CAPITOLO 18: TURBAMENTO

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ALICE:

Oramai è consuetudine che sempre più spesso io mi ritrovi a lavorare con Claudio e Gabriele con Samantha e David, siamo stati costretti a dividerci i compiti perché i tempi stringono e la squadra di Michael Thali con sempre più frequenza, visti i risultati elevati che raggiungiamo, ci rifila altri argomenti da inserire nel progetto.

E' una di quelle domeniche in cui CC ed io ci siamo visti all'alba per mettere a punto alcuni dettagli per un nuovo tema da trattare la prossima settimana, siamo arrivati a sera, una di quelle sere di fine luglio in cui l'afa di Washington si fa sentire, abbiamo lavorato quasi ininterrottamente da stamattina alle otto, concedendoci solo una breve pausa per uno spuntino. Io non ce la faccio più e mi chiedo come faccia lui, dopo quasi dodici ore, ad essere fresco come una rosa e ad essere ancora un vulcano di idee.

"Claudio! – lo blocco all'ennesimo tentativo di perfezionare un dettaglio – Sono stanca, affamata e non vedo l'ora di finire sotto il getto fresco di una doccia rigenerante!".

"Anche a me piacerebbe! – ci prova – Proprio come un tempo!".

"Non fare il cretino! – lo ammonisco – Te l'ho detto migliaia di volte che non attacca!".

Oramai è come se avessimo messo da parte tutto l'odio che ci siamo tenuti dentro e sembriamo due vecchi amici che si scambiano battutine sarcastiche.

"Beh! – continua imperterrito – Perché tu non la faresti una bella doccia a fianco di un bel fusto come me!".

"Certo! – lo derido – Non aspetto altro!".

Ride.

"Alice! – riprende – Anche io sono stanco ed affamato, che ne dici ce lo concediamo un vero pasto?".

"Sicuramente! – acconsento – Ma io a casa mia e tu a casa tua!".

"E dai! – incalza – Rilassati! Che cosa c'è di male nel fatto che due amici condividano una cena e una passeggiata?".

"E va bene! – cedo – Oggi sono magnanima, dove mi porti?".

"Ti fidi di me?" domanda.

"Per niente!" ribatto.

"Se vuoi dimenticare questa giornataccia, devi farlo per forza!" mi guarda alzando un sopracciglio.

"Ok!" convengo.

Usciamo dall'Istituto e salgo sulla sua Ford Mustang con targa personalizzata rappresentante la bandiera americana e il motto In God We Trust, ho avvisato Gabriele che non rientrerò tanto presto, tanto conosco CC e so che non baderà a spese e mi farò vedere posti incantevoli.

In macchina sembriamo proprio due vecchi amici, ridiamo, scherziamo e ci godiamo l'aria rilassata che si è stabilita tra noi, quella che non c'era mai stata nemmeno quando eravamo diventati una coppia.

In poco più di un quarto d'ora, naturalmente alla velocità di Claudio, arriviamo al Sandy Point State Park, un'area situata all'estremità occidentale del ponte della baia di Chesapeake, nel Maryland.

"Claudio! – gli faccio notare – Ma il parco è chiuso!".

"Shhh! – sussurra mettendomi un dito sulle labbra! – Ti farò fare qualcosa che non hai mai fatto!".

"Ma che stai dicendo?" comincio ad agitarmi.

"Hai mai pescato granchi?" mi domanda serafico.

"Granchi???" mi meraviglio.

"Ascolta Alice! – mi indica un cartello sul quale sono scritte tutte le informazioni – In questo posto, in alcune aree, è consentita la pesca notturna, compresa quella dei granchi!".

AA&CC... LA CHIAVE DEL TUO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora