chapter 78

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Non ha mai capito quanto lei mi facesse male, ma col tempo ormai ero abituata a non provare più nulla dinanzi alla mia paura più grande.
Che volevo combattere quelle degli altri,quando a me toccava convivere costantemente con essa.
'Ognuno le proprie disgrazie' era così che si diceva in paese,ma la mia quanto ancora avrei dovuto sopportarla?
Cambiamenti,lei parlava sempre di cambiamenti quando la mia causa era lei.
La infelicità,la mia instabilità, il mio allontanare le persone era tutto causato da lei.
Come potevo vivere in un modo in cui nessuno mi avrebbe amato?
O meglio..in cui avrei permesso a nessuno di amarmi?
Volevo scappare,allontanarmi e addirittura morire per evadere dalla mia paura ma nonostante questo..lei era sempre insinuata nella mia mente.
'Cosa avrebbe pensato lei di me in questo momento?'
'Cosa direbbe lei se fosse qui?'
'Cosa farebbe in casi come questo?'
Non potevo convivere con le mie costanti paranoie.
Ma non potevo morire dando vinta alla mia disgrazia.
Nessuno mi amerà.
Perché sprecarsi a far finta del contrario?
Perché perdete tempo?
Oh..capisco perché mi vedete debole?
Nessuno può capirmi.
Smetterla di dire il contrario mi farà stare meglio.
Ho il sangue che mi ribolle dalla rabbia,ne avete mai provata così tanta da far pensieri macabri?
Non lo so..come immaginare l'omicidio di una persona e dire liberamente
'Sai, oggi ho ucciso persona X solo perché mi andava, ero arrabbiata e dovevo sfogarmi'

Le mie ferite bruciano,le mie cicatrici mi ricordano,i lividi mi fanno costantemente un male cane.
Che senso aveva continuare a vivere se ero sommersa dal dolore?
Non potevo dire semplicemente 'sono abituata' perché dentro di me non riuscivo a gestire la delusione che provavo.

Mi brucia, il mio cuore brucia da tutto l'odio che provavo.
Come facevo a spegnere le mie emozioni se era l'unica persona a ferirmi così tanto?

Passare giornate a scherzare,a ridere come se fossimo coetanee e migliori amiche.
E invece altre, come se fossimo due nemiche ad ignorarci cercando in tutti i modi di evitarla.

Ma era impossibile Cazzo, vivevamo sotto lo stesso tetto.

Io non riuscivo a guardarla, non riuscivo a volerle bene perché odiavo il suo lato violento, il suo cuore marcio che mi mentiva spudoratamente...

Cosa ti ho fatto mamma?Perché non mi accetti così come sono?nessuno riuscirà a farlo?
Tutti mi lasceranno sola,non è cosi?
Perché tu sei la prima a giudicarmi?
Fammi vivere la mia vita..

Fammi essere quella che tu non hai potuto essere,una ragazza libera.

Sono cambiata,te ne sei resa conto? Tutta colpa tua.
Mi hai ferito,.portandomi ad odiare ogni parte di me.

'Assomigli a tua madre'

Lo so, so che ti assomigliavo perché allora farmi del male?
Non farlo più ti prego, non me lo sono mai meritata questo.

Avevo solo bisogno di te...che tu ti accorgessi di quanto fossi speciale e che non ero come le altre bambine..
Avevo bisogno di te, come tutte le bambine avevano bisogno della loro madre.

Riesci a volermi bene almeno? Ti faccio così schifo? Provi pena nei miei confronti? Delusione?ribrezzo?
Io non ero così un giorno...

Mi hai solo insegnato a vivere...
A sopravvivere.

Ad imparare a non farmi del male,a cercarmi un posto nella società ma da quel che mi hai raccontato non volevi per me ciò che io volevo per me.

Ci sei stata per me? Hai fatto solo danni mamma che io dovevo riparare per non cedere alla morte che mi invitava per danzare nelle tenebre.

Una volta sono riuscita a vederla,sai? Tenebrosa come la raccontavano nei libri..
Alta,elegante, indossava un mantello nero di seta non capivo se fosse un uomo o una donna ma era così persuasiva..

Una voce suadente,che trasmetteva tranquillità ma allo stesso tempo sicurezza

La vidi, la notte di san lorenzo quella festa in cui si intravedono un miliardo di stelle cadenti mentre le tue mani erano sul mio collo che lo circondavano stringendo con tutta la loro forza...
Mentre la tua voce stridula urlava i peggiori insulti...
Che ero un fallimento,che non mi meritavo niente dalla vita.

Per questo la morte mi chiamò.
Mi voleva con sé..avrei fatto meglio ad andare, mia mamma sarebbe stata felice.

Ma perché avrei dovuto smettere di darle il tormento da viva?
A chi doveva dar fuoco in mia assenza?
A chi doveva dar calci,pugni spintoni? Chi doveva schiacciare come un insetto?come una blatta?
A chi doveva dare il tormento?

A chi?a nessuno.
Io ero la sua preferita,perché ero tutto quello che lei avrebbe voluto essere da giovane.

«vieni con me» disse prendendo  la mia mano, la sua era raffinata...fine,elegante.ma scheletrica.

Ma io non avevo paura.

«fa male?senti dolore?»

«io..no..sto bene» lentamente la morte camminò e io feci per seguirla,ma chiesi..
«dove stiamo andando?»

« come?non lo sai?  Sono la morte stiamo scendendo negli inferi»

«inferi?io non voglio morire!»

«no? Hai i minuti contati.. due,forse se ti andrà bene.
Sicura di voler vivere così?»

«io..»

«tic tac dolcezza,
Il tempo scorre.»

Mi ripresi, sapevo che da morta avresti pianto la mia morte ma avrei voluto che tu ricordassi com'ero forte.

Quella notte vidi una stella cadente e ed ero pronta ad esprimere il mio primo desidero.

Ma non si realizzò mai,
Avevo desiderato che tu smettessi di farmi del male e che avremmo potuto cambiare il nostro rapporto...

Ma non successe,mai.

Allora io smisi di fidarmi di tutti e smisi anche di desiderare qualunque cosa.

Che importanza aveva se la mia anima danzava da quasi tutto il tempo con la morte?

Mi chiedevo a quale girone dell'inferno si fosse fermata.

La morte sicuramente, era di buona compagnia e non mi avrebbe mai lasciato vagare sola.

Mi concede questo ballo mia cara morte? Quando mi verrà di nuovo a prendere?

Anima e corpo sono sue.
Ballerete fino allo sfinimento e  oltre con me?
Io lo farei,ballerei con lei.

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