capitolo 32

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Misa

Per la prima volta qualcuno mi propone qualcosa senza niente in cambio.
Il mio istinto mi dice di non fidarmi, ma Axel è qualcosa di così inspiegabile, quasi travolgente. È piombato un pó per caso, un pó per destino nella mia vita e la travolta, ma non riesco a non fidarmi.
I miei pensieri vengono interrotti dallo scatto di una porta, dove ne esce un Axel gocciolante, con solo un asciugamano in vita, lo guardo sfacciatamente memorizzando ogni suo avvallamento, ogni suo muscolo scolpito nel dettaglio.
<<Sai, la tua sfacciataggine mi sorprende sempre di più.>> Mi dice sorridendo.
Mi alzo e mi avvicino.
<<Si lo credo anch'io. Ora se vuoi scusarmi...>> Dico sorpassando il suo corpo che emana un odore di muschio a dir poco afrodisiaco. Tolgo dalla testa il mio straccio di vestito e lui rimane lì a fissarmi e sfacciatamente come dice lui apro l'acqua della doccia e salgo senza esitazione.
Cazzo sono bipolare. Poco fa stavo per ammazzarlo e ora lo sto invitando per del sesso nella doccia.
Mi insapono ma di lui nemmeno l'ombra. Credo che abbia rifiutato quando percepisco il suo sguardo su di me, sono di spalle, ma lo sento bruciare di desiderio.
Mi volto  nei suoi occhi non c'è solo desiderio, ma qualcosa misto a confusione, forse penserà anche lui che io sia matta da legare e forse è vero visto il mio strano comportamento.
Sale nell'enorme box doccia e io come una scolaresca incomincio ad indietreggiare.
<<Non scappare da me...>>
La sua mano solleva una ciocca bagnata dei miei capelli dalla faccia.
<<Perché ti prenderò sempre.>>
Sembra quasi soffocante l'aria qui dentro e non so se è dovuta a lui o al vapore.
<<Mi prenderai solo se...>>
Le sue labbra sfiorano il collo e un piccolo gemito esce senza preavviso.
<<Solo se?>> Mi ricorda che non ho finito la frase.
<<...Vorrò farmi prendere.>>
Le sue mani sfiorano leggermente i miei fianchi.
<<Cosa vuoi da me Axel?>>
Chiedo cercando di guardarlo.
<<Io... Non lo so.>>
Si ferma con la fronte sulla mia e d'istinto gli acarezzo i capelli.
<<So solo che ora ho bisogno di te>>.
Tante, troppe domande invadono la mia mente,d ai suoi meravigliosi occhi percepisco dolore e delusione, ma sono sicura che questi sentimenti non siano rivolti a me, ma a sé stesso.
<<Anch'io ho bisogno di te>>.
Un piccolo sorriso prende vita sulle sue labbra è tra vapore acqua incominciamo come sempre la nostra lotta.
Prende le mie mani e le alza sulla mia testa facendole aderire alla parete di pietra alle mie spalle.
La sua fronte è ancora attaccata alla mia e non voglio che si stacchi per nessuno motivo, con la mano libera afferra il mio sedere d'istinto gli lego le gambe hai fianchi. Mi prende senza distogliere lo sguardo da me, si muove ad un ritmo così naturale, così unico, così... da lui.
Per la prima volta vorrei baciare quelle splendide labbra, ma non posso non è da me. Ma come se mi avesse letto nel pensiero mi stringe ancora di più facendo alzare la mia testa e tendere i muscoli del mio collo.
<<Non farlo Misa, la prima volta è stato uno sbaglio>>.
Stacco le mani dalla sua presa e le abbasso affondando le dita nei suoi capelli.
<<Non è nei miei canoni baciare. È troppo intimo.>>
Forse ho detto una stronzata lo so, ma non voglio farmi vedere debole in nessun modo. Alle mie parole sorride e mi stacca dalla parete tenendomi sempre ben salda a lui e sedendosi sulla piccola penisola in pietra del box doccia.
<<Fammi vedere cosa sei capace di fare Misa>>.
Come se non lo sapesse.
Prendo il comando e insieme ci prendiamo cura l'uno dell'altro, come mai nessuno prima. Non so cosa significhi tutto questo, a dirla tutta penso che sia un'enorme pazzia, ma secondo alcuni doveva essere il mio nome.
Per la prima volta nella mia vita ho paura, paura di non sentirmi più
così... Completa.

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