Chapter 53

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Odiavo la mia vita, ma forse odiavo proprio me stessa e il mostro che ero.
Vivevo con la costante paura di non essere abbastanza, di non essere la migliore e di sopratutto di non essere all'altezza delle aspettative altrui.
Mi chiedevo cosa si aspettavano i miei genitori da una come me,che reputavo un fallimento totale.
Un'altra cosa che odiavo era parlare di me stessa ma in certi momenti,ne avevo proprio il bisogno.
Bisogno di essere libera, di amare e di essere amata, il mio cuore ne risentiva giacché non aveva mai trovato l'amore che tanto meritavo.
Okay,avevo sedici anni fisicamente  ma non mi sentivo più sola di com'ero.

La verità che avevo molti tratti del mio carattere che non erano coerenti l'uno con l'altro,dipendeva da come mi sentivo e il mio modo di pensare cambiava totalmente.
Nella vita volevo essere indipendente,una donne forte che non aveva bisogno di nessuno per sndare avanti.
Ma anche una donna coccolata che era amata da un'uomo che a sua volta,avrebbe potuto farlo.

Era di fronte a me quell'uomo,che mi osservava attentamente mentre leggevo uno dei suoi libri che avevo rubato dalla sua mensola posta al di sopra della scrivania.
Era preoccupato per me,avrei voluto abbracciarlo e stringerlo forte al mio petto ma avevo troppa paura.

Paura di non essere ricambiata,di essere sostituita

Quattro si avvicinò a me e si accomodò sul suo letto aspettando una mia mossa,ma in quel momento non sapevo che fare o addirittura cosa dire per non essere scontata.

Tutto quello che avrei voluto dire era un semplice:" resta con me per sempre"

Improvvisamente si prese il libro dalle mie mani e lo chiuse appoggiandolo sul pavimento spoglio..

«il mio piccolo Narciso è giù oggi?»
Domandò, ma non risposi tirando un'angolo della mia bocca per sforzare un sorriso

«sono stanca Quattro» ammisi distendendo il mio corpo sul materasso passando poi sul fianco sinistro e lui imitò i miei movimenti

«hai bisogno di riposarti?»

«non sono stanca fisicamente, in realtà ho paura»

«di cosa?»

«di non essere abbastanza per te,Quattro. Di non piacerti abbastanza»

«oh nemesi..» la sua mano arrivò al mio viso,iniziando ad accarezzare la mia guancia.
«non dirai sul serio,spero»

Certo che sì, io lo amavo. Lui?
non mi aveva mai detto niente a riguardo.
Se fossimo soltato legati da un'attrazione fisica con molta chimica.
Eravamo soltanto quello? A me non bastava.

«stanno crollando le mie mura con te»

«e ne sono felice,non sai quanto. Significa che ti stai iniziando a fidare realmente di me e ti ringrazio per questo»

«a te basta quello che abbiamo?»

Sospirò,a me risultava più come uno sbuffo frustrante.

«a me basti tu e lo sai benissimo»

«se non bastasse?»

«perché inizi a fare così? Dio,perché non ti vivi l'esatto momento senza pensare al dopo?»

«perché sono fatta così,non riesco a farlo»

«perché non ci provi nemesi,se tu ci provassi a credere in me..in noi sarebbe tutto diverso»

Credevo in lui ma ero una persona che non riusciva a dare il cento per gento in qualunque rapporto.

«ho bisogno di rassicurazioni» confessai.

«io ho bisogno che  stia bene con te stessa,perché se non lo sarai..vorrà dire che il mio lavoro non è servito a niente.»

Di cosa parlava?quale lavoro?aveva qualcosa in serbo per me? Perché mi ero preoccupata?Dovevo essere sempre quella con i dubbi e dovevo smetterla di esserlo.
Quattro mi voleva bene,teneva a me più di qualsiasi cosa al mondo e non mi avrebbe mai provocato del dolore.
Tranne se decideva di perdere le speranza con una complicata come me,solo in quel momento mi avrebbe spezzata completamente..oltre ad avere crepe immense lungo il cuore.

«di cosa parli?» domandai incuriosita.

«guarda nemesi..dalla prima volta in cui abbiamo parlato ho capito che eri speciale,che eri da conoscere e approfondire il legame perché avevi qualcosa in più rispetto alle altre. Tu brilli in una valle di ragazze monotone e sciatte..e non lo dico perché abbiamo qualcosa ma lo credevo fin dal primo istante.
Mi ero promesso di non farti abbattere da pensieri negativi e voglio risucirci..perché meriti di essere spensierata»

Non sapevo cosa dire, sapevo che era il miglior ragazzo che avessi mai potuto incontrare e me lo dimostrava ogni giorno ma non lo so...forse ero proprio io fra i due ad essere sbagliata.
Mi mancavano le mie amiche e non riuscivo ad aspettare, mi mancava avere un contatto fisico con quattro..non mi accontentavo di qualche provocazione fra noi senza concludere nulla.
Le parole non bastavano, volevo fatti.
Si comportava da amico quando voleva e non volevo farmi usare soltanto per uno scopo perché ormai ero stanca di essere debole e dovevo darmi una regolata.

La nemesi triste o  quella che voleva dominare il mondo?
la mia versione preferita era quella forte e indipendente che non aveva paura di niente.

Mi allontanai da Quattro,alzandomi completamente dal letto e mi guardò accigliato.

«che ti prende?» chiese spiegazioni.

«nulla, devo ehm..parlare con Christina di una cosa» tentai.

«non può aspettare questa cosa?»

«assolutamente no,dobbiamo chiarirci su una cosa»

«ti aspetto?»

Mi fermai improvvisamente riflettendo sulla risposta che avrei dovuto dargli.
La nemesi triste avrebbe detto sicuramente di 'si' ma quella indipendente?

Avevo bisogno di stare da sola,ma ripensandoci la compagnia di Christina era più che confortevole e sapevo che la mia amica candida mi avrebbe aiutato a capire molte più cose di quanto credessi.

Non era melek,ma comunque era l'unica ragazza con cui avevo legato e in quel momento non avrei potuto fare riferimento perché a causa dei nostri precedenti ancora non chiariti.

«no,dovrò parlare anche con Peter»

«nemesi» lo disse come un rimprovero e si alzò anche lui dal letto con uno scatto.
«non farlo»

«non dirmi cosa devo fare con la mia vita» e me me andai, non tornando più indietro.

La padrona della mia vita ero solamente io.

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