CAPITOLO 15: CONOSCENZE

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ALICE

"Liam! – mi rivolgo a lui con un tono che non ammette repliche – Voglio parlare con lui! Da sola! Come direttore, puoi convocarlo nel mio ufficio lunedì mattina alle nove!".

"Ma Alice! – tenta di farmi desistere dal mio intento – Per quale motivo dovrei farlo? Se devi dirgli qualcosa di personale, fallo tu e parlatevi!".

"Io non ho proprio nulla da dirgli!" inveisco.

"E allora spiegami perché dovrei fargli una convocazione ufficiale!" continua.

"Perché deve essere ufficializzato che, al di fuori di questioni di lavoro, non deve rivolgermi la parola! – cerco di spiegargli – Quello è furbo, dopo tanto tempo vorrà ancora venirmi a dire che con quella puttanella non c'è stato niente!".

"Alice! – sembra deciso – Adesso basta! Mi pare che tu stia esagerando, Conforti non ha fatto nulla perché lo chiami con una convocazione ufficiale! Le questioni private sbrigatevele da soli!".

"Sei insopportabile, quando ti ci metti, Liam! – cerco di fare leva sul debole che ha per me – Cosa ti costa farmi questo piccolo favore?".

"Mi costa la tua felicità!" mi dice spiazzandomi.

"Io sono felice così!" lo informo.

"Sì! Come no! – commenta – Non hai diversivi al di fuori del lavoro, a parte venire a pranzo la domenica da me e poi portare tua figlia al parco insieme a quel damerino che chiama papà!".

"Basta, Liam! – mi inviperisco – Non parlare così di Gabriele! Quando quel poveretto di Conforti, come lo chiami tu, mi ha tradita mentre aspettavo sua figlia, Gabriele è stato l'unico a starmi vicino!".

"Sì, solo perché hai fatto terra bruciata intorno a te! – mi dice la verità – Hai dimenticato parenti e amici, persino tua nonna, che dici di amare tanto, non conosce dove sei!".

"Adesso rimedierò! – gli faccio sapere – Tanto quel cretino mi ha trovato! E se becco chi, tra Lara e Silvia, ti ha rivelato chi era il padre di Claudia passerà un brutto quarto d'ora!".

"Ti prego, Alice! – torna ad essere dolce – Lascialo spiegare! Magari potrà dimostrarti che quello che vuole dirti è vero!".

"Liam, mi spieghi una cosa?" gli domando a bruciapelo.

"Dimmi, cara?" risponde.

"Ma perché ti interessa tanto che io mi chiarisca con lui?".

"Te l'ho detto, Alice! – sospira – Per me tu sei una figlia! Non sopporto vederti infelice! Tu sei innamorata persa di lui! Nonostante, siate stati lontani cinque anni, nonostante tu ti sia costruita una specie di serenità e una routine noiosa ed abitudinaria, nonostante lui abbia tentato di portarsi a letto una donna diversa ogni sera per dimenticarti e poi non si è avvicinato più a un individuo di sesso femminile da diverso tempo, voi ancora vi amate!".

" E cosa te lo fa pensare?" rido.

"Il fatto che sia svenuto appena ti ha visto! – mi spiega – E l'avermi assalito come una furia quando lo hai visto!".

"Sei proprio fuori strada, Liam!" continuo a deriderlo.

"Vedremo, bambina mia!" pensa di concludere la conversazione.

"Non vedremo proprio nulla!" la concludo via e me ne vado sbattendo la porta.

CLAUDIO

E' lunedì mattina, il mio primo giorno di lavoro. Il direttore ieri sera mi ha chiamato dicendomi che Alice vorrebbe parlarmi in privato. Chissà cosa vuole dirmi? Sono arrivato in Istituto con netto anticipo, ma non so dove andare, guardo spaesato questo grosso atrio, almeno tre volte più grande di quello di Roma, c'è un via vai di gente in camice, adulti che si dirigono verso i loro studi e ragazzi che si infilano in una stanza entrando da un'enorme porta a vetri. Quando l'ultimo la chiude, leggo la targa in metallo "Classroom for trainees". E' l'aula degli specializzandi, ho perso il conto di quante persone vi siano entrate. Vorrei sapere com'è dentro, ma non oso entrare.

AA&CC... LA CHIAVE DEL TUO CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora