capitolo37

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Axel

Figli di puttana, me l'hanno fatta sotto naso. Non l'avevo previsto, dannato l'alcol e ciò che ne sussegue.
Mi hanno pestato come un dannato animale e ora sono in piedi con le braccia in alto legato da delle catene che circondano i miei polsi, ho un sacco in testa e non ho la minima idea di dove sono.
Non so cosa mi abbiamo dato, ma dall'appartamento a questo posto sconosciuto ho persi i sensi a causa di un'iniezione che mi ha stordito completamente.
Misa, mio dio fa che stia bene. È stata colpita così forte alla testa che temo non si risvegliarà più.
Dannati bastardi, se le è successo qualcosa me la pagheranno molto cara e al diavolo Kevin con tutto il resto, non perderò anche lei senza lottare.
Cazzo l'ho detto veramente.
Sento dei rumori, giro la testa a destra e a sinistra per capire la provenienza del rumore.
Si sentono delle voci, dal loro tono capisco che sono in tre.
Parlano in giapponese, ma purtroppo per loro io lo parlo benissimo.
Sento un rumore metallico stridare sul cemento e capisco che si tratta di qualche asta di ferro. Bene sono pronto.
<<Bene bene, chi abbiamo qui?>>
Mi agito e gli anelli delle catene cantano tra loro una melodia dedicata solo a me.
<<Si chiama Axel Gheller signore.>>
A benissimo a quanto pare Jian mi ha onorato della sua presenza.
<<Batman, toglimi questa merda dalla testa e parla con me da uomo.>>
Anche se a pensarci bene non è la sua faccia che voglio vedere mentre mi torturano fino alla morte
Intorno scoppiano delle risate.
<<E chi sarebbe batman?>>
<<Tu ciccione. Ora liberami.>>
<<Liberatelo dal telo.>>
Sento un movimento in avvicinamento e il sacco che avvolge il mio capo si alza e i miei occhi si abituano alla penombra della stanza.
Ma dove cazzo siamo? Sembra un magazzino.
Mi concentro sui tre moschettieri difronte a me e noto che Jian è impeccabile nel suo abito su misura nero e bianco.
<<Cazzo, Jian sembri più pinguino.>>
E rido di vero gusto, ma la cosa non va giù a nessuno e vengo colpito all'addome con la mazza di ferro, dal dolore mi piego quasi a far salire le ginocchia al petto.
<<Cazzo!>> Cerco di regolare il respiro e far scendere il dolore.
Ho appena notato che indosso solo un paio di jeans, merda mi hanno pure spogliato.
<<Come osi parlarmi così? Pensi che essendo entrato nelle mutande di quella vergognosa di Misa tu possa proferire parola?>>
Mmh Misa, è il mio chiodo fisso, fa che stia bene. Cazzo dovevo fidarmi di lei e dirgli per chi lavoravo, ora morirò qui, solo e senza che nessuno lo sappia.
<<Come mi avete trovato?>>
Chiedo per deviare l'argomento Misa.
<<Avete ballato nel mio locale, avete scopato nella mia palestra e mi chiedi come io abbia fatto ad arrivare a te?>>
Cazzo! Abbasso gli occhi a terra e mi rendo conto solo ora che a causa di Misa ho fatto un sacco di errori.
<<Lei dov'è?>>
Chiedo per avere conferma dei miei pensieri in subbuglio.
<<Ti preoccupi per lei? Per lei non vali nulla, ha sempre voluto solo me. Il fatto che non l'abbia mai accettata ha creato in lei un'ossessione, un'insicurezza. Ma quello che non sa è che io non la voglio perché lei non è mia.>>
Lo guardo, ma non stupito avevo già qualche sospetto.
<<Amavo sua madre, ma lei non ricambiava. Forse perché lo rapita all'età di diciassette anni, sai volevo fare un dispetto alla sua famiglia.>>
Dice facendo spallucce, ne parla come se avesse rubato un dolcetto dalla dispensa, psicopatico del cazzo.
<<Sicuro di non essere tu il padre, sai siete due sadici.>> Gli dico per stuzzicarlo, ma un'altra botta arriva più forte della precedente, ma questa volta sul mio fianco destro.
Non urlo e mi mordo la lingua piegando il mio corpo di lato.
<<Ho sorpreso sua madre con Miko, cosa avrei dovuto fare? Crescere quella bastarda come mia? Ho fatto la scelta migliore per tutti, ho riconosciuto Misa alla nascita uccidendo sua madre e obbligando Miko a crescere la bambina e non dicendogli mai la verità, fino a qualche giorno fa.>>
Mio dio quest'uomo è un folle.
<<Perché non hai mai ucciso Misa?>>
Chiedo non sapendo se voglio sapere veramente la verità.
<<Mi ricorda sua madre e poi è la nipote di una grande ed importante famiglia italiana.>>
Non posso crederci ricordo l'evento che colpì la grande famiglia De Rosa in Italia, furono comprese molte altra famiglie mafiose nella sua ricerca, i Riello compresi.
Io ero solo un bambino, ma lo ricordo perfettamente.
<<Misa è una De rosa?>>
<<Si esatto, un giorno mi servirà. Sai come funziona no? Anche tu sei qui per qualcosa del genere o mi sbaglio? Sei americano, quindi deduco che sei un Riello. Tranquillo manderò la tua testa come souvenir a Kevin.>>
Cazzo, è più sveglio di quello che pensavo.
Una botta sulla mia spalla arriva così all'improvviso che mi strappa un'urlo.
Bastardo.<<Quando faccio una domando eseguo una risposta.>>
<<Va a farti fottere ciccione.>>
Un altra a strangata e un altra ancora. L'asta colpisce il mio corpo ripetutamente finché non compaiono dei segni viola. Il dolore annebbia la mia mente e il collo fatica a reggersi, la bava cade dalla mia bocca finendo sul cemento sotto di me.
<<Dai Asso. È così che ti chiamano
no?>> Alzo la testa e lo guardo stupito per tutte le informazioni che ha su di me.
<<Dimmi, cosa vuole un Riello da
me?>> Non rispondo e i due omoni colpiscono ancora.
<<Usate le manieri forte.>>
Uno di loro si ferma e prende dalla tasca posteriore un tira pugni. È diverso dagl'altri ha dei piccoli spuntoni sul davanti.
<<Fai quello che devi Jian, sono pronto.>>
<<O ma che uomo. Colpite ma non uccidetelo, deve soffrire.>>
L'uomo al mio fianco colpisce e gli spuntoni del tirapugni si conficcano all'altezza del costato, il sangue esce da quattro fori perfettamente allineati. Trattengo le urla ma dopo non so quante percosse e quanti fori il mio corpo cede alla fine perdo i sensi.
Spero solo che Misa sia abbastanza sveglia per capire cosa fare.

Spero solo che Misa sia abbastanza sveglia per capire cosa fare

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