XXXIII

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TW: menzione di suicidio, bullismo e sangue.

Non so per quanto rimasi addormentato, ma era l'ultima delle mie preoccupazione. E non fu neanche la prima cosa che pensai non appena mi svegliai.
Questo perché la mia attenzione venne catturata sin da subito da Mori.

<Devo ammettere che sta volta ti sei svegliato molto prima. Sono stupito>  disse Mori passandomi un bicchiere d'acqua e una piccola pastiglia bianca con l'altra mano. Molto probabilmente era della tachipirina, che presi senza pensarci due volte insieme ad un goccio d'acqua.

<Che ore sono?> gli domandai mentre appoggiavo la schiena contro lo schienale del mio letto e sistemavo meglio i cuscini così da assumere una posizione molto più comodo rispetto a prima. Mi sentivo tutto intorpidito.
Se dovevo essere onesto, volevo già alzarmi e fare finta che non fosse successo nulla e andare avanti con la giornata, ma sicuramente Mori me lo avrebbe impedito così anche- 

<Chuuya dov'è?> gli chiesi prima ancora che potesse rispondere alla domanda di prima. Come potevo essermi dimenticato di lui?
Vidi sul volto di Mori le sue labbra tirarsi in un piccolo sorriso e poi fare cenno con la testa verso la porta. 

<E' in salotto che dorme, non è voluto tornare a casa ieri notte e poi non glielo avrei fatto fare a prescindere, dato che era mezzanotte> mi spiegò passando le mani sul tessuto dei suoi pantaloni, prima di alzarsi dalla sedia su cui sedeva. A passi lenti cominciò ad attraversare la stanza, arrivando davanti alla porta.  

<Comunque un'altra cosa Dazai> iniziò a dire prima ancora che uscisse dalla stanza. 

<Dimmi> 

<Chuuya ha visto, forse è arrivato il momento> aggiunse infine, tenendo il suo sguardo fisso sulla mano che stringeva la maniglia della porta.

<Ci penserò>

Mori semplicemente annuì alle mie parole e a distanza di qualche secondo mi ritrovai da solo in queste quattro mura. Da solo immerso in questo silenzio, riempito solo dal suono del mio respiro e dal flusso dei miei pensieri. Che non mi erano per nulla mancati.

Inconsciamente portai il mio sguardo sulle bende che fasciavano le mie braccia e sentii una stretta al cuore quando immaginai l'espressione che assunse Chuuya quando le vide. 

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Erano circa le undici di mattina, quasi mezzogiorno. 
In questo momento mi trovavo davanti al mio armadio intento a cercare qualcosa da indossare al posto del mio pigiama. Generalmente prima di fare ciò ero solito cambiare le mie bende, ma dato che Mori e Chuuya lo avevano già fatto beh, decisi di saltare questo step. 

Mentre stavo finendo di chiudere l'antina del mio armadio e di indossare le maglietta che decisi di indossare, sentii qualcuno bussare  alla porta e subito dopo entrare dentro la mia stanza. 

Non mi girai neanche a guardare chi fosse la persona in questione. Mori non poteva essere dato che era a lavoro, quindi andando per esclusione si trattava solo ed esclusivamente di Chuuya. 

Quando finii di coprire il mio busto con la mia maglietta, mi voltai. Incontrando così con lo sguardo di Chuuya che come al solito riusciva a lasciarmi con il fiato sospeso. Non c'erano parole per descrivere i suoi occhi. Erano così carichi di emozioni che mi sembrava possibile che potessero parlare. Per non parlare del loro colore. Mi ricordavano un cielo il giorno dopo di una tempesta.

Feci per salutarlo e chiedergli come stava, ma mi fermai quando notai il suo sguardo fermarsi sulle mie bende. Mi venne in automatico da tirare giù le maniche della mia maglietta.

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