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<Chuuyaaa!>

<Tachihara cazzo! Ma mi vuoi rendere sordo!?> gli chiesi urlando a mia volta, coprendomi con i palmi delle mani le mie orecchie.

Se voleva farmi diventare sordo a diciassettenne anni ci stava riuscendo benissimo.

<Ti ho chiamato una cosa come dieci volto e tu continuavi e non rispondermi, quindi> disse semplicemente, portando nel mentre le sue mani nelle tasche dei pantaloni.
Con un movimento secco del capo portò indietro una ciocca di capelli che fino a poco fa gli copriva gli occhi e con uno sguardo carico di sperenza mi guardava. O meglio, mi fissava.

<Falla breve. Che c'è?> gli chiesi, buttandomi a peso morto contro schienale della sedia.
Oggi ero più stanco del solito e quanto avrei pagato per poter trovarmi in una spiaggia a prendere il sole, senza avere nulla di cui preoccuparmi. Invece mi toccava stare a scuola, aspettare altre due ore prima che finisse e poi andare a lavorare.

<Io, Tanizaki e gli altri ci chiedevamo se sta sera ti andasse di venire con noi al molo>, < che ne dici?> mi domandò, dondolando sulle punte dei suoi  piedi.

<Dipende dall'orario>

<Credo verso le otto tipo, così che tutti abbiano anche avuto il tempo di cenare> mi spiegò e la luce di speranza nei suoi occhi non fece altro che aumentare.

<Non credo di aver nessun problema, dammi solo un momento> non appena lo dissi tirai il mio telefono fuori dalla tasca dei pantaloni e uno volta sbloccato, cominciai a guardare sul calendario e vedere a che ora iniziava il mio turno.

Come immaginavo oggi iniziava un pelino più tardi, verso le dieci.
Ciò significava che avevo il tempo necessario per stare con i miei amici, anche se volevo averne di più.
Era passato troppo tempo dall'ultima volta che eravamo usciti tutti insieme e mi mancava stare con loro.

<Okay, penso di esserci. L'unica cosa è che per le nove e mezza dovrei andare. Non è un problema? > gli domandai a mia volta e davvero, non volevo che fosse un problema per loro.  Era l'ultima cosa che volevo.
Anche perché ultimamente tra scuola, lavoro e tanto altro non avevo molto tempo per me, quindi questa poteva essere un'ottima occasione per rimediare.

Inoltre sarei riuscito, oltre che a staccare la spina, a gustarmi quelli che gli adulti definivano "gli anni della gioventù"

<Nessun problema! Ora avviso agli altri, a più tardi Chuuya!>

<A più tardi> e senza aggiungere altro ritornai con la testa china sul mio banco. Guardando nel mentre la figura del mio amico farsi sempre più piccola man mano che si allontanava.

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Era tardo pomeriggio, circa le cinque.
Non era passato molto tempo da quando ero tornato da scuola, forse un'oretta e mezza.

La luce calda del sole faceva capolino nella mia stanza, mischiandosi con il bianco trasparente delle tende. Creando intorno a me un'atmosfera del tutto irreale. Mi sembrava di stare all'interno di un film. 
Se fosse stato per me avrei passato la vita intera a guardare il tramonto o l'alba.
A parere mio questi, insieme alla notte, erano i momenti più belli della giornata.

Come al solito anche quel pomeriggio mi trovavo a casa. Da solo.
L'unica cosa che mi faceva compagnia in quelle mure erano gli esercizi di fisica che stavo facendo e tutti gli altri compiti che mi aspettavano. 

La mia testa era china sulla scrivania e con gli occhi chiusi in due fessure guardavo per l'ennesima volta il testo dell'esercizio.
Avevo provato a rifarlo non so quante volte, con tutte le formule che conoscevo e non era servito letteralmente a nulla.

<Basta, ora pausa. Sennò finisco per tirare giù qualche santo> sbuffai irritato e senza giungere altro mi alzai dalla sedia e a passi veloci mi diressi verso la cucina.

Versai dall'acqua all'interno di pentolino per preparami una bella tazza di tè caldo. Ne avevo proprio bisogno.

Mentre aspettavo che l'acqua bollisse, cominciai a guardare il telefono. Risposi al alcuni messaggi che mi erano arrivati. La maggior parte di questi erano quasi tutti dei miei amici, tranne uno. E per poco non mi venne da imprecare quando lessi il contenuto del messaggio.

Da: Fukuzawa Yukichi

"Chuuya-kun scusami molto, ma potresti anticipare di circa un'ora? So che il tuo turno inizia alle dieci come accordato, purtroppo oggi siamo a corto di mani per mancanza di personale.
Fammi sapere il prima possibile"

Passai qualche secondo a guardare immobile come una statua lo schermo del telefono, uno stato che durò ben poco dato che, senza pensarci due volte, risposi.

A: Fukuzawa Yukichi

"Si non c'è nessun problema. Per le otto e mezza sarò da voi"

Una volta che schiacciai il tasto invio chiamai subito Tachihara e lo avvisai dell'inconveniente.

Un senso di colpa cominciò a farsi largo nel mio petto. Ancora una volta mi toccava dover dare buca.
Avrei potuto direi di no, lo so. Semplicemente non potevo.

<Davvero mi dispiace, la prossima volta->

<Non ti preoccupare, mica ce la prendiamo. Vai pure tranquillo, facciamo per un'altra volta> mi disse con tono pacato Tachihara e Dio santo, a quel ragazzo dovevano fare una statua.

Avevo ormai perso il conto delle volte che gli avevo davo buca, sia a lui che agli altri, per un motivo o per l'altro.
Se fossi stato nei loro panni mi sarei un po' innervosito. Perché dire di sì quando non sai se effettivamente puoi esserci?

<La prossima volta offro la pizza. Lo prometto, okay? Ora vado che finisco di fare i compiti. Ciao>

<Va bene, ciao> mi salutò Tachihara prima che conclusi la chiamata.

Appoggiai il telefono con lo schermo rivolto sulla superficie del bancone e con sguardo perso guardi un punto vuoto della stanza.

<Dai che anche oggi si dorme niente!> dissi ironicamente, portando il mio braccio sinistro sopra la mia testa, proprio come avrebbe fatto un personaggio di un cartone animato.

Ce l'avrei fatta davvero andando avanti così?
Non ne avevo la minima certezza, ma di una cosa ero certo. Avrei fatto di tutto finché mi era possibile. Di tutto.

<Mi sa che il tè è pronto> mi dissi quando vidi l'acqua bollire.

Mi avvicinai ai fornelli, girai la manovella del gas e con una presina versai l'acqua calda in una tazza con dentro la bustina di tè nero già pronta.
Mentre aspettavo che il tè si raffreddasse, portai i miei libri sul tavolo in cucina e in giro di qualche minuto, sorseggiando la mia bevanda calda, tornai a studiare.

Ce l'avrei fatta a finirli prima di dover andare? No. Mi sarei impegnato a farlo? Ovvio.
Questo significava una cosa sola, mancanza di sonno assicurata.

Angolo Autrice
Hey! Sono tornata con una nuova ff! Questa è la mia prima SKK e spero che vi possa piacere.  Scusatemi per i vari errori sia di grammatica che non.
Al prossimo capitolo ❤️

Iris//SkkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora