Viaggio

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"Come hanno fatto a trovarci?! Avevo la collana! Non doveva nascondermi?" Erano passati pochi minuti dall'attacco subito, la paura si era impadronita di me e non riuscivo a pensare lucidamente; guidavo senza guardare avanti, avevo in mente solo le scene di pochi minuti prima e Hal nel sedile accanto al mio si stava rilassando, come se la cosa non lo avesse minimamente toccato.

"Mi rispondi?! Sembra che per te vada tutto bene!"

"Accosta, guido io" Pronunciò lui con una voce piatta, priva di qualsiasi emozione.

"No, guidare mi rilassa e dato che tu non mi aiuti a calmarmi starò qui a strillarti addosso finchè non mi rispondi."

Ero davvero sull'orlo di una crisi di nervi, partecipare in prima persona ad una sparatoria in pieno stile Bronx non era uno delle esperienze che avrei mai consigliato.
Era successo tutto così rapidamente che quasi non ricordavo i passaggi della nostra fuga. Nonostante tutto c'era una parte di me che si era sentita viva, piena di adrenalina; quasi mi era piaciuto scappare e usare i miei "poteri", con la tensione nel cervello, senza tremore in corpo, fredda come il marmo; avevo dato prova delle mie doti da 'chiave', credo. Non mi sentivo speciale, fermare gli aggressori in "quel modo" non mi rendeva più sicura ma solo più spaventata. Sentivo qualcosa dentro di me strapparsi lentamente, come un foglio di carta; non riuscendo a spiegare quelle mie qualità, sentivo nascere in me una nuova Clover, potente e spietata su cui non volevo per paura esercitare controllo.
Ma non potevo neanche piegarmi a lei.

"Calmati per favore, ora va tutto bene" mi disse lui tentando di rassicurami ma non hanno mai funzionato certe parole a calmare dei nervi così tesi.

Vedendo che non accennavo ad allentare la presa sul volante, tanto forte da farmi tremare le mani, inaspettatamente mise la sua mano sulla mia e iniziò a parlare.

"La collana doveva riuscire a coprire le tue tracce, con noi funziona, con te evidentemente no, dovevo saperlo, mi dispiace. Non mi spiego ancora come hai fatto a rimanere al sicuro tutto questo tempo."

"Bene! Quindi adesso siamo scoperti!"

"Non preoccuparti per questo" parlò lui con voce calma.

"Mi vedi agitata?" chisei indicando il mio volto con l'infice teso.

"No, sembri appena uscita da una spa."

"Sai , adoro riscaldare i miei muscoli con fughe e corse e tuffarmi in sparatorie. Armi poi! Siete di un'altra dimensione e sparate!"

"Non conosci le regole delle dimensioni, è normale."

"NESSUNO QUI VUOLE SPIEGARMELE!" Lui sospitrò forte e dopo qualche secondo riprese a parlare.

"Sono armi fatte di kuthy"

"Di che?"

"E' la sostanza con cui è fatto l'Olim." Rispose serio.

"E' la vostra criptonite." Mi ero calmata e ringrazia avesse mantenuto il controllo per entrambi.

"Se la vuoi mettere così"

Rimanemmo in silenzio per un'ora buona, fino a che non riniziai a parlare, ormai del tutto rilassata.

"Dove dobbiamo andare?" A pochi metri da noi c'era un bivio e io sperai mi desse qualche informazione in più sulla nostra meta.

"Sempre dritta, poi accosta, così guido io." Ero davvero stanca, quindi senza opporre resistenza rallentai e al primo punto utile accostai per sedermi al posto del passeggero e lasciare guidare occhi verdi.

"Abbiamo bisogno di aiuto per andare avanti da questo momento in poi. Ora inizieranno ad attaccarci in massa, non possono permetterci di arrivare al varco con te, o per loro è la fine. Ti faccio i miei complimenti, dove hai imparato tutta quella freddezza? Forse dovresti dosarla meglio ed evitare le scenate di prima." mi disse mentre ingranò la marcia per affrontare l'erta salita davanti a noi. Stava cercando di mandare via la tensione che era rimasta seduta sul sedile posteriore da quando avevamo lasciato quell'inferno.

The Key  (h.s)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora