Amore (Pov Renesmee)

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Renesmee

Rapimento.
Questa era l'unica parola che mi veniva in mente in quel momento. Rachel si era presentata in officina, con una benda, e mi aveva prima coperto gli occhi, poi caricata in auto. Il tutto mentre io cercavo disperatamente un appiglio in Jake.
«E' già andato via, Nessie» mi aveva risposto lei.
E dire che io ero molto più forte di lei. Ma spiegare a Jacob e Paul come si era spezzata due polsi la sorella del mio fidanzato non sarebbe stato facile.
Fidanzato.
Era il mio fidanzato solo perché lo aveva dato per scontato. Abitavamo insieme e lui doveva giustificare la mia presenza lì alla riserva. E così ero diventata la sua fidanzata. Non che me l'avesse chiesto. Dato che io una volta avevo tirato fuori il discorso, per lui era tutto scontato. Ed ora, mi faceva rapire da sua sorella per chissà quale strano rituale della sua tribù.
La macchina si fermò.
Sentii Rachel aprire il suo sportello. I suoi passi risuonarono sulla ghiaia. Aveva fatto il giro dell'auto, per poi aprire il mio sportello e farmi scendere.
«Nessie, mi dispiace averti rapita. Ma credimi, se sapessi cosa ti aspetta mi seguiresti di tua spontanea volontà» mi disse, prima di afferrarmi per un braccio e condurmi fuori dall'abitacolo prima e lungo un vialetto poi. Vialetto. Quattro passi e di nuovo sentii la sua voce.
«Attenta ai gradini. Sono tre. Uno. Due. Tre» Scosse delle chiavi nella mano che non era impegnata a tenere me, ed aprì una porta. Un profumo familiare arrivò alle mie narici. Ma non poteva essere lì, no?
«Non siamo alla Riserva, vero?»
«No, non lo siamo» mi confermò Rachel.
«C'è qualcun altro oltre a noi? Mi sembra di sentire... l'odore di zia Alice, ma non vorrei essere del tutto impazzita»
«Uffi, Renesmee. Non si riesce a farti una sorpresa neanche volendo. Mi ero dimenticata del tuo olfatto sviluppato!»
«Zia Alice!» urlai, mentre Rachel mi liberava dalla sua presa e io correvo verso la fonte della voce, ancora bendata. Quando la trovai, la abbracciai forte. Facevo la dura, e cercavo di non darlo a vedere a Jacob, ma la verità era che la mia famiglia un po' mi mancava. Quello che avevano fatto, un po' meno. E da quando avevo deciso di vivere con Jake li avevo sentiti si e no tre volte. E mai avevo voluto parlare con i miei. Né loro avevano chiesto di me. Chissà se un giorno sarei riuscita a parlare ancora con loro.
«Beh, visto che ha scoperto tutto, direi che possiamo sbendarla!» rise Rachel dietro di me. Subito i miei occhi riacquisirono la vista, liberati dalle veloci mani di zia Alice.
«Dove... dove siamo?» chiesi. Non era un luogo a me familiare, e doveva essere stato abbandonato a lungo prima della nostra incursione. Era ammobiliata, pulita ed accogliente, ma odorava di chiuso.
«Siamo nella vecchia casa di tua madre» mi rispose Rachel.
«Era l'unico posto in cui potessimo collaborare io e Rachel» aggiunse zia Alice.
«Ora però dobbiamo metterci all'opera - sottolineò la sorella di Jacob - Abbiamo solo due ore per renderti perfetta»
«Perfetta per cosa?» chiesi incuriosita.
« Lo scoprirai. Ogni cosa a suo tempo » mi rispose zia Alice. Quelle due insieme non mi piacevano proprio.

Scoprii il perché un bagno, una piega e un trucco dopo. Erano spaventose messe insieme. Io, che avevo sempre cercato di evitare zia Alice per quel genere di cose, mi trovavo a fronteggiare lei e il suo clone.
«Ed ora, il vestito, mia cara» disse la zia, mettendo un sorriso che doveva essere rassicurante, ma che trovai invece terrificante. Provai a scappare, ma non ci fu niente da fare.
«Tesoro, dai, è solo un vestito! Sei peggio di tua madre quando ti ci metti!» insistette. Non so se fu il riferimento a mia madre a farmi scattare, ma afferrai la scatola del vestito, e la aprii. Volevo prima vedere a che morte sarei dovuta andare incontro.
Rimasi sbalordita.
Il vestito era sì elegante, ma non mostruoso come mi aspettavo. La gonna si allargava a partire dalla vita, sottolineata da un fiocco, fino alle ginocchia, mentre il corpetto, che poteva passare per una camicia, era senza maniche, e aveva il colletto alla coreana. Niente di troppo provocante. Che cosa strana per la zia.
«E queste sono le scarpe» disse Rachel, portandomi un paio di decolleté viola. Il vestito era grigio, con motivi floreali verdi e viola. La zia non lasciava mai niente al caso.
«Il vestito l'ha scelto Jacob, io sono solo entrata nella boutique di Armani per acquistarlo»
«Jacob? Che c'entra lui con tutto questo? E... Armani?»
«Mi sono già lasciata sfuggire troppo, vestiti, che diamo gli ultimi ritocchi al trucco e all'acconciatura» mi ordinò, uscendo dalla stanza dove mi avevano rinchiusa.
«Ti voglio bene zia!» le urlai dietro.
«Non mi compri così facilmente!» mi disse lei in risposta. Infilai il vestito, cercando di non macchiarlo e di non rovinare neanche il trucco e l'acconciatura. Impresa ardua, ma non impossibile, come scoprii dieci minuti dopo. Rachel e zia Alice tornarono da me esattamente mentre allacciavo il fiocco in vita.
«No, Nessie, non va così!» rise Rachel, sistemandolo.
«Infila le scarpe, tesoro» mi disse zia Alice, porgendomi le decolleté. Feci come mi aveva detto, ed infilai quella specie di trampoli che mi aveva comprato. Tacco dodici.
«Scommetto quanto ti pare che queste non le ha scelte Jake!» le dissi, digrignando i denti.
«Già. Le ho scelte io, sono magnifiche, non trovi?»
Non le risposi. Erano veramente magnifiche, ma scomode da morire.
«Tesoro, sei meravigliosa» mi disse, allontanandosi per squadrarmi meglio.
«Ma secondo me manca ancora qualcosa» le fece eco Rachel, estraendo dalla borsa due scatole da gioielliere. E non un gioiellere qualunque. Tiffany.
«Una è da parte del branco» disse, porgendomi una delle due scatole e dando l'altra a zia Alice. Aprii quella che avevo in mano. Un paio d'orecchini in... platino... con motivi floreali... diamanti e grossularia.
«Siete tutti impazziti» esclamai vedendoli.
«Questo invece è da parte dei tuoi zii preferiti»
«Tu e zio Jasper?»
«Non solo, anche zia Rose e zio Emmett ci hanno messo del loro» Il collier era meraviglioso, ma non ebbi il tempo di osservarlo troppo. Zia Alice me l'aveva strappato di mano e allacciato al collo.
«Credo che sia ora che tu torni ad avere un rapporto con la tua amica benda» mi minacciò Rachel.
«Ma si rovinerà l'acconciatura!» mi lamentai.
«Non si rovinerà niente, te lo assicuro» mi rispose, legandomi il foulard sugli occhi. Mi condusse fuori dalla casa, mi fece salire di nuovo in auto, e mise in moto, dopo aver salutato zia Alice.
Non era giusto, la volevo salutare anche io.
«Dove stiamo andando?» chiesi, mordicchiandomi nervosamente il labbro.
Lo saprai quando saremo arrivate. E smetti di morderti il labbro!»
«Mi avete rovinato una serata speciale, e non è neanche il mio compleanno»
«Cosa avevi in mente per stasera?»
«Beh... avevo chiesto a Jake... di tenere i bambini... dal nonno, per questa notte...»
«Ok, va bene! Non voglio sapere altro... ho capito qual era il tuo piano» disse, scoppiando a ridere. Io sprofondai nel sedile per l'imbarazzo. E non aprii più bocca per tutto il viaggio.

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