possibile che quando c'è Bella di mezzo non riesci a trattenerti dal trattare a pesci in faccia il prossimo?
E' bello sapere che c'è qualcuno che sta dalla mia parte, Sam. Dissi ironico.
Se ti comporti da deficiente qualcuno deve fartelo notare. Paul.
Ringrazia il cielo che ti devi sposare con mia sorella. Gli risposi
Perché altrimenti cosa avresti fatto?
Ragazzi, piantatela. Sbraitò Sam.
Jake, sei il capobranco o un ragazzino dell'asilo? Mi disse Seth.
Seth, nel "piantatela" eri compreso anche tu! Gli rispose Sam.
No, Sam, lascialo parlare. Tanto ha ragione. Sono un pessimo capobranco. Non avresti dovuto...
Non avrei dovuto cosa? Sei un ottimo capobranco. Adesso finisci di piangerti addosso, tira fuori le palle e dimostralo.
E smettila di stuzzicare Edward. Aggiunse una vocina scampanellante.
Era Alice.
Ma come...
Lo stava dicendo a me. Rispose Seth. Credo che Edward se la sia di nuovo presa con lei.
Ma io quel succhiasangue lo decapito! Non fa altro che perdere tempo e si permette pure di litigare con l'unica persona che ci può essere d'aiuto in questo momento?
Jake, basta! Tuonò Sam.
Non aveva più nessun potere su di me, ma quel tono fu lo stesso una doccia fredda. Era vero. Mi stavo comportando da ragazzino idiota. Dovevo tornare a focalizzare il mio obiettivo. Salvare Bella. Per i bambini. Per me. Per saperla viva, anche se non in salvo. All'improvviso la calma si impadronì di me. Doveva essere l'effetto dei poteri di Jasper. Era la seconda volta in quella serata che li usava. Eravamo troppo agitati. Tutti quanti. E non aiutava.
Se già pensavo che quella fosse una missione destinata al fallimento, con quell'atteggiamento non facevo che contribuire a quello, anziché alla sua riuscita.
Grazie, Jasper! Mormorai mentalmente, sperando che il coglione di cui sopra riferisse.
Ancora, Jake? Mi riprese nuovamente Sam.
Scusa, Sam. E' che le vecchie abitudini sono dure a morire.
Ora concentrati. Feci come mi era stato consigliato dal mio beta. Seguivo una strada che avevo percorso tante volte quando cercavo di evitare quello che invece era successo. La conoscevo a memoria, e correvo in mezzo a quegli alberi, a quei sentieri, all'apparenza tutti uguali, senza mostrare alcun dubbio. Ero sicuro. La stava tenendo prigioniera in quella radura che avevo visto appena tre notti prima. Si erano accampati in un posto fino a tre notti prima inviolato. Era a poca distanza da noi, eppure abbastanza perché fosse fuori dall'area di controllo sia di noi lupi che dei vampiri. Era solo per caso che l'avevo visitata. Solo perché ero troppo perso nei miei pensieri. O forse era stata una volontà superiore a far sì che sapessi esattamente dove era già caduta la neve. Per farci risparmiare tempo quella notte. Iniziai a correre più velocemente. La radura non era a più di dodici minuti di distanza dal nostro territorio, se avessimo corso alla massima velocità consentitaci. Volevo trovarla. Dovevo trovarla. Prima che succedesse qualsiasi cosa. Accelerai ancora. All'improvviso sentii odore di vampiri.
Non quello familiare dei Cullen, ma quello di sanguisughe che si nutrivano di sangue umano. Disgustoso. E sentii anche l'odore, piacevolmente familiare, di Bella. Frammisto a quello di paura. Diedi un'occhiata al vampiro. Lo sguardo che mi mandò in ricambio fu eloquente.
Era ora di mettere da parte i nostri dissapori per un po', in nome della salvezza della donna che entrambi amavamo. Mi diedi un'occhiata intorno.
Bene, la radura ha una forma press'a poco circolare. Sam, Quil e Collin. Vi disporrete ad Ovest. Paul, Jared e Brady. Sud. Io ed Embry ci apposteremo a Est. I Cullen copriranno il lato Nord.
Vidi cenni di assenso ad ogni mio ordine.
Perché proprio i Cullen sottovento? Chiese Paul, pronto alla lotta, e sicuro che sarebbe stato il primo a dover attaccare briga se si fosse appostato sottovento.
Perché dalla visione di Alice sembra che sia il lato più vicino a Bella. E i Cullen hanno tutto l'occorrente per evitare che muoia assiderata. Dato che il nostro scopo principale è salvare lei, mi sembra assurdo fare una scelta diversa. Detto questo... Ragazzi, smembratene quanti più potete!
Vidi una smorfia formarsi sul volto di Edward. Roteai gli occhi.
Ora.
Al mio ordine ci separammo nei gruppi che avevo indicato. La tensione era palpabile. Numericamente eravamo pari, ma le nostre condizioni psicologiche erano molto diverse. Loro non avevano niente da perdere. Io... noi... molto. Dalla posizione in cui mi trovavo riuscivo a scorgere gran parte dei vampiri nella radura.
Lei no, non la vedevo. Ma sentivo chiaramente i suoi denti battere. Per lo meno era ancora cosciente. Attendemmo che l'odore dei Cullen arrivasse fino a Paul, dalla parte diametralmente opposta della radura, per scatenare l'inferno.
Otto lupi, grandi come cavalli, fecero il loro ingresso nella radura, con fare maestoso. Quei vampiri, che avevano avuto a che fare solo con uno di noi alla volta, e che fino ad allora ci avevano dato le spalle, fermarono la loro avanzata e si voltarono. Ci fissavano attoniti ed atterriti, ma anche battaglieri. Se aveva ragione Jasper, non erano stati educati secondo le leggi dei vampiri, ma sicuramente addestrati a combattere. Proprio mentre loro si voltavano verso di noi, i Cullen apparvero. Emmett, Jasper e Rosalie con un sorriso terrificante e combattivo in volto. Carlisle ed Esme con il loro solito fare molto-genitoriale-poco-combattivo. Le loro facce erano pronte per uno spot pubblicitario contro la violenza. Anzi no. Nonostante tutta la repulsione che la battaglia suscitava in loro, sui loro visi si notava anche una certa rassegnazione di fronte all'unico modo che avevamo di riuscire a portare in salvo Bella. Specie dopo l'ultima visione che Alice aveva avuto a casa, e che Edward ci aveva raccontato mentre eravamo in cammino. Da allora, Alice non si era fatta sentire. Se non in quel momento in cui mi aveva rimproverato per il mio atteggiamento verso suo fratello. E pensare che l'avevo anche difesa da lui, appena un'ora prima. Ben mi stava, così imparavo a mettermi in mezzo. Non riuscivo a vedere Edward. Doveva essere da Bella. I vampiri, ormai circondati, si misero in posizione d'attacco, mostrando i denti.
Noi non fummo da meno. Ringhiammo. E tutti insieme facevamo spavento.
Sam! Esclamai ad un tratto, fissando il lupo nero di fronte a me.
Cosa, Jake? Non ti distrarre proprio ora.
Non mi sto distraendo. Non hai notato il particolare?
Che stai dicendo, Jake? Mi chiese Quil.
Manca Victoria. Affermai. Quella massa di capelli rossi l'avrei ricordata per sempre. E se non era lì... stava facendo la guardia a Bella. E se non era lì... era Edward a doversi battere con lei. Da solo. Prima di riuscire a portare in salvo Bella.
Seth. Chiamai.
Dimmi, Jake.
Hai sentito tutto vero?
Sì, Jake.
Perfetto. Non mi piace ripetermi. Chiedi ad Alice se riesce a vedere come finirà tra Edward e Victoria. Il suo combattimento non dovrebbe coinvolgere noi lupi.
Mi devo trasformare.
Certo. Ma non ti imbambolare davanti a Sarah e torna subito a riferire. Potresti sentire rumori sinistri, appena ti sintonizzerai di nuovo.
State per combattere. Non una domanda. Un'affermazione.
Giudica tu stesso.
Gli permisi di guardare con i miei occhi. Quello che vide fu una ventina di vampiri, forse meno, che dimostravano un'età compresa tra i quindici e i quarant'anni, di diverse estrazioni sociali e diversa corporatura. Victoria aveva scelto a caso i suoi adepti.
Vado, Jake. E speriamo bene.
Sparì dalle nostre menti. Tornai a focalizzare il gruppo di vampiri. I Cullen erano abituati a combattere singolarmente. Il che significava che almeno cinque vampiri li avrebbero occupati loro.
Diciamo che ce li possiamo dividere a metà.
In venti minuti li faremo fuori tutti. Vedrai, Jake!
Ragazzi. Mai da soli. Ok?
Ok. Mi risposero in coro.
Stavamo combattendo una guerra di nervi. Il primo che avesse ceduto avrebbe segnato l'inizio di quella battaglia. All'improvviso, un rumore di lamiere accartocciate ruppe il silenzio.
«Edward... nooooooo» fu l'urlo che seguì quel rumore.
Bastò quel momento di distrazione a cambiare gli equilibri. Un istante dopo, eravamo stati attaccati da quei giovani vampiri con gli occhi colore del fuoco. Ne uccisi due, prima di riuscire a fare quello che volevo.
Ragazzi, ce la fate da soli?
Con vero piacere. Mi risposero Embry e Paul in coro. Diedi un'occhiata, anche gli altri se la stavano cavando. In particolare i Cullen. Ma ero preoccupato per Edward. Perché se quell'urlo disperato era di Bella, allora lui era stato attaccato, e per lei erano ben poche le speranze di farcela.
Jake.
Seth, che c'è?
Mi hai chiesto tu di avvisarti. Alice dice di non riuscire a vedere l'esito dello scontro di Edward e Victoria, ma mi ha detto che lei non è da sola.
Perfetto.
Era tutto quello che volevo sapere. Mi diressi verso Bella. Per aiutare Edward. Non che avessi una particolare urgenza di farlo, ma soccorrere lui significava allontanare quella troia di una vampira da Bella il più velocemente possibile. Finalmente li vidi. E capii anche il motivo per cui non c'ero riuscito prima. La radura, che sembrava perfettamente in piano, aveva una sorta di dislivello, invisibile da una certa distanza. E quello che vidi non mi piacque per niente. Edward che cercava di liberarsi di tre - e dico tre - vampiri da solo, e la puttana che rideva, vicina - troppo - a Bella, e la obbligava a guardare reggendole il volto tra le mani. Non potevo avvicinarmi a lei. Avrei rischiato di colpire Bella. Perciò decisi di fare l'unica altra cosa che mi era possibile.
Ehi, sanguisuga! Ti serve una zampa? Chiesi.
«Secondo te?» ringhiò, tra un colpo che infliggeva a un vampiro e l'altro.
Mi fiondai verso di loro. Ne presi uno fra le zanne, per toglierlo di dosso a Edward, scaraventandolo il più lontano possibile. Lui rimase a combattere contro i due. Io rincorsi quello che avevo lanciato per smembrarlo. Quel rumore di lamiere era tutt'altro che piacevole. Ma era necessario. Per la salvezza di Bella. Perché i miei figli potessero rivedere la loro mamma. Perché io potessi riabbracciarla.
Raccolsi i pezzi e li portai a bruciare su uno dei falò che avevano acceso nell'altro campo di combattimento. Quando mi vide, Embry latrò.
Tutto ok, fratello?
Sì. Sto dando una mano a Edward. Risposi.
Allora torna da lui. Noi ce la stiamo cavando! Disse divertito, tornando ad azzuffarsi con i vampiri. Mi affrettai a tornare indietro. Ne avevamo ancora tre da affrontare. Prima i due sottoposti, poi la stronza.
Facciamo uno ciascuno? Chiesi, mentre lui combatteva. Era impigliato in un groviglio di corpi con gli altri due vampiri.
«Ecco il tuo!» disse, mentre con un calcio lo lanciava via. Lo agganciai con una zampa mentre volava sopra la mia testa, e lo schiantai a terra. Il boato che ne uscì fu terribile. Ora che era uno contro uno, riuscivo a capire perché gli altri Cullen non si fossero troppo preoccupati per lui. Era un combattente esperto. In più aveva il vantaggio della lettura della mente. Era veramente uno spettacolo guardarlo combattere. Una pressione sotto la mia zampa mi ricordò che non ero lì per guardare la sanguisuga. Dopo cinque minuti di morsi, zampate e rumore di lamiere, riuscii a uccidere il vampiro. Mi voltai sentendo un odore forte di incenso, mi bruciava il naso. E vidi Edward con un sorriso trionfante dietro una cortina di fumo. Mi affrettai a buttare anche i miei pezzi sul fuoco che aveva acceso.
Ce l'hai fatta, finalmente!
«Già. Puoi anche andare. Con Victoria me la vedo io» disse, voltandosi verso il punto dove erano la stronza e Bella.
Vuoto.
Dove cazzo l'ha portata? Urlai nella mia testa.
Cos'è successo? Chiese Sam, improvvisamente preoccupato, mentre continuava a combattere.
Victoria e Bella sono sparite di nuovo. Ringhiai.
«Jacob. Bella è ferita! Sento l'odore del suo sangue!»
Non l'avrà mica...
«No... No... il suo sangue è... pulito» lo vedevo respirare a fatica.
Se era vero quello che mi aveva detto Bella quando lui non c'era, per lui starle vicino senza mangiarla era difficile, ma sentire l'odore del suo sangue era una tortura.
«Sì, era così... prima»
Prima di cosa? Chiesi.
«Prima di aver avuto paura di perderla. Quando si lanciò dalla scogliera, ebbi così paura di averla persa per sempre per la mia stupidità, che quando la ritrovai viva mi ripromisi che non avrei mai più fatto nulla per metterla in pericolo»
Non è stato proprio così. Gli dissi.
«Che vuoi dire?»
Che se tu l'avessi lasciata perdere sin dall'inizio ora lei starebbe con me e con i bambini. Oppure i bambini non ci sarebbero, ma adesso io e lei saremmo sulla spiaggia di La Push mano nella mano, ad aspettare l'alba del nuovo giorno. E sicuramente non sarebbe in balia di una vampira psicopatica che l'ha presa in ostaggio solo per avere l'occasione di vendicarsi di te.
«Ma la vampira psicopatica non era mia sorella Rosalie? - scosse la testa sorridendo, per un attimo - mi hai detto quello che pensi. Ora possiamo cercare Bella?»
La tregua è solo per lei. Scusa la domanda, ma... sei riuscito almeno a darle qualcosa per coprirsi?
«No, Victoria mi aspettava. Era sicura che sarei corso da lei»
Ci ha azzeccato in pieno. Questo conferma la mia teoria. Dissi.
«Quale teoria?»
Che sei un coglione. Non solo sei caduto in pieno nella sua trappola... sei andato da solo a salvarla, ma si può essere deficienti fino a questo punto? Tuo fratello Jasper non ti ha insegnato niente? Comunque, non solo sei caduto in pieno nella sua trappola, ma non sei nemmeno riuscito a dare a Bella qualcosa per riscaldarsi.
Tutto questo lo pensavo mentre ci affannavamo per il bosco alla ricerca di una traccia. All'improvviso...
Edward!
«Che c'è, cane!»
Questa è la sciarpa di mia madre! Mia sorella l'ha regalata a Bella per il suo compleanno. E puzza di sangue.
«Ci sta lasciando una traccia da seguire!»
Spero che sia così, altrimenti non so come la troveremo. La stronza ha un talento per la mimesi.
«No, per la fuga»
Quello che è.
L'odore del sangue di Bella si faceva sempre più forte. Non riuscivo a credere che si fosse ferita al punto di perdere tutto quel sangue e che la sanguisuga le fosse rimasta indifferente. Fu solo quando sentii ringhiare Edward che mi resi conto del mio averci azzeccato in pieno. La troia stava bevendo il sangue da una ferita all'altezza della spalla di Bella. Senza pensarci due volte, mi scaraventai contro di lei, prima ancora che potesse farlo lui. Iniziai il mio combattimento contro Victoria.
«Jacob. E' ghiacciata! Ha perso troppo sangue»
E ha preso troppo freddo. Coprila.
«Con cosa?»
Notai solo allora che aveva perso lo zaino che conteneva coperte e giacche a vento per Bella.
Prendi il mio posto. Penserò io a riscaldarla. Quarantadue gradi. Ricordi?
«Non mi aspettavo nient'altro»
Quando fui vicino a lei, notai che aveva perso veramente troppo sangue.
Edward, dobbiamo portarla da Carlisle! Ormai avranno finito di combattere!
«Fallo tu!»
E come? Non riuscirebbe a reggersi in groppa. E' troppo debole. E non posso trasformarmi. Sarei troppo lento.
«Che vuoi fare allora?»
Portala tu. Io combatterò con la sanguisuga.
Non feci in tempo a finire il pensiero. L'aveva già presa tra le sue braccia e portata via.
«Cosa hai fatto di male, lupacchiotto? Sai cosa ti aspetta, vero?» mi disse, con un sorriso di scherno, quel cespuglio autunnale ambulante.
Io so cosa mi aspetta. Ma tu? Pensai.
Lo scontro fu duro. Quasi mi morse per un paio di volte. Schivai i suoi attacchi all'ultimo secondo. Poi iniziai ad attaccare io. Ogni volta ne staccavo un pezzo diverso. E ogni volta faceva un rumore sempre più tremendo. Prima le braccia. Poi le gambe. E infine la testa. Aveva lo stesso sorriso idiota con cui mi aveva sfidato.
Fu così che morì. Mi trasformai ed appiccai il fuoco. Poi velocemente andai a recuperare ogni pezzo per bruciarlo. L'odore mi infastidiva a morte. Ma era anche piacevole. Era l'odore della fine. Bella poteva stare finalmente tranquilla.
Victoria era morta, e lei si sarebbe potuta godere la sua vita. Lontana da me. Ma al sicuro.

Andai dagli altri, e li trovai in forma umana. Era per questo che non li avevo più sentiti? Mi trasformai anche io.
«Ragazzi, cos'è successo?»
Avevano delle facce terribili.
«Ragazzi, non fatemi preoccupare» dissi, sorridendo. Embry e Quil mi vennero a fianco e mi abbracciarono. Capii. E il sorriso svanì dalla mia faccia.
«No... no... lei non può... non può essere... non può essere morta»
Lacrime iniziarono a scorrere lungo le mie guance. Allo stesso tempo iniziai a tremare.
«Allontanatevi!» feci appena in tempo a dire ai miei amici. Un secondo dopo ero trasformato e correvo verso la casa dei Cullen.

A metà strada la incontrai. Una faccia terribile. Come di chi volesse piangere e non riuscisse a farlo.
«Jake. Non andare. Ti prego. Non farti altro male» la piccola Alice. Si preoccupava per me. Mi era venuta incontro. Come se mi avesse visto. Come se sapesse quello che volevo. Si avvicinò a me, e mi abbracciò. Il suo odore mi dava fastidio, ma era piacevole sapere che qualcuno stava soffrendo con me.
«I bambini ti aspettano a casa tua. Sono con Seth»
Mugolai, come a dirle che avevo capito. Mentre mi incamminavo, questa volta lentamente e a testa bassa, mi disse qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
«Jake, ti voglio bene. Come a un fratello. Ricordatelo sempre. Qualunque cosa accada»
Capii che quello era un addio. Mi avvicinai a lei, e le sfiorai la mano con il muso. Poi mi voltai, e tornai a casa. Ci sarebbe stato il funerale. Poi non li avrei più visti.
Avrebbero portato via il fratello. Via da quel posto che gli avrebbe ricordato lei per sempre. Come se potesse servire. Io ed Edward avremmo condiviso lo stesso peso per sempre. La stessa colpa. Quella di non averla salvata.

Tre giorni dopo ci fu il funerale. Nessun bambino di dieci mesi dovrebbe assistere al funerale della propria madre. I miei lo fecero. Sarah tra le braccia di Seth. Ethan tra quelle di Rachel. I Cullen erano in prima fila. Come me, Charlie, Billy, Renée e Phil.
Dietro tutti quelli che Bella l'avevano conosciuta. Tutti i suoi compagni di scuola. Tutti gli abitanti di Forks. Tutti gli abitanti della Riserva.
I Cullen avevano inventato che durante una passeggiata nel bosco, Bella ed Edward erano stati attaccati da un animale feroce. Era per questo che Edward aveva un braccio appeso al collo e molte altre fasciature. Ed era sempre per questo che la notizia era stata data la sera dopo e che il cadavere non era stato fatto vedere a nessuno.
Le bugie dovevano essere credibili.

Dovetti insistere per portare la bara. Pensai che era troppo leggera, ma non diedi troppo peso a questo particolare. Forse era dimagrita. O forse era il sangue che aveva perso a farla pesare così poco. O forse era dovuto al fatto che l'ultima volta che l'avevo presa in braccio era ancora incinta dei gemelli.

Ritornato a casa, mi buttai sul letto. Le imposte chiuse. La luce spenta.
Non seppi mai per quanto fossi rimasto in quella posizione. Non seppi mai se avessi dormito.
«Jake?»
Qualcuno bussava insistentemente alla porta.
«Non rompete le palle» risposi sgarbato. Per tutta risposta si aprì la porta.
«Che cazzo stai facendo? Sono quattro giorni che stai chiuso qua dentro. Non esci mai, non mangi mai. Non parli con nessuno. Ti sembra un comportamento maturo?»
«Non voglio vivere. E per favore vattene, Seth» risposi.
«No, non me ne vado. E sai perché? Perché è vero, Bella è morta e tu vorresti smettere di vivere. Ma ci sono due bambini che hanno bisogno del padre. E non mi muoverò di qui finché non avrai alzato il tuo culo da quel letto e non ti sarai andato a lavare, perché puzzi, Jake, per poi vestirti e scendere alla spiaggia a giocare con i tuoi figli»
«Vacci tu.»
«Oh, io ci sono stato. Ma non sono il padre dei gemelli, e neanche intendo esserlo. Perché un padre ce l'hanno. E sei tu. E se ora non ti muovi e ti prendi le tue responsabilità giuro che dico a Charlie di fare una richiesta di affidamento»
«No - urlai - non portarmi via anche loro»
Lacrime.
Cazzo, Jake! Anche in un momento come questo? Non crescerai mai. Mi rimproverai. Mi asciugai quelle fottutissime lacrime con il dorso della mano. Presi le mie cose dall'armadio e mi infilai in bagno. Quando uscii, trovai mia sorella, Paul e Seth a chiacchierare in salotto. I bambini erano pronti per uscire.
Diedi un bacio a mia sorella.
«Grazie per esserti presa cura di loro» dissi.
«Quando vuoi. Ma sono contenta che tu sia finalmente uscito da quella tomba» mi rispose indicando con la testa la mia stanza, che già da quella distanza non emanava un buon odore. Guardai Seth negli occhi.
«Grazie» dissi.
Non attesi che rispondesse. Presi i bambini e mi diressi verso la spiaggia. Per me iniziava una nuova vita.
Con loro.

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