Da quel punto della chiesa riuscivo a vedere praticamente tutto il locale e tutte le persone che entravano e uscivano dalle diverse porte. Al mio fianco Sunny continuava a parlare di dove voleva la portassi con le sue amiche. Io annuivo distrattamente e intanto cercavo di vedere chi mi stesse cercando, o meglio, di trovare Hal, perché ero certa che di mezzo ci fosse stato lui.
Come per un sesto senso girai di scatto la testa davanti a me, notando un uomo sulla quarantina che si avvicinava a passo svelto nella mia direzione. Non era alto e tantomeno magro, la corporatura robusta con una testa calva e due lunghi baffi da sparviero lo faceva quasi sembrare un birillo da bowling, un birillo molto incazzato però.
"Sunny senti, vai dalla mamma e dille che mi è venuta a prendere Spencer." dissi facendo finta di controllare i messaggi sul telefono. Mi guardò spaesata e lasciandomi un leggero bacio sulla guancia e si incamminò verso il coro.
Non persi un'istante, e scattai in piedi notando che il baffone aveva aumentato il passo. Corsi fuori dalla chiesa, piombando sul piazzale stranamente deserto. Il rumore di alcuni sassolini mi fece scattare lo sguardo verso sinistra, notando che un ragazzo altrettanto furioso si stava avvicinando a me guardandomi in cagnesco.
"Che diavolo volete da me?" mentre parlavo indietreggiavo. Non ho mai dato troppa importanza al bosco accanto il piccolo cimitero dietro la chiesa, ma in quel momento era la mia unica fonte di salvezza.
Non aspettai la risposta dello sconosciuto e iniziai a correre verso gli alberi. Attraversai il cimitero facendo lo slalom tra le lapidi, sentivo solo il mio fiatone e i nostri passi, miei e di quelli che erano i miei inseguitori. Mi voltai dietro continuando a correre, trovando a pochi metri di distanza da me tre persone per nulla giovani ma a quanto pare molto atletiche. Si stavano avvicinando pericolosamente e io cercai di allungare i passi e correre più veloce.
Raggiunsi il bosco e dovetti rallentare per evitare di scontrarmi contro qualche albero o inciampare su qualche radice che spuntava dal terreno. A quanto pare ero più abile di loro a correre in luoghi di difficile transito. Vidi a pochi metri da me, un grandissimo masso che riconobbi subito: dovevo essere arrivata vicino alle cascate di Mirah Round, perché sono spesso venuta qui con i miei amici per delle scampagnate. Ricordavo perfettamente che quel masso aveva un grande buco dove si poteva entrare per nascondersi, non pensavo che giocare a nascondino a 20 anni nel bosco portasse certi benefici.
Entrai veloce nella fessura poco più grande di me, e trattenni il fiato quando sentii i passi avvicinarsi veloci. Ero circondata dall'odore del muschio e sentivo il cuore battere talmente forte che avevo paura qualcuno lo potesse avvertire. Il terrore aumentò quando i passi si fermarono di colpo accanto a me. Da lì sentivo i loro respiri, regolari e per nulla affannati, a quanto pare erano abituati a inseguire persone.
"Tesoro non vogliamo farti del male, sappiamo sei qui vicino, ti sentiamo." Parlò una voce femminile, con un fare molto mellifluo: se avesse pensato davvero le avrei dato ascolto era più idiota di quanto credessi.
"Sentiamo il tuo respiro" d'istinto misi una mano davanti alla bocca, mentre un ragazzo dalla voce profonda continuava il suo discorso "sentiamo perfino il tuo cuore che batte veloce."
In un momento di panico pensai di morire, semplicemente uscendo da quello stupido buco, e di farla finita, ma prima che potessi fare qualsiasi cosa sentii qualcun altro avvicinarsi al gruppo e subito dopo una serie di rumori veloci, rametti che si rompevano, esclamazioni affannose di quelle persone. Veloce come era iniziato, finì: non riuscivo a capire chi avesse messo a terra i miei inseguitori, ma sapevo già chi mi sarei trovata ad affrontare ora. Chiusi d'istinto gli occhi e trattenni il fiato, rannicchiando le gambe contro il mio corpo, quando lo sentii qualcuno pericolosamente vicino al mio nascondiglio.
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The Key (h.s)
Fantasy"Certe cose, a volte, è meglio non saperle." Tutti continuavano a ripeterle quelle parole, ma lei non le ascoltò mai. Imparò la lezione quando ormai era troppo tardi, ma forse era inevitabile quello che le successe.