Un vocabolario sconosciuto

16 1 0
                                    

Aprii di colpo gli occhi trovandomi da sola in macchina, nei pressi di un bosco. Mi ero addormentata dopo aver bloccato quell'essere sopra la macchina e mi ero svegliata con la paura potesse comparire da un momento all'altro.

Impiegai pochi secondi a riprendermi, mi asciugai il sudore da panico dalla fronte e scesi dall'auto, alla ricerca del mio compagno. Il mio sesto senso mi intimò di non strillare e di fare più piano possibile, quasi mi pentii di essere scesa dalla macchina, ma come sempre io prima agisco e poi ragiono su ciò che ho fatto.

Il silenzio quasi faceva rumore in quel bosco fitto di vegetazione, il sole era sorto e e ormai levatosi in cielo mi permetteva di destreggiarmi tra piante, cespugli e arbusti più piccoli. Arrivai sulle rive di un piccolo fiume e lo spettacolo che si parò davanti agli occhi fu tra i più belli che avessi mai visto: l'acqua limpida scorreva silenziosa e leggera sopra il letto del torrente, quasi fosse une velo di seta; incorniciata tra due rocce sorgeva un enorme albero, avvolto da una leggera nebbiolina. Dimenticai tutto quello che stava accadendo, e desiderai solamente avvicinarmi a quello specchio piatto e tranquillo sperando di essere avvolta dalla stessa calma. Non mi sentivo in me, ero uno zombie che si muoveva verso l'acqua, riscaldata dal terrore di affogare. Volevo provare a me stessa di poter vivere, di aver superato tutto ed essere pronta a questa nuova sfida, volevo tuffarmi.

Lo feci, mi tolsi i vestiti, rimanendo in intimo e mi tuffai in quell'acqua congelata, rischiando l'ipotermia, ma non mi interessava, nulla sarebbe stato più duro di quello che stavo affrontando.

Non facevo un bagno al lago dall'ultima volta e il richiamo dello specchio azzurrò era più forte di una calamità, così non mi aspettai la reazione tanto esagerata del mio corpo.

Una volta in ammollo iniziai a tremare, continue immagini di me che annaspavo cercando l'aria mi confondevano come le stessi vivendo in quel momento.

Sbracciavo disperata tentando di tenermi a galla ma senza riuscire a gridare aiuto.

Non ce ne fu bisogno, perché sentii delle mani attorcigliarsi sotto il mio seno, costringendomi a interrompere i movimenti. Tossii forte e cercai di mettere a fuoco la persona in acqua con me.

Ovviamente era Hal, che con lo sguardo adirato nuotava sorreggendomi verso il molo da cui mi ero tuffata.

Mi aggrappai al legno, sollevandomi ed uscendo dall'acqua seguita da lui, che dietro di me iniziava a sbuffare. Finalmente respiravo senza tossire, mi strizzai i capelli e lo ringraziai a testa bassa, allontanandomi frettolosa come niente fosse.

Non doveva sapere cosa era successo. Anche perché non era accaduto assolutamente nulla. Raccolsi i vestiti e mi allontanai verso il bosco, camminando mezza nuda nel gelo invernale.

"Clover ma che... dove vai ora?" anche lui riprese le sue cose e solo in quel momento, voltandomi veloce verso di lui, notai fosse completamente zuppo e scalzo: non aveva neanche avuto il tempo di spogliarsi.

"Dove cazzo eri finita? Perché ti sei tuffata se non sai nuotare?!" Hal sembrava arrabbiato e preoccupato e una volta raggiuntami mi afferrò il polso con la mano, costringendomi ad un confronto.

"Ero venuta a cercarti. Poi sono scivolata in acqua. Sbrighiamoci ho freddo" Gli dissi mentre entrambi salimmo in macchina e io tentai di prendere dalle buste dei vestiti asciutti.
"Per questa bugia dovresti essere ibernata."
"Quanto astio."
"Sei una dannata incosciente. Ma hai tre anni? Non capisci devi stare attenta. Stavi per morire in quel lago" Non di nuovo, pensai amareggiata io.
"Hai ragione." Tagliai corto.
"Lo so che ho ragione." Ribattè come un adolescente.
Lui mi guardava con la coda dell'occhio, facendo attenzione a non farsi scoprire, ma anni di liceo e parecchi cugini maschi mi avevo insegnato qualcosa.

The Key  (h.s)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora