La morte ballava nei campi, buia e come sempre vuota con tanti peccati da comprendere.
Lei era la mia compagna,la mia metà,il mio sogno da sempre.
Come se fosse una clessidra mi vorrebbe venire a prendere,ma regolarmente avevo ancora tempo da dedicare alla mia nemica,la vita.
Ma nel passato avevo desiderio di raggiungere le sue braccia ossute dove la morte mi avrebbe colto con tanto affetto,ma era sempre rammaricata..così come lo ero io.
Ero stanca,molto probabilmente volevo farla finita e smettere di soffrire.
La morte mi aspettava da anni,ma non avevo mai avuto il piacere di incontrarla perché c'era sempre qualcosa ad intralciare il nostro incontro..o forse era proprio lei a non volere me come amica e cercava un modo per evitarmi.Non avrei parlato della vita,erano molto di più i motivi per cui odiavo fare spazio.
Ma non mi sarei data dei motivi per combattere i miei demoni interiori..li reputavo più interessanti del solito a sfamare le mie paranoie e moltiplicarle.
Che cosa sarei senza la mia parte oscura?
Non mi sarei data una risposta poiché ero il novanta percento oscurità anziché luce
Io non amavo nessuna parte di me,perché avrei dovuto aspettare che quattro lo facesse?Nervosa,andai in camerata degli iniziati e aspettai che tris si allontanò prima di avvicinarmi alla ex candida.
«sapevo che mi avresti raggiunto»
«possiamo parlare?vorrei dei consigli su una situazione con Quattro»
«problemi in paradiso?»
«magari fosse un paradiso,mi sembra il canto infernale peggiore della divina commedia.»
«certo che puoi,restiamo qui?»
«andiamo sul terrazzo,voglio un po' di aria fresca»
«si,ma se i miei consigli non ti dovessero piacere..non ti buttare per la disperazione»
«sei davvero una spina nel fianco quando vuoi» le dissi facendo strada per il luogo.
Arivammo e trovai peter che veniva verso di noi per allontanarsi da quello che consideravo il nostro posto e avevo portato un'altra persona.
Aveva i suoi soliti jeans neri che scendevano larghi sulle sue gambe e una canottiera nera che fasciava i muscoli che aveva sviluppato durante l'allenamento...dovevo dirlo ma stava davvero bene tranne per un livido sullo zigomo che aveva da quando facemmo il nostro incontro,non ricordavo se fossi stata io a procurarglielo ma gli donava molto anch'esso.
Non mi degnó di uno sguardo, il che mi fece al quanto preoccupare e Christina se ne accorse«bonnie e Clyde non si parlano più?problema a gestire i loschi affari?»
«se vuoi definire losco il fatto che peter si sia quasi dichiarato..allora si,non parliamo più molto e vorrei chiarire»
«quattro cosa ne pensa?»
«è contrariato,ma non permetterò ad un uomo a dirmi cosa fare o addirittura chi essere»
«questo woman power mi piace» «Comunque era abbastanza palese che clyde dei poveri provasse qualcosa per te ma perché accontentarsi di peter quando hai Quattro chs striscia ai tuoi piedi? Fai la tua scelta amica,ma falla bene.
C'è un abisso di differenza fra i due»Aveva ragione, ma odiavo fare paragoni fra le persone..figuriamoci farlo con peter che lo consideravo il mio amico.
Non era da me, non era nei miei principi sminuire qualcuno.«parlando di quattro,su raccontami come se fossi il tuo parroco e dimmi tutti i tuoi peccati» riprese a parlare e feci uno schema mentale da dove iniziare..ma ero davvero pronta a dire a qualcun'altro di noi?
Avevo bisogno di un aiuto perché era evidente che non capivo nulla ma sentivo che se appena avessi iniziato a parlare di me e Quattro..tutta la magia di quei avvenimenti sarebbe scomparsa.Scacciai quei pensieri e iniziai a parlare partendo dall'inizio, dando importanza a quel vago incontro sul treno quando volevo farla finita e di come Quattro mi aveva riconosciuto fino al giorno precedente.
Parlai veramente di tutto,di come mi faceva sentire alle discussioni, di come finivamo sul letto di camera sua a conpiere gesti che sicuramente facendo con altri mi sarei pentita.
Di come si preoccupava per me,dei libri che mi aveva prestato inizialmente,il motivo per cui restavo a dormire da lui e di come si era offerto volontario per aiutarmi con i miei problemi con il cibo.Parlai di tutto.
«togliendo il fatto che ti sia voluta suicidare..mi fa rabbrividire,perché nemesi? Non me l'aspettavo.»
«prima avevo una vita difficile,ma non mi va di parlarne ormai quello è il passato e a me va bene così..»
«puoi contare anche su di me,quando vorrai potrai fare riferimento sulla tua unica amica candida»
«grazie»
«quattro è strano comunque,molto direi»
«spiegati» le dissi per capire meglio cosa pensava dell' istruttore che ci allenava.
E pensare che era tutto finito ormai,mancava l'ultima prova prima del test finale e avrei potuto incominciare la mia vita vome un'intrepido.
«ti vuole,ma non si sa se è serio Ti provoca ma non ti bacia,perché? Ti vuole vicina ma non siete una coppia.»
«credo anch'io che sia parecchio strano su questo campo»
«tu lo ami. Si vede lontano un miglio Che la attenzione è interamente su di lui. Si vede dal modo in cui lo ignori quando c'è eric nelle vicinanze ma alla fine il tuo sguardo ricade sempre su di lui. Fai di tutto per fa sì che anche quattro faccia il tuo stesso gioco, ma ti guarda quando tu sei distratta» disse seria prendendomi le mani in segno e la cosa che disse dopo mi rese confusa ma determinata.
«Non so cosa pensare nemesi,ma non puoi che vada avanti questa storia perché non è la direzione giusta»
«prenderò questa decisione per entrambi»
«sai benissimo che non hai bisogno di quattro o chiunque ragazzo..hai vissuto fino ad adesso senza un ragazzo»
«i maschi distraggono e non riesco a mandare avanti la mia vita»
«ti aiuterò io, mi farebbe piacere se pasassimo più tempo assieme»
Dovevo prendere una decisione e quattro anche.
Non potevo essere trattata così,come un ripiego e quando lui aveva voglia di darmi attenzioni.
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Narcissus.
FanfictionChicago era stata suddivisa in cinque gruppi,chiamate fazioni fra cui: Abneganti, Intrepidi,Eruditi,Candidi e Pacifici. In quest'ultima ne faceva parte Nemesi,una ragazza determinata ma complicata ma che sapeva benissimo cosa voleva dalla vita. Non...