Un addio dalla Russia (parte 3)

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La puttana più costosa di Mosca

-Capitolo 84-


Glenda si svegliò per il dolore al fianco, alzò subito il busto e vide l'uomo che l'aveva comprata, cosa voleva adesso?

C'era stato il giorno in cui gli avevano dato quel pezzo di pane ma non erano passati due giorni, perché era lì?

La strozzò prendendola dal collare di ferro e la sollevò, come era possibile era pur abbastanza alta e pesava, insomma non era un peso piuma.

Cercò di mettere le mani per proteggere il collo dal collare ma poi venne trascinata come sempre.

La portò in un'altra stanza, non era quelle delle tortura, era forse la stessa della prima sera?

Vide che l'uomo la studiò e come al solito le sorrise.

Tirò per bene il collare per vederla soffrire e poi le bloccò il capo.

Glenda tremò dalla paura ma poi riconobbe il rumore del rasoio elettrico, non aveva dato attenzione ai suoi capelli, erano cresciuti?

Vide piccole ciocche cadere per terra e guardandole con malinconia chiuse gli occhi per non pensarci.

Poi però sentì bruciare il capo e si mosse di scatto dalla paura.

Sentì lamentarsi l'uomo che la strattono nuovamente col collare e la fece stare ferma, le stava facendo dei tagli al capo che le facevano molto male, avrebbero dovuto mettere dei punti per farglieli guarire ma di certo non avrebbe avuto quel trattamento!

Decise di stare ferma e sopportare, come facevano tutte le altre.

Finalmente finì e gli alzò il capo per guardarla bene negli occhi, Glenda non distolse lo sguardo, ma non lo sfidò neanche, stava ferma a guardarlo per capire cosa volesse e l'uomo capendolo gli fece una carezza, come la prima volta che si erano visti.

Poi però gli calpestò la mano con le sue scarpe pesanti e Glenda urlò dal dolore.

Il torturatore la riportò nella sua cella e se ne andò.

La ragazza rimase ferma, si toccò il capo e vide nelle mani del sangue, non sarebbe sopravvissuta se avesse continuato in quel modo, e le altre ragazze? Da quanto tempo erano lì?

Diede uno sguardo attorno e vide la ragazza che si era approcciata la prima sera sempre nel suo angolo ricoperta di fieno, due erano sdraiate e l'ultima non si era mossa di un centimetro in quei giorni...

La ragazza ferita al capo si avvicinò e le scosse la spalla, nessuna risposta, temendo mise la mano davanti al naso ma non sentì nulla.

La girò a pancia in su e mise l'orecchio all'altezza del cuore, non batteva più, era davvero morta, nel silenzio e nella paglia, senza che nessuna delle quattro ragazze se ne accorgesse!

Glenda stringendo gli occhi per il dolore si alzò traballante, era la prima volta dopo una settimana che non strisciava, andò verso la porta e guardò attraverso lo spioncino, provò a metterci una mano ma lo spazio era troppo poco così tornò indietro e controllò la cella.

Sentì poi anche del liquido scendere dalla fronte e rabbrividendo si pulì col dorso della mano.

Sapeva già che era sangue infatti non volle vedere e si mise contro il muro, cosa poteva fare, era una stanza quadrata con una sola via di uscita.

Dalla frustrazione batte la mano contro il muro e cadde all'indietro.

Lamentandosi si massaggiò il capo dal dolore e girandosi fu accecata da una luce potente, parando tutta quella luce con la mano vide che era la luce di alcune lampadine attaccate al soffitto.

La puttana più costosa di MoscaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora