XXV

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Dazai pov

<Dazai-kun come mai sei ancora a casa?> mi domandò il mio tutore non appena entrò in casa e mi vide sdraiato anzi, spiaccicato contro la superficie del divano. Ancora un po' e potevano diventare una cosa sola. 

<Oh ben tornato Mori> sbiascicai mentre cercavo di mettermi in una posizione che non fosse orizzontale. Alle fine ce la feci anche se molto svogliatamente. Quel giorno, così come quelli prima, mi mancava la forza di fare qualunque cosa che non fosse legata con la scuola e con i miei tentativi di fuga. 

<Grazie, comunque come mai sei a casa? Mica devi lavorare sta sera?> mi chiese una seconda volta. Con la coda dell'occhio lo vidi incamminarsi verso l'appendi abiti, sul quale appese il suo cappotto nero, la sua sciarpa e per poi appoggiare ai piedi dell'oggetto la sua borsa con tutti gli strumenti che gli servivano per visitare i suoi pazienti. 

<Mh dovevo, ma non avevo voglia> ammisi senza entrare nei dettagli. Nel frattempo mi alzai dal divano e mi diressi verso la cucina. Non toccavo cibo da questo pomeriggio e diciamo che avevo bisogno di mettere qualcosa nello stomaco. Anche se non è che avessi chissà quale voglia di mangiare, potevo anche accontentarmi di un semplicissimo biscotto e basta. 

Mentre mi avvicinavo ai fornelli per mettere su qualcosa, vidi Mori entrare a sua volta in cucina e con un cenno della mano mi fece segno di andare a sedermi e così feci. 

<Sicuro? Non è che c'entra per caso un certo ragazzo dai capelli rossi?> domandò Mori mentre cominciava a tirare fuori tutti gli ingredienti necessari e che gli sarebbero serviti per preparare le cena. 

<Perché dovrebbe c'entrare Chuuya?>  gli domandai a mia volta, appoggiandomi contro lo schienale della sedia e guardando Mori con gli occhi chiusi in due piccole fessure. 

<Dazai-kun non si risponde ad una domanda con un'altra domanda> 

<Tsk> dissi solamente. Vidi Mori trattenere una risata al mio comportamento e  scuotere di poco la testa. <Comunque non c'entra nulla lui> ammisi dopo qualche istante, ma a quanto pare non era bastato. 

<Sicuro? Perché non lo vedo qua da prima di Halloween, è successo qualcosa?> domandò non appena finii di parlare. Una cosa che odiavo di Mori era proprio questa. Lui poteva anche non sapere che cosa fosse successo nei dettagli tra due persone, ma in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a capire il motivo. Era una cosa che anche io avevo imparato a fare una volta che cominciai a vivere con lui, ma odiavo comunque questo suo comportamento. 

<Siamo semplicemente impegnati, tutto qui >

<Tu? Così occupato da non poter uscire? Sicuro di non aver preso la febbre?> chiese Mori per poi avvicinarsi e appoggiare la mano sulla mia fronte, imitando il gesto di una madre che controlla la temperatura di un figlio.
Senza pensarci due volte mi sottratti dal tocco e riservai al mio tutore una brutta occhiataccia.

<C'è sempre un prima volta> dissi guardandolo con sguardo duro. Vidi Mori sospirare e appoggiare le bacchette che aveva in mano sul piano cottura e dopo poco iniziò a parlare. 

<Dazai, non voglio tramutare questa nostra chiacchierata in una discussione. Ma voglio dirti che quello che stai facendo nei confronti di Chuuya è sbagliato> disse appoggiandosi con il fianco contro il bordo del tavolo.

<Non c'è bisogno che anche tu me lo  venga a dire, ci sono già Ango e Odasaku che lo fanno> sospirai passandomi una mano tra i capelli con fare leggermente irritato. 
Sapevo che era sbagliato. Sapevo che stavo facendo stare Chuuya in questa maniera. Lo sapevo. Me lo avevano fatto notare anche i miei amici non appena si erano resi conto del mio strano e improvviso distacco da Chuuya. Non c'era bisogno che anche lui me lo venisse a dire. Dirmelo non avrebbe cambiato nulla. 
Ed era meglio così. Non meritavo che lui mi stesse accanto. Non lo meritavo. Anche perché non appena sarebbe venuto a sapere di me, della vera natura ed identità di Osamu Dazai mi avrebbe lasciato in dietro. 

Da una parte però non volevo che accadesse. Lo volevo vicino, volevo poterlo toccare ed esprimere ogni mia sensazione che provavo per lui. Volevo, ma non potevo. Oppure ero semplicemente io quello che si stava creando tutti questi problemi inesistenti, molto probabile. Ma detto sinceramente, preferivo perderlo per colpa mia piuttosto che vederlo piano piano scivolare via da me non appena avrebbe incominciato a conoscermi meglio. 

<Se lo sai che è sbagliato perché non la smetti? Dazai puoi prendere in giro chi vuoi, ma si vede che anche tu ci stai male>

<Perché è meglio così. Non merito di avere qualcuno come Chuuya al mio fianco, non lo merito> dissi stringendo il tessuto dei pantaloni tra le mie mani. Sentii una sensazione di rabbia mista a tristezza prendere il sopravvento sul mio corpo, ma dovevo controllarla. Non potevo lasciare alla mie emozioni la possibilità di controllarmi.

<Perché non dovresti meritarlo? Tutti Dazai meritano di essere amati. Tutti e tu->

<No! Mori tu non capisci un cazzo. Non sai un cazzo e anche se sapessi non me ne potrebbe fregare di meno. Ma io non merito di essere amato. Io non merito nulla in questo mondo di merda. Niente> sputai freddo per poi sbattere le mani contro la superficie del tavolo.

<Non puoi vivere nel passato, Dazai. Devi lasciare andare quei ricordi->

<Lo so, non c è bisogno che tu me lo venga a dire. Se ti interessa ci sto provando, da ben sei fottuti anni!> gli urlai contro per poi allontanarmi e camminare in direzione della mia camera. Ma neanche il tempo di fare qualche passo che Mori parlò un'altra volta. Se voleva farmi incazzare ci stava riuscendo. 

<Ne sono più consapevole degli sforzi che hai fatto e te ne devo dare atto. Però Dazai devi capire che c'è una grande differenza tra provare e impegnarsi>

<Mori ti conviene fermarti>

<Va bene, ma sappi solo che stai scappando dalla realtà facendo così> 

<Mori, buona notte> e senza aggiungere altro me ne andai in camera mia. Non appena mi ritrovai davanti alla sua porta l'aprii e non controllai nemmeno di averla chiusa, dato che la sentii dopo poco sbattere da dietro le mie spalle.

A passi pesanti mi avvicinai al mio letto e nel mentre cominciai ad allentare la cravatta che indossavo. Stava incominciando a starmi troppo stretta, era come se mi stesse facendo soffocare.
Una volta che sbottonai i primi due bottoni della mia camicia mi buttati a peso morto sul materasso e il mio sguardo cadde direttamente sul soffitto della mia stanza e pensieri su pensieri cominciarono a viaggiare a non stop nella mia mente. 

Sapevo che quello che Mori aveva detto era più che coretto. Anzi, era la pura e mara verità.
Ma non riuscivo ad accettarla. Non riuscivo ad accettare il fatto che io potessi essere amato o sperimentare cose di questo genere. 
Non ero neanche in grado di esprimere le mie emozioni, quindi come diamine pensava che io potessi amare qualcuno? O potessi essere semplicemente amato?
Quello che provavo non era altro che lo specchio di quello che gli altri provavano. Era questo. Nient'altro. E sicuramente Chuuya non era un eccezione a questo, o lo sarebbe stato. Non era fatto per provare quello che il resto degli altri umani erano capaci di fare. 

Nonostante ciò però ci avevo provato. Avevo provato ad aprire il mio cuore, ma alla fine era stata una cazzata. Una cazzata che però avrei rifatto più e più volte se avessi avuto la possibilità. 

Angolo Autrice

Heii! Eccomi qua con un nuovo capitolo. Prima di tutto volevo ringraziarvi per le 500 visual e anche per i 100 voti, non potete immaginare quanto per me significhino. Grazie, grazie mille <3 

Riguardo al capitolo se devo essere onesta è stato un po' difficile da scrivere. Mi sembrava mentre lo scrivevo e anche adesso, come se fossi uscita dal personaggio di Dazai. Ma spero che comunque vi sia piaciuto nonostante ciò. 
Ah piccola notizia, mancano circa 10 capitoli alla fine di questa storia :(

Detto ciò alla prossima, bye byee

Iris//SkkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora