Vuoi vendicarti di Cassandra dostruggendo le speranze dei tuoi fratelli e sorelle?" Le chiesi con tono serio mentre continuavamo a fissarci in cagnesco.
"Nessuno potrà capire l'umiliazione che lei mi ha inflitto. Io non ho tradito lei, lei ha tradito ognuno di voi. Pensi davvero voglia aprire il portale per aiutare l'esercito Ribelle? Pensa davvero che io abbia detto ad Alexander la nostra posizione perché la odio così tanto?" Disse sorridendo.
I ruoli si erano invertiti e il mio spaesato cresceva, affollando la mia mente di un ronzio di pensieri frenetici.
"No piccola Clo. Sei un burattino, ma un burattino potente. Ti abbiamo creata noi, ti abbiamo inserito nel mondo e portata qui perché ci servivi. Conosciamo te meglio di quanto ti conosci tu stessa... forse già è entrata dentro di te."
Sorrise con più cattiveria, arrestandosi di colpo.
"Un ottimo contenitore ma sciocco. Davvero Clo non ricordi niente dell'incidente? Un pizzico? È questo che hai raccontato ad Hal?" Parlava mentre lentamente si avvicinava a me, con fare seducente.
"Un portale avrebbe permesso l'unione delle dimensioni, ci saremmo ricongiunte, ma avremmo dominato noi i due mondi, con il potere ottenuto grazie a te, la nostra macchina da guerra capace di suonare le corde dello spazio-tempo. Ma ti ha trovata prima Hal, non pensavo avrebbe avvertito lui e a me nessun segnale, dopo tutto l'aiuto che le avevo dato. Ma sono io la sciocca: ancora non capisco perché doveva trovarti lui e non io."
"Non ti reputava all'altezza." Sussurrai piano con lo sguardo confuso.
"Tu sai dov'è, il tuo occhio, il braccio. Non sono sciocca come te. Qui i tuoi poteri non funzionano" Rivelò sorniona.
Indietreggiai, osservando le pareti ruvide in cerca di una via di fuga; i miei occhi saettavano tra Marika e l'area della grotta."Pensavate quindi di potermi usare a vostro piacimento. E in che modo? Con le minacce?" Dissi cercando di provocarla: puntare sul suo orgoglio ferito mi sembrava il modo più veloce per farla reagire e forse svelare qualche dettaglio in più.
Sorrise e rilassò i muscoli delle spalle, lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi.
Poso le mani sul collo della maglietta e inclino leggermente la testa.
Il tessuto dell'indumento si mosse, rivelando una macchia sopra il seno simile a quella che avevo e un tonfo mi blocco il cuore.
"Non sei l'unica ad averlo" Il centro era invaso da una densa macchia bianca.
"Una volta dall'altro lato, ti avremmo controllato con questo, insieme potevano usare la Connessione" abbasso lo sguardo triste "ma ora non posso."
"Sei una stupida, con quello controlla entrambe." Parlai comprendendo il significato della nostra macchia ma non perché la sua fosse di un colore diverso. Lei si guardò il petto sospettosa, lasciandosi distrarre dal dubbio che avevo istillato in lei.
Indietreggiai cogliendo l'occasione per fuggire nel corridoio dal quale eravamo venute.
Le gambe si muovevano come saette, sfrecciando lungo la superficie irregolare che continuava a mettere a dura prova i miei riflessi.
"Non puoi fuggire stupida, questo labirinto è il padre di Dedalo." Era quello il luogo da cui provenivano i materiali del Bunker. Mi bloccai per concentrarmi meglio sul mio respiro, avrei bloccato Marika e cercato una via d'uscita ma come se fossi in un gioco degli specchi, la mia mente continuava a rimbalzare da un'immagine all'altra della ragazza, tutte false ma verosimili finché non me la ritrovai dietro a circondarmi il collo con un braccio.
Lanciai un urlo strozzato, vinta dalla pressione alla gola che mi blocco il respiro. Nel divincolarmi per allentare la presa, le colpii la costola con il gomito, permettendomi di strattonarla via e riprendere fiato, pronta al contrattacco.
Come una macchina, i miei arti sfrecciavano veloci contro di lei, che si riparava con difficoltà dai miei colpi.
Non avevo mai combattuto, ma una parte di me lo aveva sempre saputo fare ed ora aveva solo la possibilità di essere messa in azione.
Sentivo il sangue pompare veloce, le molecole d'aria uscire ed entrare frenetiche dalla trachea mentre gocce di sudore raffreddavano la mia pelle bollente.
Riuscii a posizionare un piede dietro la sua caviglia, e una volta spintala indietro le feci perdere completamente l'equilibrio. Cadde in un tonfo sordo, tirandomi però giù con lei.
Sdraiate una accanto all'altra ci girammo per attaccarci di nuovo quando un rumore metallico accese qualcosa dentro di me, un segnale dall'allarme primitivo che mi permise di schiudere le ali, non prima però, che Marika estraesse un piccolo pugnale argentato dalla gamba sinistra, nascosto sotto i pantaloni ampi e leggeri.
Così, mente sentivo la carne della mia coscia bruciare, le ali mi liberavano dal coltello, che non riuscii a penetrare completamente la carne morbida.
Saltato indietro e mentre mi allontanavo un nuovo allarme arrivò da dietro l'orecchio sinistro, quando un brivido stimolato dal rumore dell'aria che fischia.
Una freccia saettò dalla galleria accanto a me per conficcarsi nella pancia di Marika, rimessasi in piedi dopo avermi ferita.
Mi guardò dubbiosa e in silenzio, avvicinando tremanti le mani al bastone di ferro macchiato di rosso vivo.
"Fottetevi". La freccia si polverizzò ma con questa anche la ragazza di fronte a me.
Sgranai gli occhi chiedendomi l'origine di tale potere. Mi voltai e vidi arrivare Hal, di nuovo a salvarmi la vita. Tremarono appena le gambe ma le bloccai istantaneamente."Come hai fatto?" Lui mi guardò torvo mentre io lo fissavo curiosa.
"Tu sei tutta scema! Stavi per morire dannazione!" Urlo scrollandomi le spalle. Io mi allontanai freddamente, lasciandolo di stucco.
"Devo capire che cosa sta succedendo Hal." Parlai seria.
"Cosa sta succedendo a te Clo? Sei così gelida.. distante." Sussurrò triste, abbandonando le braccia lungo i fianchi. Posizionai una mano sulla sua spalla e sorridendo velatamente cercai di tranquillizzarlo.
"Fidati di me, per stavolta."
"Lo farò, ma parlami." Lo fissai stupita. Io gli stavo parlando, cosa voleva di più? Decisi di rivelargli le recente scoperte, a partire dal legame tra Marika e Cassandra e del mio ruolo nel loro piano.
"Non è possibile, Cassandra voleva aiutarmi."
"Per questo ha tradito Marika."
"Se ha mentito a lei, potrebbe aver mentito anche a me. Dobbiamo capire le sue vere intenzioni." Annuii lentamente, supportando l'affermazione di Hal.
"Ti ha spiegato altro sul...marchio?" Chiese lui sospettoso.
"Dovevano usarlo per controllarmi. Il suo marchio era come il mio." Risposi cercando di ricordare quanti più dettagli sulla macchia.
Un flash saettò nella mia mente: io che affogavo. Veloce come le era apparso scomparì, lasciandomi un senso di vuoto che non ricordavo di aver mai provato.
O forse si: come un effetto domino, quella strana emozione apri in me un vortice di ricordi, frammentari, che passarono così veloce da non lasciarmi il tempo di osservarli davvero.
"È apparso con l'incidente al lago." Sussurrai osservando la mia mano. "Ricordo le loro mani su di me, ma non ricordo la macchia sulla mano di Cassandra." Sussurrai cercando di tenere ferma l'immagine sfocata del sogno.
Un fortissimo mal di testa mi fece contrarre i muscoli del volto e portare una mano alla tempia.
"Clo che hai?" Domandò Hal preoccupato.
"La testa...ora passa." Risposi assalita dalle vertigini. Lui mi aiuto a rimanere in piedi mentre un forte capogiro attentò al mio equilibrio.
"Devi riposare. Ti prendo in braccio." Non feci in tempo a rispondere che senza problemi mi fece salire sulla sua schiena, afferrandomi le gambe, nonostante le ingombranti ali che non riuscivo a controllare a dovere. Ero senza forze e i flash balenavano nella mia mente come luci stroboscopiche, disorientandomi completamente.
Chiusi gli occhi e persi i sensi.
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The Key (h.s)
Fantasy"Certe cose, a volte, è meglio non saperle." Tutti continuavano a ripeterle quelle parole, ma lei non le ascoltò mai. Imparò la lezione quando ormai era troppo tardi, ma forse era inevitabile quello che le successe.