capitolo 41

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Misa

Un giorno cazzo, è passato un giorno e il grande Kevin Riello non si è ancora fatto vedere.
Sono furiosa ho abbattuto tutti i locali, ucciso più guardie possibile e dato fuoco a tutto quello che portava il nome di Jian Asako, cartelli pubblicitari compresi.
Dietro di me ho lascialo solo macerie.
Bryan e Jim mi affiancano mentre entriamo nella nostra palestra seguiti dal resto del gruppo.
Sbarro le porte e do ordine a Sarja di evacuare l'interno entro cinque minuti.
<<Misa dobbiamo proprio? Ci sono troppo affezionato a questo posto.>>
Volto il capo nella direzione di Bryan.
<<Dai fuoco a questo posto è a ogni singolo attrezzo. Tranquillo la ricostruirò, ma questa volta col mio nome.>>
Lui annuisce e esegue il mio ordine seguito da Jim.
Le ragazze mi affiancano.
<<Ragazze date una mano.>>
Mentre io estraggo il telefono per registrare tutta la scena. Le fiamma salgono piano avvolgendo ogni singola stanza e mangiando ogni singolo attrezzo.
Mi fa male vedere il mio posto preferito avvolto dalle fiamme più oscure, ma quello che non mi aspettavo è il dolore che ho provato distruggendo il jaja, la sala da ballo, il prive era tutto collegato a lui. Ho passato tante serate lì dentro, ma il mio cervello ricorda sola quelle con Axel.
Pensando a lui il solito macigno si deposita sul mio stomaco e il groppo alla gola fa vacillare il mio respiro.
Axel ti prego resisti.
Il posto è ormai l'inferno salito in terra le fiamme divorano tutto e mi godo l'ennesima vittoria.
<<Lo salverei tranquilla.>>
Mi volto e Jim mi affianca, ha la faccia da cane bastonato.
<<C'è la metterò tutta.>>
Lui annuisce e abbassa lo sguardo.
<<So che lo farai.>>
Mi sento quasi in dovere di chiedergli scusa, ma poi ripenso che con lui ho sempre parlato in modo chiaro, mi dispiace è chiaro, ma se si è fatto strane idee su di noi è solo colpa sua.
E tu con Axel? Che idee ti sei fatta?
Vengo riscossa da un video messaggio.
<<No, no, no.>>
Urlo al telefono, le gambe vengono invase da un tremolio a me estraneo, il petto si comprime e cado sbattendo le ginocchia sul prato curato.
<<Misa che succede?>>
Sher corre verso di me e prende il mio telefono, io cado in ginocchio e i miei occhi incominciano ad annebbiarsi a causa delle lacrime.
Sto piangendo. Non è possibile.
Non voglio vedere cosa contiene il video. Voglio avere l'illusione che ho ancora tempo che Axel è ancora la fuori che mi aspetta, anche se conciato in malo modo.
Il video parte è le urla di Axel invadono il mio udito.
<<Stacca quel cazzo di video.>> Urlo come se dovesse sentirmi il mondo intero.
<<Misa alzati cazzo. Non sai se sia morto è solo un video delle torture che sta subendo.>> Alzo il capo e incontro lo sguardo di Sher che mi porge la mano.
<<Andiamo da lui.>>
Ordino risoluta.
<<Ma che stai dicendo Misa?>>
<<Io vado da lui, chi vuole seguirmi è il benvenuto.>>
Non aspetterò che il re di New York ci onori della sua presenza.
Vado incontro a morte certa, ma non vivrò su questo mondo senza il mio Axel.
Ecco l'ho detto.
Monto in moto ignorando le proteste dei miei amici intasco in telefono, ma non prima di aver mandato le coordinate delle casa di Jian.
Almeno sapranno dove sono.

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