Si era avviata la simulazione, ma non capivo bene dove mi trovavo..mi sentivo persa,smarrita senza una meta ed era una sensazione bruttissima per una come me che voleva avere tutto sotto controllo..era letteralmente un colpo basso e dovevo ammetterlo a me stessa,le mie paure mi terrorizzavano.
Soltanto il pensiero di esse,mi metteva il terrore e odiavo sentire sensazioni nuove.
Se fosse stata proprio la mia paura peggiore?come l'avrei affrontata?non lo sapevo,mi sarei soltanto bloccata non affrontandola quando dovevo fare proprio il contrario.Ero in una stanza che sembrava proprio avere la forma di un rettangolo,era spaziosa.
Ma non aveva niente,soltanto una porta e una finestra,la quale dava su un collina ma sembrava molto alto.
Forse ero a qualche metro di altezza, il mio intuitivo suggeriva dodici..e io non sbagliavo quasi mai.
Ceh..raramente sbagliavo,ma non lo ammettevo mai.
Era quello il senso della mia frase,non era diversa infondo, cambiava soltanto qualcosa.Cercai di aprire la finestra,ma era bloccata..era sicuramente a causa della ruggine che vi si era formata intorno alla maniglia.
Improvvisamente il mondo era silenzioso,mi sentivo strana.. come se l'universo si fosse fermato, le stelle avevano smesso di brillare, i grilli notturni di cantare, e la luna di ruotare...
Cosa succedeva?non sapevo neanche dove mi trovassi.
Gli unici suoni che si potevano sentire erano soltanto le mie mani che cercavano di aprire la finestra e il battiti accelerati del mio cuore.
Volevo l'aria fresca, non mi sono mai sentita più soffocata di così..Chissà quattro cosa vedeva sul monitor, lui cercava in me un'anima pura ma ancora non si era accorto che è stata bruciata tempo fa. ma ogni giorno mi chiedevo se qualcuno mi avrebbe amato mai quanto lui provasse qualcosa per me.
Ma dopo che avrebbe scoperto la vera me,poteva ancora starmi affianco? Non credevo,nessuno avrebbe voluto ad avere a che fare con una divergente era veramente da suicidio.
E quattro?mi avrebbe uccisa per la fazione? Non sapevo la sua risposta,ma conoscevo di certo la mia ed era un secco:No.Comparve dal nulla una persona,un uomo che aveva all'incirca trent'anni con i capelli scuri e gli occhi grandi.
Fisicamente era abbastanza asciutto per la sua corporatura massiccia,era visibilmente molto magro e sembrava molto stanco,a causa del suo viso scavato dalle grandi occhiaie violacee che spingevano il suo volto magrolino.
Era vestito con dei semplici pantaloni azzurri e una camicia colorata, con una fantasia un po' varia e dei fiorellini molto imbarazzanti che ne circondavano tutto il tessuto,che sembrava essere di cotone abbastanza leggero per la stagione in cui sembrava di stare.Ma che cosa ci faceva lì?
«scusa, chi sei?come sei arrivato fin qui?» domandai con un tono letteralmente incuriosito.
Ma egli non rispose, si moltiplicó il suo essere..era così strano.
Ancora e ancora,fino a riempire l'intera stanza occupando tutti gli spazi e il libero passaggio.
Mi mancava l'aria,mi sentivo stretta e avevo bisogno di aria pulita.
Avevo capito di quale paura si trattasse,era una delle peggiori.La fobia di stare a contatto con tante persone oltre quella sei spazi ristretti.
Due al prezzo di uno, grandioso..
Dovevo uscire da quella orribile situazione, dovevo trovare una soluzione per farlo e anche in fretta.
La finestra era bloccata e allora provai con la porta.
Mi feci spazio fra la gente e iniziarono ad assalirmi fino ad arrivare alla porta,anch'essa era bloccata.
Cazzo,non era possibile.
Mi fermavano letteralmente le mani e stavo perdendo il controllo,non sapevo come reagire a quello che mi stava succedendo.
Mi toccai i capelli che erano raccolti in una coda alta fino a toccare le forcine che avevo,avevo avuto un'idea e avrebbe funzionato,bisognava fare in fretta o mi avrebbero ucciso per msncanza di respirazione.
Sicuro.
O sarei morta schiacciata contro il muro dato che gli uomini erano molti,troppi.
Iniziai ad aprire la forcina per farla diventare un lungo pezzo di metallo,tolsi con i denti le protezioni in gomma sui capi della forcina,
La inserì nella serratura e la spinsi fino in fondo della cavità e la girai nel senso in cui si apronoe serrature, come se fosse una vera chiave.'pensa di aprire la porta' nella mia mente reccheggió una voce non mia, per tutto il tempo dell'azione.
Spinsi con una forza brutala porta e mu svegliai di soprassalto dalla simulazione, ritrovandomi nella saletta dov'ero prima.
«Calmati,è tutto apposto. stai bene?»
Quattro si affrettò a raggiungermi.Avrei voluto dire di no, mi mancava l'aria e sentivo un gran caldo.
«si. Sto bene, ma é stato pieno di angoscia e di ansia» mi limitai a descrivere l'esperienza più traumatica della mia vita.
«Quanto pensi che sia durata l'allucinazione? »
«non lo so.. Quindici minuti? »
«due minuti e quarantacinque secondi nemesi, quasi tre minuti.»
«A me sembrava un'eternità.. Non passava mai il tempo»
«sei stata Quattro volte più veloce quella media»
Doveva essere una cosa di cui andarne fieri? Perché avevo soltanto uma gran voglia di morire in quel lasso di tempo.
Non avrei mai voluto ripeterlo, neanche sotto tortura..
Ma quattro, che in quel momento era il più professionale possibile me lo anticipó.Che sarei morta una seconda volta.
«non ho visto nessuno riuscirci la prima volta.
la prossima volta sarà più facile»«devo farlo ancora?» biascicai quasi stremata.
« si,come allenamento prima della prova finale»
«la prova finale è fra tre settimane!»
«ma stai tranquilla.
tu non devi preoccuparti, hai un dono naturale»Dono.. Certo
I doni sono belli, carini, utili... Come il dono del canto, del disegno, dell'arteNon di perdere la vita.. Ma in simulazione.
Avevo il dono naturale di essere brava a superare la mia paura in poco tempo..
Ma quattro, gli intrepidi dovevano comprendere che le paure sono perenni e ci accompagnano fino alla fine dei nostri giorni.Non sarei mai riuscita a scappare da loro
Sopratutto dalla mia paura più grande,
Mia madre.
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Narcissus.
FanficChicago era stata suddivisa in cinque gruppi,chiamate fazioni fra cui: Abneganti, Intrepidi,Eruditi,Candidi e Pacifici. In quest'ultima ne faceva parte Nemesi,una ragazza determinata ma complicata ma che sapeva benissimo cosa voleva dalla vita. Non...