La permanenza al bunker si rivelò una tregua inaspettata. Per quanto l'allenamento provasse duramente la mia fisicità, la compagnia di quella piccola cricca rendeva il tutto stranamente piacevole.
Eravamo a colazione, e mentre spalmavo della marmellata su un toast Peter attirò la mia attenzione: camminava verso il tavolo con una ciotola fumante tra le mani, avvolte da spesso guanti. Il fare barcollante e la faccia preoccupata mi strapparono un sorriso che frenai a tirar fuori.
"Che ti sei inventato oggi?" Chiese Stefan guardandolo di traverso da sopra la spalla sinistra.
"Serve a liberare le mie via aeree" disse sedendosi davanti alla ciotola e prendendo un panno di stoffa precedentemente tenuto sul braccio come un metree. "Non ti sto a spiegare gli ingredienti tanto non capisci. Però mi aiuta ad aumentare le mie prestazioni, il sangue sci.."
"Si abbiamo capito" Lo freno Marika "ma ha un odore nauseabondo."
"Non vedo il problema, lo devo annusare io"
"Il problema è che condividiamo la stessa aria. Che cazzo ci hai messo Pit?" Chiese Hal sventolando una mano davanti al naso.
Risi di gusto, non trattenendomi più.
"Almeno qualcuno si diverte" commentò Stefan mentre beveva una tazza di succo ai mirtilli.
"Quante storie. Siete poco inclini al compromesso." Si difese Peter sempre nascosto sotto il tessuto di lino.
"Peter sto per vomitare sul tavolo." Disse Marika portandosi una mano davanti alla bocca. Solo allora l'amico alzo la testa e con fare scocciato andò via.
Mi voltai verso Hal ancora ridendo e la sua espressione scontrosa, incontrando il mio viso, si sciolse in un dolce sorriso. Arrossii ma cercai di non darlo a vedere: spostai il braccio per nascondermi un po' ma mi versai il caffè addosso, macchiando anche Hal. "Cazzo!" Strillammo in coro: mi ero appena cambiata e non avevo per nulla voglia di spogliarmi nuovamente.
"Ma come ti muovi?!"
"Ho fatto un casino dannazione."
"Me ne sono accorto. Vieni." Affermò scorbutico.
Ci alzammo da tavola accompagnati dalle risate degli altri e Hal, facendomi cenno con la testa, mi invitò a seguirlo in camera per prendere nuovi vestiti.
"Sei veramente rincoglionita."
"Si, e avevo sonno, non mi rompere. Ti tiro la marmellata."
"Ma che vuoi fare!" Disse prendendosi il gioco di me e dandomi una piccola spallata. Eravamo arrivati davanti alla camera, così ci dividemmo senza troppi commenti.
Mi infilai in camera, pronta a cambiarmi ma impiegai più del dovuto a cercare una maglietta che ricordavo di aver lasciato in bagno. Così, intenta a rovistare tra i vestiti sotto il lavandino, non sentii che Hal era entrato in camera finché non me lo ritrovai davanti. Io mezza nuda, con addosso solo i pantaloni della tuta, mi voltai di spalle strillando e coprendomi il seno con le mai.
"MA NON TI HANNO INSEGNATO A BUSSARE!?"
"Vestiti dannazione! Ho bussato ma non rispondevi e sono entrato!"
"Forse non ti avevo sentito?! Perché non hai aspettato?!"
"Allora sei proprio stupida, non capisci sei sotto la mia tutela?" Mi voltai per guardarlo e notai che si era girato di spalle coprendosi gli occhi con le mani. Sembravamo due adolescenti alle prime armi, di certo non due adulti. Indossai la prima maglietta che mi capito sotto mano, e tornai a parlargli.
"Puoi rilassarti."
"Non ero io quello agitato" replicò sarcastico.
"Vorrei vedere a parti inverse." Gli risposi avvicinandomi al suo viso con fare di sfida. Rimase in silenzio per alcuni secondi, poi si giro per andarsene, commentando a bassa voce "Non credo mi dispiacerebbe."
Neanche a me, mi trovai a pensare, con il cuore che martellava forte nel petto.Avevo dannatamente bisogno di una sigaretta. Ero sempre stanca e nei momenti di pausa la tensione dei miei muscoli saliva alle stelle.
Eravamo seduti intorno al tavolo, ognuno concentrato nelle sue cose: Stefan assorto nel fare un semplice solitario, Marika con lo sguardo vagante su una mappa enorme, interamente azzurra e grigia e Hal intento ad aiutare Peter con le solite fiale da chimico.
Io osservavo tutti cercando di dare il mio contributo a Peter e Hal, che mi indicavano di tanto in tanto una polvere da passargli o mi porgevano una provetta da agitare.
Le spalle erano tutte contratte e la voglia di fumare continuava a crescere in me.
"Ragazzi, ma qui fuma qualcuno?" Chiesi titubante agli altri che portarono istantaneamente lo sguardo di tutti su di me. Arrossii appena, osservandoli incerta.
"Se vuoi posso fare qualcosa di allucinogeno." Mi rispose Peter sorridente.
"Oddio sarebbe bellissimo."
"Magari non ora, domani devi allenarti." Affermò Hal con fare paternalista.
"Rimandiamo, papà non vuole." Dissi facendo l'occhiolino a Peter che mi sorrise divertito.
"Ho un pacchetto in più se vuoi." Rispose Stefan facendo scivolare il suo pacchetto sul tavolo. "Intanto prendi una di queste." Concluse mentre il pacchetto lanciato sul tavolo arrivava direttamente tra le mie mani.
"Pensavo avessi smesso." Parlo Hal guardando intensamente Stefan.
"Che differenza fa?" Rispose alzandosi per prendere il pacchetto dalla tavola.
"Effettivamente ha ragione." Aggiunse Marika triste.
Non seguii il proseguo del dibattito ma osservai Stefan sedersi sul divano per fumare a suo volta una sigaretta.
Mi accorsi allora della mancanza dell'accendino; raggiunsi l'unica persona nella stanza a possederlo e mi sedetti vicino a lui che cogliendo al volo le mie intenzioni mi porse il piccolo oggetto grigio.
Accesi e ringraziai, restando tranquilla a fumare.
"Ci vorrebbe dell'alcol." Pensai ad alta voce ma facendomi sentire solo dal ragazzo accanto ame.
"Ho finito le scorte ieri." Rispose voltandosi serio verso di me. Sorrisi divertita.
"Direi che hai fatto bene." Sorrise a sua volta, mostrandomi per la prima volta un lato gentile. Il suo incisivo era spezzato e gli dava un'aria ancora più misteriosa.
Mi voltai velocemente verso Hal, incrociando le sue sfere verdi e profonde. Ci fissammo intensamente per un lungo attimo, riprendendo poi le rispettive conversazioni.
"Odio questa vita, almeno godiamoci i divertimenti." Aggiunse alla fine.
"Avrei voluto." Risposi amareggiata. "Però sto fumando." Conclusi sorridendo.
"Sai, non pensavo la chiave sarebbe stata una persona." Mi rivelò inaspettatamente. Volevo sapere di più.
"Cosa vi aspettavate?"
"Hal ci ha sempre parlato di un aiuto dall'altra parte, che avrebbe trovato un modo e poi che ci avrebbe mandato uno strumento" ispiro un lungo tiro, buttando lentamente fuori il fumo mentre fissava Hal. "Ma come funzioni non riusciamo a capirlo. Sei apparsa nel punto perfetto senza istruzioni."
"Già, non sono un oggetto"
"Sarebbe più facile." Rispose amaro. Per poi alzarsi e tornare al tavolo per lasciarmi come un ebete seduta sul divano.
Continuavo a non capire quel ragazzo.
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The Key (h.s)
Fantasy"Certe cose, a volte, è meglio non saperle." Tutti continuavano a ripeterle quelle parole, ma lei non le ascoltò mai. Imparò la lezione quando ormai era troppo tardi, ma forse era inevitabile quello che le successe.