Visita

1.5K 222 6
                                    

La puttana più  costosa di Mosca

-Capitolo 71-


<Cara Masha come stai?>

La donna sorrise, si sedette e poi disse <Tutto bene dottor Turgenev>

Da quella sera della cena di beneficenza con anche l'asta per quest'ultima i due non avevano avuto modo di incontrarsi ma si erano sentiti e il dottore aveva spiegato che era dovuto scappare via perché c'era un paziente grave che aveva bisogno di cure primarie.

<A quanto posso vedere la ferita al sopracciglio non c'è più ormai, mi fa piacere, ora vieni che facciamo dei controlli per il resto>

Si alzarono a Masha si mise sul lettino e il dottor Turgenev iniziò ad esaminare certe zone dal corpo della donna, soprattutto il collo e il bacino.

<Sei guarita completamente Masha, posso dirlo a Iliodor?>

La donna guardò per terra e disse <Se proprio deve dottore...>

L'uomo si sedette vicino al lettino e mettendo una mano sulla testa della paziente disse <Masha lo sai che lui ci tiene alla tua salute e alla tua felicità>

Masha non potè sottrarsi a quel tocco di premura e disse <È spinto solo dal senso di colpa, e non tollero che pensi ancora a me come una vittima che non può continuare a vivere!>

Il dottore con occhi tristi sospirò e tolse quella mano che cercava di trasmettere tranquillità.
Masha si era messa seduta e il signor Turgenev mettendosi davanti disse

<Almeno vallo a trovare, è da otto anni che non lo vede Masha. Se non vuoi che ti pensi come una vittima che non può farcela fagli vedere come sei diventata>

Masha sospirò, tornare in quel posto? Dove aveva passato momenti orribili?
Guardò per terra e dopo pochi secondi di silenzio disse <Non trovo che sia il caso>

Si alzò e salutando cortesemente il dottore uscì.

Quest'ultimo sospirò.
La sua cara Masha era ancora schiava degli incubi che aveva alle volte la notte...

Se lo ricordava ancora la prima volta che l'aveva vista, uno scheletro, un guscio vuoto, una ragazza persa.

Quando la metteva davanti ad uno specchio non riusciva a guardarsi, aveva paura della sua stessa ombra, e nonostante i tanti tentativi nel farsi raccontare cosa fosse successo, lei rimaneva in silenzio.

Illodor aveva portato il dottore nella sua villa, dopo aver scoperto cosa faceva il padre, il quale era morto per un infarto.

Dopo la sua morte il figlio aveva notato cose strane, che se non si tenevano nascoste, venivano a galla! E una di queste cose era una povera ragazza magrissima, a cui si vedevano le ossa, con un viso emaciato, con lividi attorno al collo e non solo.

Capelli cortissimi, uno o due centimetri per via della mancata rasatura.

Occhi grandi che avevano perso la luce dopo aver visto e sentito cose per quei tre mesi che era stata rinchiusa nelle cantine di quella villa.

Non era nemmeno russa, non capiva una parola, e si sentiva nuovamente persa nonostante fosse riuscita ad uscire da quell'inferno.

Grazie alla moglie del dottor Turgenev, la quale era italiana, avevano sormontato questo problema, ma si erano resi comunque conto che dovevano istruire quella ragazza.

Insegnarle a leggere e scrivere il russo, non solo per facilitare la comunicazione con tutti, ma anche per tenere occupata la mente, la quale era la più difficile da curare dopo gli aventi che aveva vissuto.

Iliodor, il figlio del padrone di casa, aveva cercato di avvicinarsi a quella ragazza che aveva perso ogni sua femminilità, ma aveva tentato invano.

Quella ragazza era rimasta in quella villa per un anno, circondata da dottori e istruttori per rimodellare.

I capelli crescevano, i chili aumentavano ridando quelle forme che aveva un tempo, ma la mente rimaneva ferma.

Anche dopo un anno non fu capace di rivelare nulla di quello che era successo, e forse anche questo era il motivo per cui non migliorava...

Un giorno scappò via, tutti la cercarono, ma nessuno la trovò, se non qualche anno dopo, scoprendo che si era messa a fare la prostituta.

Iliodor era andato subito a cercarla in quel bordello, ma tornò indietro a mani vuote.

Il dottore gli chiese perché non l'avesse riportata indietro, che quello non era il posto adatto per una ragazza così fragile come lei, ma il nuovo padrone di casa non disse nulla, gli diede solo l'indirizzo del bordello e si chiuse nel suo ufficio, ad affrontare e scoprire le oscenità commesse dal padre.

Il dottore andò e invece di vedere una ragazza silenziosa e depressa, vide una donna tranquilla che stava affrontando le sue difficoltà a modo suo.

Quest'ultima quando lo vide gli sorrise e disse che voleva riacquistare la sua femminilità, e che più femminile di una puttana non c'era nulla.

Il dottore non disse nulla, gli aveva parlato anche in un russo fluente quindi se ne andò via facendosi promettere che lei doveva chiamarlo ogni settimana.

I mesi e gli anni passarono, e Masha era diventata quello che era diventata, la puttana più costosa e richiesta di Mosca.

Turgenev si tolse gli occhiali e appoggiò la testa allo schienale.

Conosceva il padre di Iliodor, o almeno lo credeva, ma comunque era una persona più che rispettabile, gentile e generosa.
Non riusciva ancora a credere a cosa aveva fatto a quella povera ragazza...

La sera della cena di beneficenza, illodor l'aveva chiamato con urgenza, e appena arrivato alla villa, lo vide in mezzo a mille documenti!

Era riuscito a trovare altro, altre vittime, che però erano morte in quelle cantine.

Sia Masha che Illodor erano rotti, una cercava di dimenticare il passato, l'altro invece scavava e scavava, per trovare più informazioni possibili, per sapere, per prendersi le responsabilità degli atti osceni che compiuto il padre.

Ma entrambi non capivano che se avrebbero continuato così, non ci sarebbe stato un punto di ritorno.

La puttana più costosa di MoscaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora