Sentimmo dei passi alla nostra sinistra e capimmo che non solo noi riuscivamo a muoverci: il tempo si era sbloccato di nuovo.
"Cazzo" Scattò Hal preoccupato portandomi dietro di lui per proteggermi da eventuali ospiti indesiderati.
"Devi aiutarmi Hal, non posso aprire il portale."
"Questo è un gran problema Clover! La mia gente lotta da secoli solo per tornare nell'altra dimensione e mentre siamo inseguiti dobbiamo trovare un modo per chiudere il portale!" sbraitò furioso, senza strillare eccessivamente ma solo dimenandosi con fare teatrale, rendendo il tutto leggermente comico. "Aiutandoti tradirò tutti, cazzo." Disse grattandosi la nuca, agitatoParlavamo veloci cercando di trovare una via di fuga. Avevo dimenticato l'ultimatum di Lucifero dei cinque minuti ma per fortuna Hal conosceva ogni minima galleria della grotta e prendendomi per mano aveva iniziato a camminare nella direzione opposta al corridoio da cui sentivamo arrivare i passi.
Scendemmo delle piccolissime scalette, per infilarci in uno stretto pozzo e seguire un'altra galleria.
"So che è la cosa migliore. Ma come li blocchiamo Clo?" mi chiese esausto, come avesse concluso ad alta voce il suo monologo interiore."Devi aiutarmi a cacciarla da qui dentro" Dissi indicando la pancia, che colta da frequenti crampi rivelava il suo nascondiglio.
"Allora, se ti sei separata da te, deve esserci un modo per unirti di nuovo."
"Hal, ho un'idea ma non ti piacerà."
"Il portale?"
"Se riuscissi ad usare il portale per chiuderla di nuovo nella sua dimensione, forse potrei tornare me stessa"
"Rimanere per sempre umani. Gli altri non lo accetterebbero mai."
"Tu saresti disposto a farlo?" chiesi sincera. In risposta lasciò un delicato bacio sulle mie labbra, mentre i suoi riccioli mi solleticavano la fronte.
"Credo ci sia un'unica soluzione." Parlò staccandosi dal contatto. "Devi andare da Alexander."
"Ma che cazzo dici?" esplosi soffocando il più possibile la voce e avvampando dalla rabbia. Questa s gelò così velocemente da lasciarmi un leggero capogiro ma l'emicrania non accennava a lasciarmi in pace. Il volto di mio padre si proiettò davanti ai miei occhi, così morsi veloce il labbro per tornare alla realtà.
"Lui non vuole ucciderti, vuole usarti per sigillare il portale prima, ha sempre temuto Cassandra. Se gli rivelerai il piano forse potrà ascoltarti e proteggerti da noi." disse serio, fissandomi intensamente.
"Lui ha ucciso mio padre." Rivelai a voce alta per la prima volta a me stessa e provocando un stretta alla bocca dello stomaco. Le lacrime di bloccarono ma un freddo pungente crebbe enormemente in me.
"Come?! Quando? Perché non mi hai detto nulla?"
"Cosa avresti fatto, lo avresti riportato in vita?"
"Io no ma te sì Clover." Strabuzzai gli occhi non comprendendo a pieno le sue parole e Hal capendo la mia confusione continuò la spiegazione. "Sei un Dio, l'Irvolim è parte di te, così come sei in grado di togliere la vita sei in grado di donarla, per questo nessuno deve sapere fino a che punto sei potente." Rispose incastrandomi il volto tra le mani.
"Io? Posso tutto questo? Non ci credo."
"Ti direi di fare una prova ma non hai tempo." La speranza si accese in me, avrei potuto salvare mio padre e salvare le stessa. Dovevo riuscirci.
"Potrebbe proteggermi fino al portale e potrei usare mio padre come moneta di scambio..." lo osservai e notai il suo sguardo pieno di compassione. "Non verrai con me." Il sangue si gelò nelle mie vene.
"Capirebbero che c'è qualcosa che non va. Deve sembrare un nuovo rapimento. Gli altri non sanno ho ucciso Marika, pensano si nasconda ancora dentro Dedalo. Farò finta di averti persa per un attimo e accuserò lei di tutto."
"Perché lo stai facendo?"
"Avresti rinunciato a tutto per salvarci. Meriti di vivere Clo. Te e la tua dimensione. Anche per me è troppo."
"Facciamolo" dissi sorridendo e lasciandogli un leggero bacio sulle labbra.Parlammo degli ultimi punti del piano mentre ci affrettavamo a seguire le strette gallerie sotterranee che ci avrebbero condotto dentro Dedalo: Hal mi spiegò come raggiungere l'uscita del labirinto senza farmi confondere dai continui bivi. Una volta fuori avrei intercettato Alexander e volato fino alla sua posizione.
L'unico problema era resistere a Cassandra, dovevo capire come mantenere salda la coscienza su di me, ricordando che controllava parte delle mie funzioni.
Lei era me, e io ero lei ma non era sempre stato così.
Oppure sì?
Certo, io ero lei, nulla di diverso da quello che aveva instillato in me, ma le emozioni, che ora mi parlavano attraverso condizioni fisiche malsane, urlavano la loro presenza e necessità di non essere nascoste, dimostrandosi come l'unico elemento che differenziava me da lei.Mi sarei ascoltata davvero, catturando prima di lei le sensazioni vissute, per sottrarle il potere che le avevo lasciato e rimanere vigile fino alla chiusura del portale.
Mentre correvamo per la grotta, diretti verso Dedalo, sentii dei passi dietro di noi. Dovevo fingere di aver incastrato Hal, altrimenti lo avrebbero ucciso.
"Reggimi il gioco" gli sussurrai prima che Lucifero comparisse alle nostre spalle.
Spinsi Hal allontanandolo da me e urlando come una pazza, cercando di non lasciarmi di nuovo congelare da Cassandra. "Non mi fermerete! Voglio andarmene da voi."
"Fermati!" Strillò Hal cercando di dissuadermi dall'idea.
Iniziai a correre verso il labirinto, mentre Lucifero dietro di me non attese a seguirmi.
"Bambolina, qui dentro i tuoi poteri non funzionano. Dedalo è la cassa di risonanza delle dimensioni, ricordalo."
Apparve alle mie spalle, circondandomi la gola con il braccio. Io incastrai il mio sotto nella parte interna del suo gomito e feci leva per liberarmi dalla presa e riiniziare la mia corsa.
Sentivo Hal strillare di fermarci, ma Lucifero di un'idea ben diversa, tentava di acciuffarmi per rimettermi in gabbia e aprire il portale.Non attesi oltre, e mi girai per correre verso la fine del corridoio, svoltando a destra e riconoscendo felice la luce alla fine del tunnel. Correvo a perdifiato, sentendo solo il pulsare delle neve sulle tempie iniettare ossigeno nel cervello che grazie a queste restava fermamente concentrato: passo dopo passo, saltavo crepe e evitavo colonne di pietra fissando il bianco accecante,
Corsi con poco fiato in gola, pronta a lanciarmi fuori dalla grotta una volta alla fine.
"Se salti giuro che ti sparo!" urlò Lucifero da dietro le mie spalle.
Esitai, e questo gli diede modo di saltarmi addosso, interrompendo la mia corsa.
Rotolammo l'uno sull'altro fino all'uscita: pochi centimetri mi separavano dalla libertà.
Mi alzai, notando che la pistola sull'orlo del dirupo: alla fine del tunnel infatti, il vuoto era l'unica cosa visibile. Solo decine di metri sotto, l'acqua del lago scorreva tranquilla, disturbata solo dallo scrosciare delle cascatelle ai lati della porta.La calciai con forza ma Lucifero afferrò la mia caviglia bloccando il movimento. rubò l'oggetto da sotto il mio piede e me lo puntò contro.
"Che ottieni se mi spari? Il portale rimarrà chiuso per sempre." dissi appellandomi all'ultimo briciolo di coraggio rimastomi in corpo.
"Se sparo per ferirti ti rendo solo inoffensiva" sorrise e premette il grilletto.
Nello stesso momento Hal, raggiuntolo alle spalle, devio il colpo dandogli una spallata.
Strillai per il dolore: lo sparo mi aveva comunque raggiunta ma solo di striscio, bruciando la mia spalla e lasciando un solco sanguinolento. Il dolore mi fece però perdere l'equilibrio e sotto lo sguardo sconcertato di Lucifero, caddi a picco nel vuoto, scorgendo la sua testa spuntare dal tunnel durante la mia caduta.
Poi ricordai di essere fuori da Dedalo, così nella frazione di secondo prima dello schianto, chiusi gli occhi e bloccai il tempo, ritrovandomi a galleggiare sul pelo dell'acqua senza affondare.Alzai lo sguardo, per vedere stavolta due volti, l'uno del mio quasi assassino e l'altro del mio salvatore. Non avevo molto controllo dei miei poteri ora che stavo andando contro la volontà di Cassandra; avrei dovuto velocemente volare via da loro per concentrarmi sull'altro fronte.
Respirai ad occhi chiusi, concentrandomi sempre sul tempo bloccato e percependo con più accuratezza le fibre del mio corpo.
Spiegai le ali, cercando di prendere altri secondi per allontanarmi dalla loro vista in cerca di Alexander.Così quando il tempo tornò a scorrere, io volavo libera sopra lo specchio d'acqua, osservando il riflesso di una me più riconoscibile e determinata.
Sola, con delle ali alla schiena, capii perché mi ero sempre sentita così estranea al mondo, così diversa da tutti i miei coetanei e dalla mia stessa famiglia.
Ricordare le mie origini, il come e perché della mia esistenza aveva aperto nuove porte nella mia mente. Cassandra credeva di poter celare i miei ricordi costringendoli in un angolo del cervello, nascosti dietro una grande bugia, sorvegliati da mostri di angoscia e paura. Finalmente avevo avuto il coraggio di guardare al di là della cortina di fiori e idealizzazione che circondava me stessa, a partire dai ricordi della mia infanzia.
Ammettere di non averne era stato difficile, più di quanto avessi mai neanche sognato; la risposta a quella rimozione era altrettanto assurda ma la conseguente riacquisizione mi stava permettendo di capire me stessa davvero per la prima volta.Sapevo il mio scopo. E non coincideva più con lo scopo di Cassandra.
Avrei trovato Alexander e avrei contrattato con lui la mia salvezza.
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The Key (h.s)
Fantasy"Certe cose, a volte, è meglio non saperle." Tutti continuavano a ripeterle quelle parole, ma lei non le ascoltò mai. Imparò la lezione quando ormai era troppo tardi, ma forse era inevitabile quello che le successe.