capitolo 29

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Misa

Mi fermo all'hotel di Axel nascondendo la moto nel garage come richiesto da lui.
<<Ora tu farai esattamente come ti dirò, non possiamo essere scoperti>>.
Dice afferandomi il polso e camminando velocemente, il contatto tra le nostre mani mi da una piccola scarica elettrica, ma non le do peso associando la situazione a tutto quello che è appena successo. Per delle personi normali sarebbe assurdo, ma non per me è a quanto pare nemmeno per Axel.
Ci togliamo la maschera è cerchiamo di arrivare alla sua camera senza dare molto nell'occhio, anche se sembra impossibile visto come siamo conciati.
Lui anche se è un cazzo di Dio greco è comunque sporco di sangue e il suo smoking è un disastro.
Io d'altrocanto indosso uno straccio rimanente del vestito, schizzata di sangue ovunque mi guardi.
Saliamo nell'ascensore e un flashback dell'ultima che siamo stati qui dentro chiusi mi riempe la mente. Mi volto e credo che lui stia pensando la stessa cosa perché sorride lievemente, ma non osa proferire parola.
Arrivati alla sua camera apre con la chiave magnetica e ci infiliamo subito dentro.
Mentre mi guardo intorno Axel parte subito all'attacco.
<<Allora Misa, hai niente da dirmi?>>
Mi volto e mi siedo sul letto sbuffando e abbassandomi per togliere le scarpe.
I suoi occhi seguono ogni mio movimento e nascondo un sorriso compiaciuto.
<<Cosa dovrei dirti?>> Dico per guadagnare tempo e capire cosa rivelare.
<<Stai scherzando vero?>>
Si avvicina e si toglie la giacca e la camicia.
E questa volta lo guardo io.
Ma a differenza mia lui non nasconde il suo ghigno di soddisfazione.
È talmente perfetto che sembra surreale.
<<Allora parli o devo farti un quiz?>>
Non so cosa dirgli si è trovato al posto sbagliato al momento sbagliato e non so ancora chi cazzo sia e se posso fidarmi.
Per quando ne sappia potrebbe lavorare per mio padre.

Ma ti ha salvato e ha combattuto con te.

Si vocina del cazzo lo so, ma questo non giustifica la sua presenza al gala di stasera. Per essere entrato aveva bisogno di un pass, quindi secondo i miei calcoli e stato invitato. E se fosse entrato come te?
<<Misa...>>Vengo riscossa dalla sua voce che mette fine al mio monologo interiore.
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<Stavo lavorando e tu hai mandato tutto a puttana.>>
Lui sbarra gli occhi incredulo.
<<Scusa?>> Si avvicina ancora sollevandomi per la gola e alzandomi dal letto.
<<Oh bambolina, senza di me quell'uomo ti avrebbe sparato senza esitazione.>>
Ma che cazzo! Come può essere eccitante anche mentre cerca di farmi paura.
Anche se non ho minimamente paura di lui, potrei ucciderlo usando due delle mie dita.
<<Misa non farmelo ripetere>>.
Alzo un sopracciglio e avvicino il mio viso al suo.
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<Altrimenti?>>

<<Non ci provare prima parli e poi ti scopo, sai come funziona no?>>

Oh mio dio. Vorrei dire di essermi offesa per le sue ultime parole ma mentirei. Cazzo quest'uomo e stato creato per me.
<<A patto che tu mi racconti chi sei veramente.>>
<<D'accordo bambolina spero solo di non doverti uccidere alla fine.>>
È

una minaccia?
<<Semmai ne sai capace mister muscoli.>>
Lascia il mio collo e lo sorpasso per sedermi sul letto.
<<Come sai mi chiamo Misa, ma quello che non sai è che il mio cognome è Asako.>>
Lui non si scompone minimamente e lo guardo per aspettare una risposta, ma non arriva.
<<Non dici niente?>>
Si appoggia al mobile bar e mi fa segno di continuare e si accende una sigaretta mentre mi butta il pacchetto.
<<Va avanti!>>Dice brusco.
<<Bene! Sono la figlia di Jian Asako, come tu ben sai il capo del Giappone>>.
Nei suoi occhi vedo un lampo ma continuo a rimanere muto e questa situazione mi crea un leggero imbarazzo.
<<Questo nessuno lo sa. Sono stata messa al mondo da mia mamma che è morta subito dopo, cresciuta da una tata dei domestici e Miko il mio istruttore e allenatore, senza contare le guardie che ho ucciso>>.
Noto che stringe il bordo del mobile facendo sbiancare le nocche.
<<Perché eri lì stasera?>>
Finalmente decide di partecipare alla conversazione. Abbasso lo sguardo sulle mie mani e continuo.

<<Devo uccidere quell'ammasso di grasso di Jian e portare la testa sulla tomba di mia madre.>>
Q

uando alzo lo sguardo lo trovo a fissarmi con un sopraciglio alzato e una smorfia di confusione disegnata sul volto.

<<E perché proprio stasera? Avrai avuto tante occasioni nella vita. Pranzi cene, compleanni. Chi idiota vorrebbe ammazzare il grande Jian Asako nel bel mezzo della sua festa?>>
Mi alzo e accendo una sigaretta aspirando il fumo avidamente.
<<Purtroppo o fortunatamente non ho mai avuto l'occasione come dici tu>>.
Lui ride e si passa la mano tra i capelli in segno di frustrazione.
<<Quello che dici non mi torna. Perché cazzo non sapevo della tua esistenza? E perché cazzo ho incontrato proprio te quella sera al jaja?>>
Perché avrebbe dovuto sapere della mia esistenza e poi che cazzo sta insinuando?
<<Perché non l'ho mai visto! E il reato è stato solo un caso>>.
Urlo guardandolo negli occhi.
<<Ogni volta che mi avvicinavo o che almeno provavo a farlo, lui ordinava hai suoi uomini di uccidermi.>>
Lo vedo serrare la mascella, qualcosa non mi torna a me questa volta. Axel è sempre stato un mistero e ogni volta che lo vedevo me ero più convinta. Ma ha fatto scattare qualcosa in me che ha offuscato il mio giudizio e mi ha resa vulnerabile e stupida.

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