capitolo16

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Axel

Pulisco le mani sporche di sangue sotto l'acqua corrente.
A quanto pare Jian ha moltiplicato la sua sicurezza.
Ho trovato il doppio se non il triplo degli uomini.
Le mie nocche sono rotte e piene di sangue grazie a tutti i pugni che ho tirato non parlando di quelli che ho ricevuto.
Ma se sono chiamato Asso vuol dire che non sono mai a corto di idee.
Mi sono trovato intorno ben dodici uomini uno più grosso dell'altro lasciando vivo solo uno di loro per portare un messaggio al suo ciccione.

"O ga kite imasu"
Il re sta arrivando.

Ma sono stato anche molto scaltro e ho inserito nel suo giubbotto una cimice. Almeno sentirò tutto con più facilità.
Mi siedo alla scrivania del mio appartamento e attivo il dispositivo.
Da quello che sento Jian vuole altri uomini a proteggere il suo grasso culo e almeno il triplo di guardie per la sua fottuta festa.
Mando gli aggiornamenti della situazione alla casella postale del mio superiore e decido mangiare e riposare. Saranno lunghe settimane.

Sono due  settimane che lavoro incessantemente senza mai uscire da questo schifo di appartamento e decido di fare un salto in palestra.
Arrivo e posteggio nel parcheggio per clienti e quando entro l'odore di sudore mi arriva alle narici.
Segnalo il mio nome ovviamente falso alla casella e mi avvio allo spogliatoio per vestirmi e installare qualche cimice

Due minuti dopo sono alla mia solita postazione, inserendo anche sotto la panca un piccola cimice. Mi guardo in torno e noto che nessuno guarda me è non vedendo Misa da nessuna parte.
Una voce familiare arriva al mio orecchio.
<

<Mi aspettavo una tua chiamata>>.

Con la coda dell'occhio noto che è la biondina dell'altra volta.
Cazzo l'avevo praticamente rimosso, non so nemmeno dove sia finito il suo numero o quale sia il suo nome.
Forse nel box doccia?
Mi ricorda la mia vocina del cazzo.
Mi alzo dalla mia postazione e le faccio il mio sorrisino.
<<Non ci provare stallone, sdraiati che ci penso io a te>>.
<<Sono tutto tuo>>.
Dico in tono ironico e allusivo.
<<Avrei preferito farti sudare in un'altro modo, ma...>>
Dice rimanendo in sospeso la frase e come sono solito fare prendo la palla al balzo.
<<Beh tesoro, possiamo sempre rimediare come e quando vuoi>>.
Lei ride e carica i miei pesi.
<<Bene vediamo la tua resistenza>>.
Non ne hai idea tesoro, ma se vuoi giocare chi sono io per dirti no?
Alzo e abbasso le braccia a ogni suo comando, il sudore cola dalla mia fronte, saranno venti minuti che andiamo avanti così senza sosta.
Alla fine si posiziona davanti alla panca calando la sua faccia quasi vicino alla mia.
<<Bene bene, devo dire niente male>>.
Poso lasse del peso e mi sollevo avvicinandomi a lei.
<<Se vuoi posso mostrarti altro>>.
Lei sta per dirmi qualcosa quando una voce, quella voce manda a farsi fottere gli ultimi venti minuti.
<<Marie, se vuoi possiamo darti una prova visiva della sua resistenza>>.
Marie certo! Ecco come si chiama la biondina.
Alzo lo sguardo e alla parete c'è Misa in pantaloncini cortissimi e reggiseno sportivo.
Sorrido e mi alzo sorpassando Marie e andando incontro a Misa.
<<Cazzo Misa! Mi dispiace non ne avevo idea>>.
Dice Marie spaventata e mortificata.
Mi blocco e mi volto verso quest'ultima.
<<Noi non stiamo insieme>>.
Dico a denti stretti.
Poi mi volto da Misa, che mi guarda con un sorrisino sul volto.
Quello di una che ha appena fatto sfumare sotto il mio naso le probabilità che avevo di andare via con la biondina.
<<No infatti>>.
Dice sempre guardando me ma parlando con lei.
<<Noi non stiamo insieme, ma...>>
E allunga un sorriso carico di vittoria.
<<...Posso garantirti che non ne vale la pena>>.
E non contenta aggiunge.
<<Ho perso solo tempo e ho dovuto pensarci da sola>>.
Oh che grande sbaglio bambolina, ora sono solo cazzi tuoi.
Marie mi sorpassa trattenendo un sorriso per quello che è stato appena detto, mentre Misa si afferra con le mani al piccolo telo sul suo collo stirandolo sul collo.
Mi avvicino piano, la palestra pulipa di gente che si allena e combattere, ma lei mi ha umiliato dicendo una cosa molto falsa, quindi vediamo dove andiamo a finire.
Arrivo vicino a lei e avvolgo la mano al suo collo fine e delicato issandola di poco, in modo che si mantenga sulle punte, schiacciando il mio corpo sudato al suo tirando il suo pantaloncino dal sedere.
<<Sai forse sono smemorato o addirittura pazzo...>>
Dico a un soffio dalle sue labbra continuando a spingere i miei fianchi verso i suoi.
<<...Ma ho un ricordo del tutto diverso dal tuo>>.
La schiaccio ancora e ora le sue gambe sono attaccate hai miei fianchi in una morsa letale e eccitante allo stesso tempo.
<<In entrambe le volte.>>
Concludo.
Mi stacco subito da lei che quasi cade e le tolgo il piccolo asciugamano dal collo buttandolo sulla mia spalla e lasciandola li sola e completamente insoddisfatta.
Mentre sono a pochi metri di distanza alzo un pó la voce per farmi sentire e facendo girare le persone che hanno assistito alla scena.
<<Quando sarai da sola pensami e sono sicuro che succeda spesso, pensa a questo momento ne rimarrai soddisfatta anche se non sono presente>>.
Mi volto e sento il suo sguardo addosso bruciare la mia schiena nuda, mi avvicino a Marie sussurandole all'orecchio in modo che senta solo lei.
<<Mi dispiace tesoro ma come vedi sono occupato>>.
La sorpasso per prendere le mie cose e andare via.

Misa
Oh mio dio mi ha umiliato davanti a tutta la mia cazzo di palestra.
No! Non può andarsene senza conseguenze.
Gli corro dietro mentre va verso gli spogliatoi.
Apro di scatto la porta, ci sono parecchi ragazzi nudi sotto la doccia e guardano tutto me.
<<Tutti fuori, ora!>>
Urlo, ma solo pochi di loro obbediscono.
Nessuno mi dà retta quindi alzando di più la voce ribadendo l'ordine.
<<Ho detto fuori se non volete assistere a un'omicidio.>>
In tutto questo lui è lì fermo ancora a dorso nudo col borsone in spalla che mi fissa e se la ride.
I ragazzi incominciano a uscire balbettando qualcosa.
Mi avvio e gli tiro in pieno petto un calcio ma mi afferra la caviglia tentando di farmi cadere all'indietro. Mi faccio forza sullo stesso piede tenuto fermo da lui e lo colpisco in pieno volto.
Riprendo il mio equilibrio e nei suoi occhi si accende qualcosa che mi rimane interdetta per un secondo, che a quanto pare mi costa caro perché vengo quasi colpita dal suo pugno che era diretto alla mia faccia.
<<Non te l'hanno detto che le donne non si colpiscono?>>
Ma lui non risponde e in un nano secondo me lo trovo addosso e cazzo non capisco come abbia fatto, cadiamo di peso entrambi sul pavimento dove ferma le mie mani sopra la testa.
<<Mi hai umiliato!>>
Urlo a pochi centimetri dalla sua faccia.
Lui sorride guardando le mie labbra.
<<Non osare baciarmi>>.
Continuo ma lui ancora non spiccica una parola.
Cazzo lo odio, mi dimeno sotto di lui e il bastardo chiude gli occhi come a godere del mio movimento.
<<Togliti>>.
Si alza piano e prendendo il suo borsone allontanandosi e lasciandomi a terra senza dire niente.

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