CAPITOLO 11: RIENTRO

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ALICE

Sono sul treno che mi sta riportando a Domodossola, alla fine Lara, se pur con grande sforzo, è riuscita a mantenere la promessa che le ho estorto quando ero in ospedale. Per tutto il tempo delle feste natalizie sono stata ricoverata e poi sono andata a Sacrofano, dalla nonna, c'erano anche i miei genitori e Marco, pure Silvia è venuta spesso e mi ha tenuto compagnia nei giorni dopo l'operazione. Non è stato un bel periodo, Claudio più volte mi ha chiamato, non riusciva a spiegarsi come mai non ho voluto ascoltare le sue ragioni, è venuto anche a Sacrofano, è stato per ore davanti alla porta della mia stanza, ma non gli ho mai aperto, è passato poi ai messaggi e, quando ha definitivamente capito che io non voglio avere a che fare con lui, ha cominciato a chiedere mie notizie a Silvia, a Lara e a Paolone. Ho vietato a tutti di parlare con lui di me, ma non sempre mi danno ascolto.

Dopo la decisione che ho preso di non dirgli nulla del figlio che aspetto da lui, mi sento colma di una forza che non avevo mai avuto, ho deciso di chiudere con gli uomini per un lunghissimo periodo e di gettarmi a capofitto nel lavoro. Impiegherò tutte le mie forze per far sì che il progetto al quale sto lavorando sia degno di menzione e dimostrerò al mondo di essere uno dei più bravi medici legali della penisola, surclassando anche il famigerato CC.

Quando arrivo a casa, trovo sulla porta la signora Oggebbio, ha in mano una ciotola e un piccolo vassoio.

"Dottoressa! – mi guarda curiosa – Le ho preparato una zuppa calda e le ho portato anche il bonet, che ho preparato con cacao e caramello, come piace a lei! Deve rimettersi, ora e pensare anche al suo bambino!".

Mentre ero a Roma la nonna l'ha chiamata più volte, ha trovato il suo numero sulla rubrica del mio cellulare. Sono diventate amiche e ho il presentimento che la mia cara nonnina, preoccupata, le ha chiesto di prendersi cura di me.

"Sa! – aggiunge – Il dottor Conforti l'ha chiamata più volte!".

Avevo dato a Claudio il suo numero, in caso ne avesse avuto bisogno quando il mio telefono risultava irraggiungibile.

"Sarebbe il caso che lei lo richiamasse! – prosegue – E' molto preoccupato!".

Annuisco e la ringrazio. Non vedo l'ora di fare un bel bagno caldo e di infilarmi sotto il piumone. Sono felice che Gabriele abbia preso qualche giorno di ferie per andare a trovare la madre che ha avuto un malore, non mi va di parlare con nessuno e tantomeno di dare spiegazioni. Ripongo la zuppa in frigo, la scalderò domani e appoggio il dolce sul mobile. Mi reco in bagno e, mentre il getto dell'acqua scorre sui sali rilassanti che ho versato nella vasca, cancello il numero di Claudio.

CLAUDIO

E' passata una settimana da quando Alice è ripartita per Domodossola, non ha mai risposto alle centinaia di chiamate che le ho fatto, neanche ai messaggi, sono andato persino a Sacrofano, Amalia mi ha lasciato entrare, sperava che la nipote si ricredesse e accettasse di parlarmi. Ho spiegato tutto alla nonna di Alice, della mia delusione quando ho saputo che il mio progetto era stato scartato, di Simona che si era intrufolata a casa mia e io non avevo avuto la forza di respingerla ma le ho anche detto che non c'è stato nulla fra di noi. Io amo Alice più della mia stessa vita, è diventata come l'aria che respiro e non potrei più fare a meno di lei. Anche se ora siamo lontani anni luce, quella sera, dopo che mi aveva respinto per l'ennesima volta, mi sono abbandonato sul divano, vicino al caminetto che Amalia tiene sempre acceso e ho aperto il mio cuore all'anziana donna.

"Vede, Amalia! – le ho confidato – Una volta ero cinico e le donne che incontravo erano semplici avventure, la mie storie sono state lo sfogo di una notte e, al massimo, sono durate una settimana. Poi è arrivata Alice e ha sconvolto il mio modo di pensare e la mia vita!".

AA&CC... LA CHIAVE DEL TUO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora