chapter 20

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Facemmo un altro giro di corsa per tutto il perimetro della città per poi fermarci improvvisamente davanti ad un gruppo di esclusi.

«cosa succede?» domandò il numero.

l'avrei chiamato così,per tutto il tempo.

«esclusi,non stanni facendo niente come loro solito»

«guarda rigida» disse Peter,un ragazzo completamente antipatico.
«la tua nuova famiglia,dì ciao a mamma»

Beatris non rispose alle provocazioni,ma li feci io.

«sta zitto prima che ti uccida» ringhai.

Il numero disse di far silenzio e che dovevamo rientrare per l'allenamento stile poligono.
Rientrati al quartier generale,raggiungemmo il tetto che era allistito con dei bersagli da colpire con il fucile.

Ci raggiunse anche eric,per osservarci e allora mi concentrai meglio.
Odiavo essere osservata costantemente,mi mettevano sotto pressione e sapevo anche che Quattro l'aveva capito.

Sentivo la sua figura dietro di me che guardava la direzione dei colpi,che non arrivavano perché la causa era lui...

Se solo lui si fosse tolto dai coglioni,avrei fatto meglio.

«hai una pessima mira» commentò.

«vuoi vedere la mira che ho utilizzando te come bersaglio?» sorrisi.

«non mi prenderesti neanche a due metri di distanza,narciso»

Presi il fucile meglio, guardai il punto che volevo colpire e lasciai il colpo.

«in mezzo alle sopracciglia,dove tu hai la ricrescita»e indicai il punto sulla mia fronte e dopodiché gli puntai il dito contro

Non rispose alla mia provocazione e si allontanò borbottando una serie di insulti.

Continuammo per un quarto d'ora e dopodiché andammo al pozzo per imparare a combattere.

Eric e Quattro iniziarono a scambiarsi dei colpi al centro della sala per illustrare come agire prontamente per attaccare e dopodiché difendersi.

Presi Al come compagno per provare,se  ne pentì molto.
Era più basso di me,non di molto ma era comunque una bella differenza e beccò tutti i miei colpi diretti in pieno viso.
Sussurrare un 'mi dispiace' o un banale 'scusa' dopo un Po' non serviva,allora lui mi zittí dandomi un calcio sull'addome.
Almeno era abbastanza forte fisicamente,di conseguenza era molto lento a schivarli.

Ero sempre attratta dalle lotte,delle arti marziali e allora imparare qualche mossa mi faveva sentire libera ed elettrizzata a combattere.
Con quello che volevo fare nella vita,ci avrei messo poco per imparare i giusti movimenti.
E anche Al,l'aveva intuito..
Per giusta causa, dopo un Po mi chiede di andarci piano.

«hai ragione,dovrei controllare i colpi» era classificabile come l'ennesimo scusa.

Schiavai un suo gancio sinistro e come risposta gli diedi un calcio che era abbastanza alto e lo colpì sul naso.

«oddio,mi dispiace tantissimo Al!stai bene?»

Di solito non mi comportavano così dolcemente,ma lui era l'unico sano che si salvava ed era abbastanza simpatico.
Si avvicinò Quattro per dargli una sacca contenente del ghiaccio.

«vacci piano,nemesi» si rivolse a me con tono serio,quasi da prenderlo come rimprovero.

«sto bene,posso continuare» rispose al.

«meglio di no,la prossima volta cerca una compagna più calma..te la consiglio» e fece segno ad Al di sedersi.

«smettila,volevo allenarmi»

«caricavi i colpi,l'avresti ucciso»

«avrei voluto uccidere te» borbottai.

«controllati,Narciso»

«ero dedicata,ci andavo piano dai!»

Si avvicinò eric, i due si allontanarono per parlare e origliai la conversazione.

«sono pronti per combattere?» domandò eric.

«assolutamente no»

«questo lo vedremo»

«prima a saltare!» sobbalzai al suo richiamo

«eh?»

«sul ring»

Annuii mentre vedevo chi fosse la mia sfidante,Molly Atwood.
Ragazza candida,il doppio di me e Christina,beatris messe assieme.
Estrema forza fisica e muscolatura rigida..mi avrebbe massacrato.

Sotto lo sguardo attento di quattro mi sfilai la giacca e la lasciai a bordo del ring.
Cercai di mostrarmi sicura,ma in verità è che quella  bestia mi avrebbe massacrato e sarei diventata pasto per cani.

«Fin quando combattiamo? » domandò molly
Era alta un metro e novanta forse,era masiccia,larga di spalle e i suoi capelli erano mori a caschetto con una frangia che ricadeva sulla fronte che occupava il suo viso paffutto.

«Finché riuscite»

« o finché una Non si arrende» aggiunse  Quattro.

Avrei preferito morire anziché arrendermi.

Ma eric lo guardó torvo
« Certo,Secondo le vecchie regole,secondo le nuove no.»
« nessuno si arrende»

«le vuoi perdere ai primi giorni di addestramento?» domandò Quattro.

« Un uomo coraggioso Non si arrende mai.» riconfermò il ragazzo con i piercing.

«Fortuna che non erano queste le regole di un tempo» lo provocò Quattro.

« vi verrà assegnato un punteggio,impegnatevi.»

Non ero una ragazza che attaccava per prima,anzi aspettavo sempre la prima mossa in qualunque situazione per valutare come svolgere il compito che mi avevano dato.

In quel caso era di mettere al tappeto una ragazza, che era il triplo di me.

Gioco da ragazzi..certo,come no.

Avanzò verso la mia direzione e schiavai il suo primo attacco con velocità.
Utilizzai le lunghe gambe che avevo e che potevo benissimo utilizzare a mio vantaggio.

Colpivo con le gambe e schivavo i colpi con le mani.
Avrebbe potuto funzionare.

Ma quando i suoi colpi raddopiavano dovevo anche attaccare con la mia parte superiore,logicamente parlando avrei dovuto attaccarla non al viso perché era più alta di me,così optai al suo stomaco.

il risultato era proprio quello che volevo.
Mi abbassai e ruotai una gamba per farla cadere tutto questo con una velocità assurda.
E le diedi un calcio sul suo addome.

Mugugnò ma dopo qualcune incitazioni da parte di peter si alzò in piedi e mi diede un pugno in pieno viso che mi fece barcollare.
E me ne diede un altro riuscendo a sentire il sangue che scendeva giù dalle narici.
Un altro ancora che mi fece cadere definitivamente mentre la mia rabbia cresceva.

Mi alzai in poco tempo e ne affroffitai per sferrarle un pugno sotto la mascella,che la portò a sputare sangue.

«ei,un po' di educazione. Che schifo!» la provocai.

«dopo pulisci tu,vero?» continuai

Si avvicinò a me con due grandi falcate e mi spostai per darle il colpo definitivo.

«tempo!mi avete stancato» ci fermò eric e scesi dal ring.

«non male pacifica» si complimentò eric toccandosi il piercing.

 
Sorrisi vittoriosa.

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