capitolo31

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Axel

La seguo mentre raggiunge la mia stanza. Non posso dirle tutta la verità, ma non so perché ci tengo che lei sappia che non sono un suo nemico.
Chiudo la porta dietro di me e mi accomodo sul grande divano che occupa la stanza.
<<Allora Axel, me lo dici tu o facciamo un quiz?>> Ed eccolo quà, quell sfrontatezza di lei che mi fa impazzire.
So che tutta questa situazione è assurda, ma c'è qualcosa in lei che mi rende completamente folle. Sarà il profumo, il carattre, le labbra sinceramente non lo so. Posso solo dire che a quanto pare tutto mi fa impazziredi lei, ma non dovrà mai capirlo.
Allugo le gambe e inncrocio le dite.
<<Il mio lavoro era quello di indebolire  la grande forza creata da tuo padre. Ci lavoro da anni, ogni sua mossa, conti bancari, matrimoni, figli e chi piu ne ha più ne metta. Sono qui da un mese e sono pasato sempre inosservato.>>
Finchè non sei arrivata tu.
Lei mi guarda, ma non sembra stupita, direi delusa.
<<Allora hai qualcosa da dire?>>
Si alza e comincia a cammiare avanti e indietro.
<<Sapevo che nascondevi qualcosa lo sapevo! È stata la prima cosa che ho pensato.>>
Vorrei dirle che sono sicuro che non sia stato questo il suo primo pensiero ma la lascio continuare.
<<Sapevo che cera qualcosa di misterioso.>>
<<Per questo quella sera mi hai scattato una foto?>>
Si blocca sul posto e mi guarda allibita.
Colpita e affondata bambolina.
<<E tu che cazzo ne sai?>>
Tiro le gambe su appoggiando miei gomitti su di esse.
<<So molte cose bambolina.>>
Prendo l'ennesima sigaretta e lˋaccendo, buttando il fumo appena inalato verso di lei. <<Diciamo che dopo ho fatto delle ricerche su di te>>.
Il suo viso cambia espressione, passando dallo stupore a pura rabbia.
<

<Mi hai spiato?>>
Vorrei tanto dirle di no, ma mentirei.
<<Per dirla tutta ho anche inserito una piccola cimice nella tua borsa, per i tuoi movimenti sai.>>Dico alzando un sopraciglio per irritarla ancora più.
<<Figlio di puttana! Allora i nostri non erano incontri casuali, era tutto programmato?>>
Mi alzo e la raggiungo.
<<No, quelli ero causuali. Non ti ho mai pedinato, volevo solo sapere se eri immischita con Jian e a quando pare è così.>>
Lo solo scoperto troppo tardi.
Mi sento uno stupido non averlo capito prima. Ma lui è il grande Jian per una ragione, fa funzionare la sua organizzazione senza far trasparire nulla al di fuori e nascondere la nascita di un'erede per lui sarà stato un gioco da ragazzi.
Ma da quando mi ha dato questa notizia, un idea mi balena nella testa senza sosta. E se fosse una bugia? E se Jiana avesse nascosto Misa per una ragione?
<<Senti Misa, ti ho detto fin troppo, però insieme possiamo arrivare al nostro obbiettivo>>.
Si avvicina a me e mi afferra per il collo, premendo il suo viso al mio.
<<Noi?>>Stringe ancora di più ma la lascio fare.
<<Non c'è nessun noi ricordi? Io non lavorerò mai con te e soprattutto per qualsiasi altra persona sia al di sopra di te. Potete fottervi insieme.>>
Le sue dita premono sulla mia trachea e faccio fatica a respirare, lei lo nota ma non molla. Il suo volto è cambiato e scuro, rabbioso.<<Misa...>> Le afferro il collo anch'io ma non demorde.
<<Cambatteremo insieme.>>Le dico un pó a fatica. A queste parole sembra ammorbidire sempre più la presa finché non molla e si allontana.
<<Cosa vuoi in cambio?>>
Mi tocco il collo e mi avvicino.
<<Niente, ora lavoriamo insieme.>>
La sorpasso e mi avvio verso il bagno.
<<Faccio una doccia e ne discuteremo.  intanto ordina qualcosa.>>
Chiudo la porta e espiro lentamente, spero che questa sia la volta buona e spero di non sbagliarmi nel coinvolgere  Misa.

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