capitolo 40

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Axel

Non so quanto tempo sia passato da quando sono legato a queste maledette catene, a ogni movimento il suono metallico mi ricorda che morirò qui.
Sono senza forze, il corpo si è afflosciato lasciando il peso nelle braccia. Le gambe hanno ceduto molto tempo fa a causa delle bastonate.
Il sangue colato dalle ferite ormai è secco e non sento più la faccia a causa dei pugni. Il naso è il labbro sono rotti e il mio occhio destro fatica a restare aperto. So per certo che sia passato un giorno perché sopra di me c'è un piccolo lucernario da dove filtra la calsa luce del sole.
Misa... Cazzo dopo tutto quello che sto subendo il mio pensiero è ancora lei.
Ormai si sarà già dimenticata di me e starà andando avanti con la sua personale vendetta.
La porta del magazzino si apre e i due omoni che mi hanno pestato fanno il suo ingresso. O cazzo! Che hanno in mente ora?
Hanno una in mano una scatola, non riesco a vedere bene, ma sono sicuro che il contenuto non mi piacerà.
<<Sei sveglio?>>
Domanda quello con la faccia da culo.
<<No sto dormendo beatamente non vedi?>>
Un piccolo attacco di tosse graffia la mia  gola secca, sono disidratato e debole da far schifo, ma questo non mi impedisce di provocare i due scimmioni.
<<Fai lo spiritoso eh?>>
<<No genio, sono solo molto contento di vedervi.>>
<<Si posso immaginare. Sai la tua "Bambolina"...>>
Misa!
<<Sta dando del filo da torcere al suo paparino.>>
<<Si posso immaginare.>> Dico abbozzando un sorriso orgoglioso.
<<Voi due siete perfetti.>>
Alzo di poco la testa e lo guardo e cerco di alzare un sopraciglio, ma il mio viso sembra paralizzato.
<<Che vuoi dire?>>
Si avvicina e si accende una sigaretta e con molta calma mi gira intorno, mentre l'altro se la ride.
<<Sono sicuro che amerà il video di te dove vieni pestato.>>
L'altro idiota continua a ridere e la rabbia mi assale lenta, tranquilla, micidiale.
Gli faccio cenno di avvicinarsi, lui piano diminuisce la distanza ma non di molto. <<Che cazzo vuoi?>> Dice masticando quello che penso sia tabacco.
<<Ho un messaggio da darti idiota. Voglio che dica a Misa una cosa da parte mia.>> Dico molto lentamente.
Lui si avvicina e allunga la testa per capire meglio, mentre l'altro osserva e scuote la testa incredulo.
Faccio forza nelle braccia e con le mani mi aggrappo alla catena e con le gambe circondo i suoi fianchi e lo tiro a me con molta violenza e gli assesto una testata così forte da fracassargli il naso e rompergli i denti.
Cade subito a terra mentre io tossisco forte per lo sforzo.
<<Sei morto, sei morto cazzo.>>
Urla mentre si dimena e si tiene la faccia piena di sangue.
<<Dimmi qualcosa che non so.>>
<<E tu che cazzo ridi?>> Dice vicino a faccia da culo.
<<Ha ragione sei un idiota.>>
Cazzo questi sono proprio strani.
<<Va bene ora basta. Non mi va di sporcare le mie scarpe.>>
Si avvicina alla scatola e estrae quella che sembra una cazzo di bomba.
Ma stiamo scherzando?
<<Questa verrà messa difronte a te e conterà il tempo che ti separerà dalla vita, spero possa farti compagnia.>>
<<Davvero? Non sapete fare di meglio tutto qua?>> Lo stuzzico.
<<Il capo e stanco di te. E vuole vedere esplodere il tuo corpo insieme a questo posto. Per quello che vale è stato un vero piacere.>>
<<Non ne hai idea.>> Rispondo sorridendo.
<<Ah faccia da culo dimenticavo...>> Lui si volta e la mia risata fa da esco nel grande magazzino in modo molto roco.
<<Guardati sempre le spalle.>>
<<Si certo, ci vediamo Asso.>> E esce dal magazzino seguito dal l'altro idiota che si tiene ancora la faccia.
Ora difronte a me ho una bomba che non ho la minima idea di quando esploderà visto che non vedo bene.
Perfetto cazzo.
Ma io sono Asso cazzo, devo trovare solo un modo. Un modo c'è sempre.

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