Volo

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"Risaliamo! Lucifero! Ci hanno trovati!" Grido Hal iniziando la salita in superficie ad una velocità più alta possibile. Smanettava veloce alla console, quasi fosse lui a spingere la macchina verso l'aria. Non attese che fornissi dettagli aggiuntivi, si fidò solo del mio presentimento e io mi stupii della facilità con cui si era affidato alle mie parole.
La Pillola assunse una posizione verticale spingendoci indietro per la propulsione. Non mi aspettavo che quella scatola di latta potesse nascondere tale potenza ma un a pochi metri dalla superficie, qualcosa ci colpi sul fianco destro: la Pillola arresto subito la sua corsa iniziando una discesa in senso opposto.
Il biondo accanto a me tentava di lottare contro la gravità che aveva fatto ribaltare la struttura come un pesce morto.
"Se non usciamo moriremo"
"Sfondiamo il vetro. Reggetevi"
Strinsi più forte possibile la scaletta di metallo per sconfiggere l'onda d'urto che avrebbe provocato il vetro rotto.
Hal lanciò un martello a Lucifero che lo afferrò al volo, mentre tenne per se un piede di porco leggermente arrugginito.
Le luci sfrigolavano, qualcosa aveva colpito il fianco della Pillola che ora imbarcava acqua, colpevole del cortocircuito interno. Rischiavamo sia di morire affogati che fulminati: sperai che per quanto malmessa, la nostra bolla avrebbe retto abbastanza da permetterci di uscire.
Il primo colpo incrinò leggermente il vetro ma la mia mano formicolava sempre più forte.
"Sono vicini sbrigatevi!"
Colpirono il vetro altre volte ma quando finalmente quello si distrusse, l'onda che ci travolse si abbatte prepotente su di noi, costringendoci ad aggrapparci l'un l'altro per riuscire a raggiungere la superficie.
Non ebbi nemmeno il tempo per pensare al quasi annegamento, l'adrenalina stava vincendo contro il mio terrore.
Sommersi dall'acqua, iniziammo a sbracciarci in direzione della luce ma un rumore nelle orecchie mi provoco una scossa interna che trasformò il mio corpo in piombo.
Bloccali ora o lo uccideranno.
Seguii l'imposizione mentale di Cassandra, e visualizzai una donna librarsi sulla superficie dell'acqua pronta ad attaccare la sua preda.
Pensai solamente a quanto sarebbe stato semplice vederla morire li.
Come una foglia, cadde paralizzata con le braccia in avanti, nel lago, affondando a pochi passi dai ragazzi, che dall'alto vedevo risalire in superficie.
Ma io, come la donna, continuavo a scendere a picco, sotto il livello delle acque.
Riuscii a tornare alla realtà, ma mi accorsi che il fiato era troppo poco, sarei morta così, salvando Hal.
Pensai al potere che era fluito in me solo spinto dalle parole di Cassandra. Avevo ucciso una persona. Solamente pensandolo.
Non potevo morire nell'acqua. Io avrei resistito.
Nuotai con quanta più foga possibile. Gli occhi mi bruciavano per l'acqua e la fatica di trattenere il fiato. Sentivo tutti i muscoli forzare la mia bocca ad aprirsi e il mio cervello opporsi con una volontà da combattente.
Non sentivo le gambe, e iniziai a vedere più scuro ma poco prima di arrendermi e schiudere le labbra mentre i polmoni ardevano, una mano afferro il mio braccio annaspante e tiro su con una forza inaudita.
Quando ripresi fiato, il mio cervello torno a pensare. Era come se fino a quel momento avessi vissuto in modalità risparmio energetico e ora, tutto di colpo, avevo ripreso la carica vitale. L'aria. Ero pur sempre umana.

Ci misi un attimo a capire che però la mia salita non li era fermata: volavo sopra il lago, verso le nuvole, stretta tra due braccia ferree e incollata al petto di uno sconosciuto. Di uno di loro.
Non riuscivo a vederne il volto, tentai di divincolarmi per fargli mollare la presa ma ogni sforzo fu vano.
"La corsa è finita. Stai ferma o ti faccio morire qui" affermò l'uomo molto arrabbiato.
Provai a guardare in basso in cerca di aiuto ma la voce mi si strozzò in gola osservando lo spettacolo sotto di me: l'azzurro passava veloce a qualche centinaia di metri; vedevo i mulinelli del lago vorticare forte come il mio stomaco; vidi passarci sotto il prato bianco pieno di neve e poi le chiome del bosco, casa di numerosi nidi di uccelli, colme di fiocchi spessi e pesanti.

L'inverno aveva investito tutta il nord ma per quanto stessimo volando sopra le cascate, a tratti gelate dal freddo, il vento non colpiva il mio volto o meglio, non lo feriva, come fossi ricoperta da una pellicola impenetrabile.

Inerme osservavo la staticità della neve e del ghiaccio, rimanendo stordita dal bianco accecante; mi sentivo un piccolo verme tra le zampe di un'aquila: sarei stata il suo pasto.
Avrei potuto provare a bloccarlo con la mano ma se fossi caduta da tale altezza sarei morta in ogni caso.
Dovevo inventare un piano di fuga ma la nostra corsa si arrestò: l'uomo si rimise in verticale iniziando a scendere come una candela verso terra. Eravamo atterrati nella selva vicino alle cascate minori e nascosti dai muri di neve avevamo incontrato l'altro gruppo. Il contatto con il suolo mi fece sentire le gambe molli come un budino: caddi in ginocchio e due piedi si pararono davanti ai miei occhi.

La mano formicolava così tanto che dovetti grattare il palmo con foga. Sapevo chi avevo davanti e alzare lo sguardo me ne diede la conferma.
Alexander, in posizione militare, mi guardava dal suo metro e novanta con sguardo disgustato. I colori scuri del suo volto facevano risaltare gli occhi verdi come due smeraldi, la divisa viola induriva il suo aspetto ma i lunghi capelli lisci addolcivano il suo aspetto.
Era il momento di usare il mio potere ma prima che potessi chiudere gli occhi per concentrarmi, un dolore fortissimo mi pervase dal retro della testa e tutto divento buio.

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Hal e Lucifero annaspavano verso la luce con quanta più energia possibile.
Hal aveva seguito con lo sguardo Clover fino a pochi metri della superficie, momento in cui aveva distolto lo sguardo per controllare il compagno.
Erano bastati pochi secondi di distrazione: in lontananza un corpo iniziò a cadere in picchiata verso il lago: un angelo era appena stato ucciso.
Hal si voltò in cerca di Clover ma di lei nessuna traccia. Inizio a gridare il suo nome, si immerse di nuovo ma il colore fangoso non permetteva di vedere in profondità.
Risali e Lucifero lo afferrò per il braccio mentre entrambi muovevano le gambe per tenersi a galla.
"Dobbiamo uscire da qui, siamo troppo vulnerabile" disse il biondo preoccupato.
"Senza Clover abbiamo già perso"
"La ritroveremo"
Non potevano perdere la speranza in quel momento, ma la paura la trovasse il nemico e la uccidesse era così forte per Hal che boccheggio nell'acqua, ingerendone un po' e iniziando a tossire.
Poi la vide, stretta tra le braccia di Morfeus in un volo verticale. L'avrebbe portata via da loro e l'avrebbero usata per chiudere il portale, se non direttamente uccisa.
Ci misero pochi secondi a raggiungere la riva e una volta sulla terra ferma inizio la corsa sfrenata verso il punto d'incontro prestabilito.
"Non la uccideranno Hal, serve anche a loro"
"In che modo?! Per torturarci ancora?! La uccideranno e tutto salterà" rispose infuriato Hal.
Era arrabbiato con Clover per non essere rimasta vicino a lui, era arrabbiato con Lucifero che non aveva mosso un dito per aiutarlo, era infuriato con Alexander e con i Gadelim per averli costretti a quella carneficina ed era infuriato con se stesso per non aver impedito il rapimento di Clover. Ma si odiava per doverla obbligare a combattere una guerra non sua.
"Ci sono delle cose che forse Cassandra non ti ha detto..."
"Cosa intendi Lucifero?" Chiese Hal infiammandosi per la corsa e la rabbia., Poi ripensò all'attacco e si chiese come avessero fatto a trovarli dal momento che Clover, così come ognuno di noi, era come morto. Il gelo lo assalì: di chi si stava fidando? Le parole gli morirono in bocca e attese solo la fine di quell'agonia.
"Clover non è solo la Chiave." Il riccio era a conoscenza del male che stava causando a quella ragazza, totalmente innocente, ma non poteva fare altrimenti. Allentò il petto, lasciando andare un piccolo respiro: quella parte la sapeva già.
"Lei è il portale. Il suo potere la lega all'altra dimensione ma le dà anche la possibilità di accedere a nuove dimensioni. Questo vuol dire che nelle mani sbagliate può essere il mezzo per creare. Clover è un nuovo dio." Concluse triste Lucifero. "Per questo deve stare dalla nostra parte, Alexander potrebbe causare danni irreparabili"
Hal deglutì a fatica il bolo di rabbia, frustrazione e paura. Lucifero non gli aveva rivelato un passaggio tanto fondamentale e non se ne spiegava il motivo: quale amico che dice di fidarsi di te non ti spiega una parte così importate del piano? Lui credeva Clover fosse un semplice Sigillo, non avrebbe mai immaginato potesse avere il potere generativo.

Cassandra, per la quale aveva sempre combattuto, a cui aveva sempre desiderato ricongiungersi, aveva preferito il potere al suo amore. Troppo concentrato sul tradimento della donna che aveva sempre difeso, per cui era pronto a tornare nell'Irvolim, gli aveva mentito e usato.

Sarebbe potuto scoppiare da un momento all'altro se fosse stato un palloncino, invece penso a Clover che come un onda spazzo via tutte le preoccupazioni: l'avrebbe trovata e protetta, lei sarebbe potuta restare in vita e questo gli diede la forza di aumentare ancora il ritmo della corsa. Si sarebbe fatto perdonare del male causato.
La mattina plumbea creava sopra di loro una campana di elettricità: i fulmini si sarebbero a breve scatenati e la pioggia si sarebbe mischiata con il rosso del sangue della battaglia.

The Key  (h.s)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora