XXXIV

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Chuuya pov

Erano passati alcuni giorni da quando Dazai mi aveva raccontato del suo passato. Forse poco più di due settimane. Dovevo ammettere che era stato un gran bel malloppo da digerire in una volta sola. Pero andava bene. Perché in questa maniera era riuscito a sfogarsi e togliersi un peso di dosso non da poco.

Oltre ad essere passate due settimane da ciò, il mese di dicembre era già iniziato e questo significava che da lì a poco ci sarebbero state le vacanze di Natale. Quindi no scuola e niente più' sveglie alle sei del mattino per prepararmi e andare alle solite, ripetitive lezioni a cui ormai mi ero stancato di andare. L'unica cosa che volevo fare era riposarmi, dormire a non stop. Infatti, se fosse stato per me avrei fatto andare avanti il tempo fino al giorno della consegna del diploma. Molti ragazzi e ragazze molto probabilmente la pensavano come me.

Mentre tenevo la testa occupata da questi pensieri, il pullman arrivò a destinazione. Senza prestarvi chissà quale attenzione, mi alzai dal sedile che occupavo e in giro di qualche secondo mi trovai fuori dal mezzo. Quando scesi, notai che la luce calda del sole era stata coperta da nuvole grigie e che l'aria fredda, tagliente come la lama di un coltello, mi graffiava la pelle del viso. Molto probabilmente il rosso era diventato rosso come quello della renna di Babbo Natale.
Quel giorno, nonostante le basse temperature, decisi di andare a trovare mia sorella. Era passato molto tempo dall'ultima volta che ci eravamo visti e avevo il bisogno di poterla vedere dal vivo e non attraverso un schermo. Avevo bisogno di averla accanto e di parlarle come avevamo sempre fatto prima che lei incominciasse a vivere da sola.

<Se non sbaglio dovrebbe essere questo> mi dissi facendo di tanto in tanto passare il mio sguardo dall'indirizzo in cui avrei dovuto trovare la casa di mia sorella, all'enorme edificio che si trovava davanti ai miei occhi.
Dopo essermi accertato di trovarmi nel luogo giusto, mi avvicinai a passi decisi al citofono e non appena intravidi il nome "Koyo" suonai. Non aspettai chissà quanto, infatti, neanche il tempo di sistemarmi meglio la sciarpa rossa che indossavo che sentii la porta emettere un rumore leggermente assordante. Segno che era stata aperta.
Senza perdere tempo entrai e dopo un paio di scalinate che sembravano infinite, finalmente arrivai davanti al suo appartamento.

Non provai neanche a suonare il campanello, perché con mia grande sorpresa trovai la porta già aperta e mia sorella appoggiata contro lo stipite di essa. Indossava un semplice maglioncino color crema e dei jeans attillati neri, che mettevano in risalto le sue lunghe gambe. I suoi capelli rossi, che avevano la stessa totalità' del tramonto, erano legati una semplice coda che cadeva morbida sulle sue spalle. Come al solito lei stava bene con tutto. 

<Guarda chi è arrivato, pensavo che ti fossi permesso> commentò Koyo per poi venirmi incontro e abbracciarmi. Anzi, a stritolarmi.

<Dillo all'autista che ha avuto la geniale idea di fare tutta la zone portuale di Yokohama> 

<Ottimo direi. Su vieni dentro che fa freddo> mi disse mentre rientravi dentro casa sua.

<Oh certo!> esclamai mentre mi facevo largo verso l'entrata del suo appartamento. Ma prima ancora di mettere piede dentro, mi tolsi le scarpe e appesi le mie cose nell'appendi abiti che c'era di fianco a me. L'unica cosa che decisi di tenere con me era una piccola scatolina, per essere precisi un regalo. 

<Wao è veramente spaziosa!> esclamai mentre guardavo con occhi spalancati la sua casa. Era poco più grande della mia e a livello di disposizione delle camere erano identiche. Forse c'era una stanza in più, cosa che io non avevo. Ma poco mi importava, tanto ci vivevo solo io e poi avevo dei futon che potevo utilizzare in caso qualcuno veniva a dormire da me. Per esempio Dazai. Ormai casa mia era diventata casa sua, ci mancava poco prima che lui si trasferisse da me e incominciassimo a convivere. Al solo pensiero di noi due, vivere sotto lo stesso tetto mi venne da ridere. Chi avrebbe ucciso per primo chi?

Iris//SkkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora