capitolo35

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Axel

La bottiglia di Jack è quasi finita, ma il dolore rimane.
Cazzo! Ero stato così bravo in quest'anni a isolarmi dal dolore senza mai affrontarlo. Ma a quanto pare non si sfugge dal passato, lui ti trova sempre. Bastardo.
Il barman si avvicina, mmh che cazzo vuole questo e perché mi guarda così?
<<Signor Misan... Mi scusi.>>
Ma chi cazzo è Misan? Mi guardo intorno per capire con chi sta parlando. Ah si giusto! Il mio nome falso.
Ma perché continua a guardarmi come se avessi due teste?
<<Che cazzo vuoi ragazzo?>>
<<Non voglio disturbarla ma...>>
Oro lo ammazzo.
<<Parla cazzo!!>> Dico sbattendo il pugno sul bancone.
<<Le cameriere hanno sentito delle urla dalla sua stanza.>>
Ma di cosa parla e quali urla?
Mi alzo e la stanza gira come una giostra.
Mi afferro al bancone con una mano mentre chiudo gli occhi.
<<Perché la stanza gira?>>
Chiedo a nessuno in particolare.
<<Signore non è la stanza che gira ma la sua testa. Mi permetta di accompagnarla in camera.>>
Mi giro di scatto alle sue parole e all'impatto ne vedo due.
<<Ma chi cazzo ti credi di essere non ho bisogno di te. Io non ho bisogno di nessuno, tanto meno di quella bambolina del cazzo.>>
Strascico le parole, ma sono sicuro che abbia capito lo stesso. Almeno penso, perché vedo il suo volto in una smorfia di confusione
<<Ah dimenticavo...>> Dico rivolto al barman.<<... Va a farti fottere.>> E vado via lasciandolo li mentre provo a raggiungere la mia camera.
Per trovare l'ascensore impiego si e no
venti minuti ma alla fine arrivo alla porta della mia suite, frugo tra le tasche dei pantaloni e dopo quelli che a me sembrano minuti interminabili trovo la chiave magnetica.
Eccoti qui ad Axel non sfugge niente.
Appena entro nella stanza il buio totale invade i miei occhi, cammino piano reggendo il mio corpo al muro.
<<Dove cazzo è l'interruttore?>>
Provo a tastare ma non trovo nulla, piano i miei occhi si abituano all'oscurità e nell'angolo intravedo una sagoma accovacciata.
In un primo momento i miei sensi si allarmano e mi tocco per trovare la pistola, ma dopo pochi secondi il mio cervello annebbiato dall'alcol connette e si ricorda della mia bambolina.
Mia certo. È mia.
<<Sai sei proprio una stronza.>>
Le dico mentre cerco di raggiungere il divano.
<<Sei talmente stronza che mi hai fatto bere per dimenticare.>>
Mi siedo e alzo le gambe sul tavolino.
Cazzo c'è l'ho fatta l'ho azzittita.
Bravo Axel.
<<Non ci credo! Ti ho lasciata senza parole.>>
Vai continua così.
<<Hai sconvolto i miei piani di lavoro, il mio capo non sarà contento, se faccio saltare la mia copertura mi ucciderà.>>
<<Forse sto esagerando, ma è meglio esagerare così si sentirà in colpa.>>
E rido della mia idea.
<<Per chi lavori Axel?>>
<<Cazzo ero stato così bravo. Perché ha dovuto parlare.>>
<<Ti rendi conto che stai pensando ad alta voce?>> Mi dice.
Ma che cazzo dice? Non sono così ubriaco.
<<Tu mi provochi, lo sai fare benissimo. La cosa strana sai qual'è? E che mi piace e mi fai impazzire questa situazione. >>
Cazzo forse sono veramente ubriaco.
<<Dimmi Axel, così possiamo lavorare insieme per chi lavori?>>
Ho bevuto, ma non sono stupido.
<<Non provarci bambolina.>> Le dico. Non vedo il suo viso ma intravedo ancora il suo corpo accovacciato vicino al muro.
<<Perché prima sei scappato?>>
Io non sono scappato, io non scappo. Mai.
<<Sai Misa, il mondo non gira intorno a te. Il mondo ha tanta gente che vive e anche se sembra strano io ho avuto una vita prima di te. E si chiamava Tanya.>>
Cazzo fa ancora male. Sono anni che non dico il suo nome ad alta voce.
<<È morta?>>
<<Cazzo... Sei proprio delicata.>>
Dico sarcastico.
<<Comunque si è morta. E fa ancora male.>>
<<Eri innamorato di lei?>>
Stronza sta girando il coltello nella piaga.
<<Non sono cazzi tuoi.>>
Dico orgoglioso delle mie parole.
Bravo Axel. Mi do una pacca mentale sulla spalla.
<<Miko è morto.>> Dice ad un tratto.
Aspetta! Chi è Miko?
A si, il suo professore o maestro. Qualcosa del genere.
<<Lo immaginavo.>> Dico per rimediare al mio silenzio.
<<Fatti una doccia Axel. Riprenditi mangia qualcosa e cerca di essere lucido.>>
<<Non darmi ordini bambolina.>>
La vedo alzarsi dal suo angolino e venirmi intorno,indossa ancora mia t-shirt e cazzo è sexy, ma c'è qualcosa di diverso in lei.
<<Bambolina non possiamo scopare, come dite voi donne: "Non sono dell'umore">>
All'improvviso accende la luce è d'istinto chiudo gli occhi e mi lamento.
<<Oh ma che cazzo fai? Spegni la luce sadica del cazzo. Ti piace proprio vedermi soffrire.>>
Sento l'acqua scorrere.
<<Te la farò pagare bambolina.>>
Urlo e continuo a lamentarmi.
<<Alza quel culo di marmo Axel.>>
Alzerei il tuo di culo bambolina.
Devo solo riprendermi cazzo, sembro mio nonno.

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