capitolo8

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Misa

La musica sovrasta ogni cosa, ma io sento tutto anche i suoi sorrisi maliziosi e i suoi pensieri che fa sul mio corpo.
Un punto per me.
Avvicino il calice alle labbra e non stacco mai lo sguardo da i suoi occhi provocandolo fino a fargli perdere completamente le staffe. Poso il calice e lecco le mie labbra.
<<Non mi hai ancora detto il tuo nome>>.
Dico afferrando i miei capelli e spostandoli sulla spalla destra.

<<Tu il mio lo sai>>.
Ribatto senza staccare gli occhi da i suoi, grazie a Sher ora lui è più avanti di me.
<<Axel, ma se non è di tuo gradimento puoi sempre chiamarmi mister muscoli.>>
Alzo lievemente le labbra in un sorriso.
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<D'accordo e mister muscoli sia.
E dimmi cosa ci fai qui?>> Lui posa il calice e si guarda intorno e poi ritorna su di me.
<<Lavoro bambolina, tu invece?>>
Stasera ho voglia di giocare vediamo chi vincerà.
<<Il mio nome lo sai>>.
Mi avvicino delineando la sua mascella con un unghia, dove la barba ben curata solletica il mio dito.
<<Ma tu non puoi chiamarmi bambolina, sono tutto fuorché una bambolina>>.
Afferra il mio dito con la sua mano stringendolo forte tra le sue dita.
<<Tu non sei come le altre giapponesi, sei diversa i tuoi lineamenti lo sono, come mai?>>
Mi divincolo dalla sua presa e mi siedo sullo sgabello difronte a lui accavallando le gambe, lui segue ogni mio movimento salendo piano dalle caviglie al mio viso senza tralasciare nulla.
<<Mia madre era italiana e mio padre giapponese>>.
Dico mentre cerco di non ritornare a lei e restare dove sono.
<<Che lavoro fai?>> Gli chiedo osservando le sue mani e noto che non ci sono anelli di cui dovrei preoccuparmi.
<<Lavoro al computer. Visito città e assumo persone che servono per l'azienda dove lavoro>>.
Mmh tutto direi di lui tranne che lavora dietro una scrivania.
<<Guardandoti non sembra affatto. Sei rude, una tastiera nelle tue mani avrebbe poca vita.>>
Lui si avvicina pericolosamente a me facendomi andare indietro e sbattere al bancone, sento il suo fiato sulle mie labbra.
<<C'è sempre altro oltre quello che vedi bambolina >>.
La sua risposta mi blocca, perché le sue parole non sono mai state così vere.
<<Balla con me>>.
Dico per distrarlo da altre domande.
<<Sai che questa è un'altra cosa che chiede l'uomo?>>
Dice alzando le sopraciglie e con l'ombra di un sorriso sulle labbra.
<<Beh, penso che hai notato che non seguo molte le regole>>.
Dico alzandomi e allungando la mia mano verso di lui.
E questa volta ride veramente.
<<Macché gentiluomo>>.
Mentre stiamo camminando lui mi afferra per un gomito e mi fa voltare prende una ciocca dei miei capelli e l'attorciglia ancora una volta nelle sue dita.
<<Dopo l'invito a ballare mi aspetto che mi porti a una parte appartata>> E contemporaneamente afferra il mio mento.
<<E la prassi no?>>
Rimango fissa sul suo viso dopo le sue parole, quest'uomo mi attira come una calamita. Si stacca da me e mi sorpassa, mi volto a guardarlo mentre cammina con tanta sicurezza e quell'aura di mistero che lo avvolge da renderlo dannatamente sexy.
E anche se odio ammetterlo, questo è un punto per lui.

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