Diverso allenamento

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Seduta a terra, sul pavimento della Pillola, percepivo il vuoto circondarmi. Essere immersi in una specie di sottomarino, solo, sotto il livello del lago, era passato dal darmi una sensazione di soffocamento a una di protezione.
Riuscivo per la prima volta a concentrarmi sul mio corpo trasformato dalle ultime esperienze e non solo gli allenamenti fisici ma anche e soprattutto quei poteri soprannaturali.
Chiusi gli occhi, sempre a gambe incrociate quando sentii Hal muoversi sulla poltrona davanti al vetro di Pillola.
"Che cazzo stai facendo?"
"Cerco di farti stare zitto con il pensiero"
"Allora stai fallendo."
"Sto cercando di capire come funzionano i poteri." Risposi scocciata, aprendo solamente un occhio.
"Buona fortuna." Disse lui prendendomi in giro.
"Ne va della tua di fortuna, scemo." Risposi alterandomi.
"Piano con le parole."
Lasciai perdere la conversazione, cercando di concentrarmi di nuovo sul mio respiro.
"Cosa vorresti fare?" Chiese di nuovo dopo neanche dieci secondi di silenzio.
"Metterti le mani al collo."
"Ah ah, simpatica."
"Hal davvero sto cercando di capire come usare i poteri. Vorrei provare a concentrarmi in silenzio."
"Posso aiutarti invece visto che non vengo da questa dimensione, non so se te lo ricordi."
"Sapevi bloccare il tempo?"
"A tutti insegnano le basi, qualcosa posso insegnarti."
"In che senso? Andate a scuola?"
"Gli anziani insegnano ai giovani. Come in tutte le dimensioni anche nella nostra ci sono gerarchie."
"Ma se non potete avere figli, come invecchiate?"
"Nulla si crea, nulla si distrugge. Anche noi."
"Vi reincarnate?"
"Una volta esaurito il nostro compito, anche il nostro corpo deteriora ma torna ad essere quello di un bambino."
"Tutte queste cose mi confondono. Che compiti avete?"
"Storia lunga, non volevi concentrarti sui tuoi poteri?" Chiese lui rigirandosi la frittata per non rispondere alla mia domanda che evidentemente lo aveva messo in difficoltà: smise all'istante di guardarmi, per concentrarsi su inutili tasti davanti ai suoi occhi.
"Va bene, per stavolta te la passo."
"Guarda che posso non aiutarti."
"Come funziona questa cosa del tempo?"
"Devo dire che a te viene molto naturale. Il trucco è cercare l'aura: è come una calamita interna, lo senti dentro che ti attrae a lei."
Un brivido percorse la mia schiena insieme all'immagine del lago che fulminea comprare nella mia mente.
"Se ti concentri la puoi anche vedere: è una forte luce, come quella della nostra dimensione. È la scia che ti rimane impressa."

"Va bene. E se non la sento?"
"Allora non ti stai ascoltando."
"Scusa ma se devo sentire gli altri come posso concentrarmi su di me? E poi la smetti di essere così monosillabico?!" I suoi insegnamenti erano davvero inutili. Era meglio come maestro di difesa corpo a corpo.
"Devi concentrarti sul tuo corpo, non sulla testa. Focalizzati sul tuo stomaco, lascia che reagisca all'ambiente: è lui che ti guida. Appena li senti...ZAC! Blocchi il tempo con la mente."
"Come faccio."
"Ascolta la pancia."
Sembrava facile. Cercai di concentrarmi sul mio petto, di percepire il cuore che pompava sangue nelle vene.
Scesi verso lo stomaco, cercando di ascoltare ciò che mi diceva.
Ovviamente il vuoto totale risuonò nella mia mente. Aprii un occhio delusa.
"Non funziona."
"Non ci sono pericoli allora."
"Che consiglio inutile Hal. Io voglio poter decidere quando bloccare il tempo, non voglio capire a caso."
"Questa è un'altra lezione. Io ti ho appena insegnato a rilevare i pericoli, ingrata." Rispose lui con le sopracciglia imbronciate.
"Grazie maestro. Posso sapere come attivare i poteri ora?" Chiesi sorridendogli teneramente.
"Leva quella faccia, non mi convince assolutamente."
"Quale faccia?" Risposi ingenuamente e risi divertita subito dopo. "Dai torno seria."
"Bene." Rispose lui accennando un sorrisetto divertito. "Allora, immaginati nel tempo come se fossi immersa in un fiume. Ci sei? Chiudi gli occhi ti aiuta." Mi guidò Hal con la sua voce e io feci come detto. "Il tuo potere ti permette di costruire una diga che blocchi il corso di acqua. Ovviamente appena si saranno accumulati troppi liquidi la diga cederà, e il tempo ricomincerà a scorrere."
"Posso rendere la diga più resistente?"
"Questo dipende dalla tua forza. E allenamento. Sei inesperta, il tempo rimarrebbe bloccato per non più di dieci minuti, forse anche meno."
"Ma come faccio a sapere quanto tempo passa se il tempo è bloccato?"
"Beh, in quel momento il tempo sei tu. Devi saperti ascoltare, solo così saprai quanto ti rimane." Sempre questa necessità di sentirsi ed io mi sentivo decisamente sorda negli ultimi mesi.
"Voglio provarci." Non mi arresi e tentai de seguire i passaggi che Hal mi aveva spiegato.
"Una volta ci sono riuscita ce la farai di nuovo."
"Si, ma ero molto motivata a vincere." Risposi facendogli l'occhiolino.

Chiusi gli occhi, rallentando il respiro ed immaginandomi nel flusso di una corrente. Mi visualizzai li, nello scorrere del fiume, agganciarmi al suolo e sentire il mio stomaco contrarsi. Chiusi il pugno pensando semplicemente "fermo" e il tempo mi ascoltò.
Quando aprii gli occhi, tutto era immobile intorno a me, Hal aveva gli occhi fissi, aperti di fronte a sé, intento a scrutarmi. Mi misi in piedi, di nuovo libera dalle responsabilità del mondo.
Ferma in quel limbo avevo pieno controllo di me, o almeno credevo. Sapevo perché volevo tentare questa mossa: troppi segnali stavano facendo implodere la mia mente.
La voce che mi aveva chiamato al lago era quella della donna che ha aiutato Hal. Ne ero sicura. E la sensazione che da quel momento io e lei fossimo indissolubilmente legate era sempre più una convinzione in me.
In ogni momento di pericolo era apparsa forte e chiara, pronta a difendermi e soprattutto a proteggere Hal.
E i sogni non facevano che confermare le mie intuizioni: il lago, quella luce, saper percepire l'aura e i miei strani poteri.
Con la convinzione che qualcosa non tornava, l'idea che l'incidente al lago non fosse un mio tentativo di suicidio ma qualcosa era quasi una sicurezza.
Dovevo capire come agganciarmi a quella voce nella mia testa, dovevo raggiungerla, così, chiusi gli occhi e rallentai di nuovo il mio respiro.
Volevo bloccare la mia mente e scansionare tutti quei ricordi sconnessi, volevo capire come comunicare con lei.
Ma il vuoto più totale occupò il mio corpo. La sfiducia mi assalì, non l'avrei mai trovata.
Mi concentrai allora come Hal mi aveva detto sulla mia pancia, per cercare di capire quando il tempo sarebbe tornato a fluire.
Chiusi di nuovo gli occhi e mi focalizzai sul ventre; improvvisamente, dei brividi iniziarono a risalire lungo la schiena, insieme ad una sensazione terribile, come se dentro di me si stesse muovendo qualcosa.
Se dovevo provare questo ogni volta avessi tentato di percepire quei liquidi, avrei sicuramente evitato.
Mi salirono dei conati di vomito, molto forti ma non rigettai nulla. La testa faceva male e mi stupii del malore così nuovo, mai provato nelle altre situazioni.
Poi, come una radio accesa, la sua voce gracchio leggera nelle mie orecchie.
Qui no.
Mi morsi il labbro terrorizzata con i crampi che non accennavano a diminuire.
Il tempo mi inondò distruggendo la barriera che avevo creato, e con il volto pallido caddi con le mani a terra mentre il labbro pulsava dal dolore.
"Ma che cazzo hai fatto!?" Saltò Hal in piedi avvicinandosi a me. Mi prese sotto braccio per farmi sedere sulla poltrona al posto suo, chinandosi sulle ginocchia per tenermi il volto.
Ero completamente inerme, vedevo lui, lo sentivo ma non avevo la forza di muovere un solo muscolo o di pronunciare alcun suono.
"Che ti è successo?"
Qui no. Avevo pensato a sentire la pancia come mi aveva consigliato lui ma la voce che tanto cercavo era apparsa lasciandomi uno stato di malessere generale. La paura che fossimo più legate di quanto credessi si fece largo in me ma decisi di non rivelarlo a Hal.
"Io.. ho ascoltato la pancia e mi sono sentita malissimo Hal. Pensavo di svenire e lasciare il tempo bloccato per sempre."
"Cosa hai sentito nella pancia Clo?" Chiese Hal assumendo un'espressione seria.
"Niente, solo nausea." Mentii cercando di sembrare convincente.
"Il tuo corpo ha reagito al pericolo."
"Che intendi?" La paura mi assalì di nuovo, ero stufa di essere confusa e inerme. Con gli occhi ludici per l'emicrania lo fissai intensamente, sperando non mi rivelasse l'ennesima cattiva notizia.
"Che non sei al sicuro Clo."

The Key  (h.s)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora