I sentimenti di una madre

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La puttana più costosa di Mosca

-Capitolo 78-


<non può andare più veloce?!>

<signora si calmi se no facciamo un incidente!>

<non mi interessa mi deve portare al più presto all'ospedale della città!>

Masha era affogata nella paura più grande che non aveva mai realizzato, perdere Sasha per sempre!

Si piegò su se stessa abbracciando le sua braccia per cercare quel minimo di lucidità che gli rimaneva.

Cosa poteva essere successo?!

Aveva affidato il suo bambino a Polina e a Aston, era certa che così non potesse succedere nulla al suo bambino ma invece... invece-

"Non diciamo stronzate è impossibile che sia successo davvero!"

Si rimise dritta e guardò la strada e vide con gioia e timore l'ospedale davanti a sé.

<eccoci siamo arrivati- signora!>

L'autista aveva visto uscire come una lepre la sua cliente e vide poi nei sedili dove era seduta lei una cintura con delle pietre preziosissime.

Masha era entrata dentro l'ospedale e ignorando gli sguardi curiosi della gente, nel vedere una bellissima signora vestita così bene, stava andando a chiedere alle infermiere la stanza esatta dove si trovava suo figlio ma venne bloccata da un uomo in camice.

<è lei la signora Golubev?>

<si! Sì sono io dov'è mio figlio!>

<venga con me e cerchi di rimanere calma signora->

<mio figlio è stato investito e devo stare calma?!>

L'uomo strinse le spalle della signora per darle un po' di sicurezza e quest'ultima sentì tutta la stanchezza che aveva in corpo e seguì in silenzio il dottore.

Presero l'ascensore e mano a mano che si avvicinavano alla stanza Masha sentiva sempre di più la paura di scontrarsi con la realtà.

Entrarono nella stanza immersa dal silenzio e Masha non poté crederci.

Un corpo piccolo, fragile, innocente, steso su un letto bianco neve.

Non si vedeva nulla, era coperto da fasciature, in certe parti non seguiva l'anatomia del copro, parti quasi spezzate sembravano e in certe zone si vedeva del rosso scuro, quasi nero.

Masha non si era accorta delle lacrime che scendevano inesorabili sulle sue guancia, guardava quel corpo che le ricordava il passato, quando era rinchiusa in quella stanza con altre povere ragazze anche loro innocenti.

Si avvicinò al lettino e il dottore temendo che facesse qualcosa si avvicinò con lei ma Masha accarezzò il capo di quel corpo che non aveva più vita.

Con quel tocco Masha sentì tutto il dolore che si era quasi ghiacciato a quella vista, sentì il cuore stringersi in una morsa letale.

Si piegò sul lettino stringendo la mano del piccolo essere sdraiato e fece uscire tutto il suo odio e rancore per quelle persone che gli avevano tolto la cosa più bella che le era capitata.

Non aveva realizzato fino a quel momento quanto quel bambino, datogli per forza, si sarebbe rivelato la sua cura contro il passato e contro se stessa.

Gli voleva così tanto bene, lo amava così tanto e ora gli era stato tolto!

Si inginocchiò, non aveva la forza di stare in piedi e rendendosi conto solo ora delle lacrime che non avevano fatto cenno di smettere si mise una mano davanti alla faccia.

Come avrebbe fatto ora senza di lui, senza il suo bambino, senza Sasha!?

Si sentì abbracciare da dietro e non le interessava chi fosse, voleva solo indietro il suo bambino.

Mellow era entrato nella stanza e aveva cacciato via il dottore che aveva ingaggiato per recitare in quella scena tragica dove c'era la protagonista in ginocchio in lacrime.

Non aveva mai visto Masha in quelle condizioni, non l'aveva mai sentita urlare con così tanto dolore e rancore nel cuore.

La abbracciò e vide però che la mano della donna non voleva lasciare quella del fantoccio, era pur un fantoccio estremamente credibile con tutte quelle bende fasciate, però era incredibile che in situazioni simili non si fosse resa conto che quello era un corpo falso, ma quando ti sei messa in testa una cosa è difficile togliersela, soprattutto in una situazione simile.

Iniziò a farla carezze e a farle rendere conto della sua presenza, e dopo molto ma molto tempo Masha iniziò a singhiozzare e basta, senza più dare libero sfogo al suo sgomento.

La fece girare verso di sé e pulendola dalle lacrime e dal trucco sciolto le baciò le guance.

<c-come farò Mellow? Come farò senza il mio bambino?> si era appoggiata alla spalla dell'uomo che gli aveva dato tante gioie e problemi in quegli anni, come avrebbe fatto ora senza Sasha?

<ci sono io con te Masha non sei da sola, lo sai quanto ti amo>

Masha singhiozzò ancora, e ancora Mellow le diede una carezza per calmarla, la prese e l'abbracciò facendo scontrare i loro petti, stringendola e cercando di sopprimere quel cuore che non la smetteva di battere all'impazzata.

Masha aprì gli occhi finalmente, senza lacrime ma solo con una tristezza infinita abbracciò a sua volta Mellow per non sentire più quel vuoto che le aveva appena lasciato il suo bambino.

Mellow la accarezzò ma sentì la sua amata Masha separarsi da se e con sguardo ancora molto ferito disse <devo fare una chiamata!>

La donna guardò un'ultima volta quel povero corpo distorto e cercando di non piangere ancora stava per aprire la porta quando Mellow la chiuse e disse <chi vuoi chiamare amore? Non è meglio se ti riposi un attimo? Ti accompagno a casa dai>

Masha era molto fragile, voleva sapere cosa era successo esattamente a Sasha, dove erano andati a finire Polina e Aston, le persone a cui l'aveva affidato, perché non erano lì a spiegargli la situazione? Perché c'era Mellow!?

<no voglio sapere cosa è successo!>

Cercò di aprire la porta ma la mano di Mellow rimaneva sempre lì impedendogli di uscire, la donna con gli occhi che le facevano male guardò Mellow per avere spiegazioni ma quest'ultimo avvicinandosi alla donna chiese <ne sei sicura di voler sapere cosa è successo Masha?>

Masha fu colpita dal tono con cui gli aveva fatto quella domanda, era come una minaccia.

L'accompagnatrice guardò per terra spaesata, Mellow si mise accanto all'orecchio della sua amante e continuò <Ti farà davvero stare meglio saperlo Masha?>

La donna si allontanò da quella voce e si mise una mano sul volto per cercare di trattenere i singhiozzi.

Mellow sorrise e prendendo la mano che era appoggiata alla maniglia della porta disse mettendosi sulle labbra <non ti devi più preoccupare di nulla Masha, vieni con me e sarai al sicuro>

Masha guardò di nuovo quel piccolo corpo fasciato, messo sul lettino come se fosse una reliquia sacra.

Distolse lo sguardo, non aveva ancora compreso a pieno ciò che avrebbe conseguito quella perdita nella sua vita di tutti i giorni.

La puttana più costosa di MoscaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora