chapter 25

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«tu che ne sai di come sono fatto io?»

«sensazioni» mi giustificai

«tu non puoi di certo giudicare i miei pensieri. Sei fredda,non provi nulla e i tuoi occhi esprimono lo smarrimento totale.»

«disse il ragazzo che aveva paura a quella senza paura»

«disse  la ragazza che era fredda come la neve al codardo»

ero la neve,si.
ero fiocchi di neve delicati  o magari proprio delle grandide che cadeva sul suolo come macigni..
Bellissima al primo
sguardo, ma fredda e
pietosa al tatto.

«più trattieni la neve e inizia a cambiare la sua forma» lo avvertì

«lo so»

La neve si scoglieva,lui ne aveva la certezza
Sapeva che se mi avesse
tenuta stretta, le mie
mura sarebbero crollate

«non trattenere la tua audacia impedendo di farti amare dalla neve»

'Aspetterò  il tuo amore,
sarò paziente. ma tu prendimi la mano e toccami il cuore'

Avrei voluto dirgli.

Guardò l'orologio posto sulla parete dietro di me e iniziò ad affrettarsi per prepararsi...

Mi chiedevo dove dovesse andare..

«va' nella camereta e preparati,dobbiamo uscire. Abbiamo il treno fra venti minuti»

«diamine,me lo dici così?» scesi dall'isola

«nemesi»

Mi voltai prima di aprire.
«torna domani per la medicazione»

«so mettermi una crema all'occhio sola.»

«lo so. Ma tu torna,alle stessa ora di oggi.»

Non risposi e uscii dalla stanza,non poteva fare così.
Prima mi definiva fredda,poi vuole la mia presenza nella sua stanza.

Oltre ad essere sfigato  era pure confuso.

Presi il giubbotto e con Christina uscimmo dal quartier generale seguendo Quattro per prendere il treno.

«sta arrivando,fate attenzione!» urlò l' istruttore  ignorandomi.

Come se io non esistessi.

Sentimmo il rumore del treno avvicinarsi e iniziammo a correre,il primo per mia sopresa fu Quattro a saltare e aprire il vagone per far salire gli intrepidi,cosa che fecero uno dopo l'altro.

Mancavo soltanto io e tris,quest'ultima venne aiutata da Quattro che ringraziò calorosamente.

Io invece, allungai la mano per afferrare la maniglia del vagone ma Quattro afferrò anche la mia per facilitarmi il salto.

«non c'era bisogno,riuscivo a farlo anche sola.»

«non avrei avuto dubbi su di te»

«strano,perché non è quello che mi fai ricevere»

«bastava soltanto un grazie comunque»

«per cosa dovrei ringraziarti?Per avermi aiutato? Ti ho detto chiaramente che non serviva,riuscivo a farlo sola ma il tuo spirito eroico doveva intervenire.»

«essere innamorati dell'eroe,non è così male»

«troppo gentile. Sacriferebbe sé stesso per salvare il mondo» mi ricordai di aver letto la frase  su un libro.

«perché il cattivo sacriferebbe il  mondo per salvarti» e anche lui l'aveva letto.

«io lo farei» risposi vaga quando in verità io salverei lui dall'intero mondo..

«dobbiamo scendere» e si catapultò fuori saltando e atterrando con una capriola sul prato bruciato.

Feci la stessa cosa io,ricevendo un complimento dall'istruttore.

«non male,narciso»

«cammina,muoviti»

Salimmo le scale della struttura,non capivo cosa fosse in realtà,ma appena arivammo sul tetto la vista era sui campi dei pacifici e il confine segnato della recinsione.

«Gli intrepidi proteggono la vita di tutti all'interno della recensione, nessuno escluso.
ecco perché vi stiamo addestrando così , in questo modo duro.
so che può essere difficile resistere al dolore fisico ma lo facciamo solo perché in questo modo, capirete se siete nel posto giusto.»

Era così sicuro mentre parlava, avrei potuto restare ore ad ascoltarlo

«anche se adesso è tutto tranquillo,le cose potrebbero cambiare,noi dobbiamo essere sempre pronti per ogni evenienza.»

Non riuscivo a staccare gli occhi dai campi, chissà cosa.. No.

Non dovevo pensare a lei.

«cose c'è là fuori?» domandò tris

«mostri» rispose Christina ridendo

«le terre dei pacifici» e Al.

«si. ma oltre la recisione?»

«chi non si è mai ripreso dalla guerra» will era l'unico che rispose con un senso logico alle sue parole.

Che dio benedica will.

«tu lo sai?» tris si rivolse a Quattro.

Institivamente portai l'attenzione su loro due, il ragazzo mi guardò mentre rispose alla rigida.

L'avrei ucciso con le mie stesse mani se solo avesse detto qualcosa di più a quelle che avrebbe dovuto dire.

«il motivo  per cui hanno creato la recinzione» disse con tono vago,distaccato.

Sorrisi vittoriosa.

Appena vide la mia soddisfazione, sorrise.

E bravo Quattro.
Quando voleva sapeva cosa dire.

Sogghignò e di conseguenza voltai il capo avvicinandomi al cornicione per osservare meglio i campi e i pacifici che vi lavoravano la terra.

Erano così felici..forse perché avevano un peso in meno.
Me.

Dio,il mio corpo era pervaso da un senso di malinconia che non avrei mai pensato di averlo.
Ma rivedere i campi era stato un colpo basso e odiavo Quattro per averci portato.

Era comunemente tranquillo,i pacifici lavoravano da routine e mi immaginavo daisy tutta contenta a staccare le mele dall'albero con i strumenti adatti mentre la sua mente pensava alla sua amica che per raccogliere le mele più buone, si aggrappava al tronco e saliva sempre più su facendosi spazio fra i folti rami.

La vita era tranquilla..e io l'odiavo proprio per quel motivo,ma mi odiavo perché almeno avrei potuto contribuire un po' di più.

Non avrei mai pensato di dirlo,ma le mie origini iniziarono a mancarmi.
Avrei fatto il possibile per ricevere un abbraccio dalle mie amiche e a dirla tutta..

Mi mancava christoff e le sue sagge parole a cui ripensavo notte e giorno e mi maledii,per non aver trascorso maggior tempo con lui fra chiacchiere e l'ora del tè che a lui piaceva molto inzzupare i biscotti che facevamo assieme nel suo tè alle erbe, per me preparava una tisana alla melissa perché secondo lui avrebbe fatto calmare i miei nervi così da essere più rilassata

E io favevo finta di esserlo solo quando eravamo insieme.
Perché il mio umore si alternava solo quando ero in sua compagnia.

E avrei potuto salutarlo meglio prima della cerimonia della scelta..
Non l'avrei più rivisto..

Odiavo dirlo,ma dovevo ammetterlo a me stessa.

Essere una pacifica mi mancava.

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