capitolo36

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Misa

Lo sento borbottare ma non mi curo minimamente di quello che dice. La mia mente è altrove, ma vederlo così e sentire le sue frasi senza senso mi ha strappato un sorriso, per un attimo mentre ascoltavo le sue parole ho dimenticato addirittura quello che avevo visto e sentito.
Sono nel bagno e aspetto che mister muscoli si decidi a venire.
Ripenso a tutta la mia vita, com'è possibile che Miko sia mio padre? Non mi ha mai detto niente, soprattutto non mi ha mai dato modo di pensarlo.
Probabilmente avrò sbagliato a sentire.
O semplicemente era un modo di dire.
Non riesco a capire più niente, ma i miei pensieri vengono interrotti da un imprecazione, alzo gli occhi e noto che Axel mi guarda e continua a imprecare per il mio abbigliamento.
<<Si può sapere cosa stai dicendo?>>
Gli dico sembrando arrabbiata, la verità e che vederlo così mi diverte da matti, ma lui non deve capirlo.
<<Mi vuoi tutto nudo bambolina?>>
Alzo gli occhi a cielo e gli indico il box doccia dietro di me.
<<Se vuoi ti scopo di nuovo.>>
Lo afferro per la maglia e lo tiro.
Sul suo volto appare un ghigno orgoglioso, probabilmente starà pensando che ho accettato.
<<Datti una lavata, puzzi come una distilleria.>>
Rimane per un attimo a fissarmi, devo dire che mi incanto anch'io per pochi secondi.
Alla fine rompe il nostro silenzio abbassandosi i pantaloni e calando con essi i box e rimane nudo in tutta la sua virilità.
<<Axel, devi muoverti!>> Lo ammonisco, ma niente lui continua.
<<Lo so che ti piace quello che vedi bambolina.>>
Lo sorpasso ed esco dal bagno per ordinare del caffè e pastiglie per farlo riprendere.
Quando rietro lo trovo nello stesso punto dove l'ho lasciato, che fissa a terra, ed è ancora tutto nudo.
<<Axel ma hai anche fumato?>>
S

buffo sonoramente e lo butto sotto l'acqua gelata, urla e continua a chiamarmi sadica del cazzo. Lo lascio li ed esco.

Finalmente dopo un ora sembra stare meglio, gli ho fatto bere molta acqua e prendere le pillole, anche se incontinua protesta. Ora però dobbiamo muoverci non abbiamo tempo da perdere Jian potrebbe trovarci da un momento all'altro, ma non ho paura per me ho paura che prenda anche lui, anche se la cosa non dovrebbe interessarmi, ma il solo peniero che possa fargli del male mi fa contorcere lo stomaco. Non gli permetterò mai più una cosa del genere, se qualcuno morirà quello sarà solo lui, e lo farò soffrire cosi tanto che mi pregherà di ucciderlo.
A quando pare Axel mi sorprende ancora, perché anche da sbronzo è stato una persona fedele. Gli ho chiesto più volte per chi lavorasse e mi ha sempre risposto che non erano problemi miei, la cosa mi ha irritato moltossimo,ma ho rispettato la sua scelta.
<<Sei pronta?>>La sua voce interrompe ancora una volta i miei pensieri, mi volto e lo guardo. Come fa un'uomo ad essere così sexy anche dopo una sbronza e una notte insonne?
Cazzo io se non dormo sembro un zombie.
<<Eh si. Ma ci servono delle armi e io ho bisogno dei miei pugnali e la mia Katana.>>
Si passa la mano sul viso e annuisce.
<<Lo so, vediamo cosa possiamo fare con la tua roba.>>
<<Abbiamo un mezzo a disposizione per muoverci?>>
<<Si c'è la mia auto.>>
<<Allora c'è l'hai l'auto? Pensavo che andavi in giro in taxi.>> Dico per irritarlo.
<<Certo bambolina. Fammi chiamare una persona e poi andiamo al mio appartamento per prendere le armi.>>
Il suo appartamento? Ci sono troppe cose che prima o poi Axel dovrà dirmi.
<<Michel, sono Gheller.>>
Gheller? Deduco sia il suo cognome.
<<Mi servono dei pugnali, una katana e armi a volontà.>>
E no cazzo io voglio la mia di katana, non una qualsiasi.
Vado per parlare ma ha già riattaccato.
<<No Axel, tu no capisci io ho bisogno della mia Katana, e stata fatta a posta per tagliare la testa di Jian.>>
<<Mi dispiace bambolina, non possiamo andare a casa tua.>>
<<Vaffanculo, e poi chi cazzo è questo Michel? Possiamo fidarci?>>
<<Certo che possiamo, lavora nella mia famiglia, è a servizio del mio capo da anni.>>
<<Non mi hai ancora detto il motivo della tua missione e sopratutto per chi lavori.>>
<<Quello che ti serve sapere è che dobbiamo abbattere Jian.>>
Fottuti figlio di puttana.
Lo sorpasso e esco dalla suite.
<<Misa ma dove cazzo vai? Sai almeno dov'è la mia auto?>>
Gli prendo le chiavi dell'auto dalla mano e percorro il corridoio per prendere l'ascensore e scendere nel parcheggio sotterraneo, seguito da Axel che sbuffa e impreca come un dannato.
<<Datti una mossa mister muscoli.>>
<<Che impaziente, vuoi proprio stare sola con me.>>
<<Oh ma smettila.>>
Raggiungiamo il parcheggio è lui ancora parla di chi deve guitare e perché. Sono quasi tentata di riprendere la moto rubata ieri.
Premo il pulsante e l'auto si illumina a due fila di distanza la raggiungo, non è male ma non è la mia subaru ma per arrivare al suo appartamento dovrebbe andare bene.
<<Misa cazzo, scendi subito.>>
Lo ignoro e metto in moto.
<<Sali mister muscoli. Non perdere altro tempo.>>
<<Merda! Mi farai diventare matto.>>
Urla e sale sbattendo forte la portiera.
<<L'indirizzo?>>
<<Ecco perché volevo guitare io. Così impiegheremo più tempo.>>
<<Smettila di fare la femminuccia.>>
Gli urlo e venti minuti dopo parcheggio nell'area del suo appartamento.
Ma che cazzo di posto di merda è questo?
<<Tu vivi qui?>>Dico scendendo dall'auto e guardandomi intorno.
<<No, ci lavoro. Ora muoviamoci.>>
C'è qualcosa che non va. Siamo in pieno giorno e c'è troppo silenzio.
<<Non è normale.>>
Lui mi guarda confuso mentre raggiungiamo il suo piano.
<<Cosa vuoi dire?>>
Ma non faccio in tempo a parlare che appena apriamo la porta dell'appartamento veniamo assaliti da una decina di uomini.
<<Misa attenta!>>
Mi giro, ma non troppo veloce a quanto pare, perché qualcosa colpisce la mia testa così forte da farmi cadere. Cerco di tenere aperti gli occhi e l'unica cosa che vedo è Axel che viene pestato da molti uomini.<<Axel.>> pronuncio il suo nome in una supplica, ma poi buio totale.

Spazio autrice: Il nostro Axel è stato preso e da ora in poi passerà dei brutti momenti. Votate e commentate.🖤

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