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Era domenica mattina. In casa regnava il silenzio. L'unica cosa che mi facevano compagnia erano le gocce di pioggia che si scontravano contro il vetro delle finestre. Creando una melodia piacevole da sentire e avere come di sottofondo.

Non avevo niente da fare. Nessuna voglia di fare nulla.
Niente.
Mi sentivo vuoto.
Prosciugato da ogni tipo di energia.

Ero letteralmente stravaccato sul mio divano. La testa appoggiava su uno dei braccioli. Le gambe occupavano tutti i posti a sedere e le braccia cadevano lungo il bordo del divano.
Nel mentre la tv andava e immagine varie di un film che mi ero messo per farmi compagnia, andavano avanti. Non ricordavo nemmeno che film avessi scelto e che cosa stesse accadendo.

<Ogni volta è la stessa storia> mi dissi ridacchiando alla mia stessa incoerenza.

Forse vi starete chiedendo in cosa consiste. Beh, molto semplice.
Fin al giorno prima mi lamentavo del lavoro, di quanto fossi occupato e di quanto volessi avere un giorno libero e in quel momento, quando finalmente lo avevo, mi stavo letteralmente lamentando.

I miei pensieri vennero interrotti quando sentii il mio telefono vibrare. Lo ignorai, non avevo nessuna voglia di parlare con qualcuno.
Purtroppo questo mio desiderio venne ignorato, perché dopo poco sentii il citofono suonare e qualcuno bussare alla mia porta.
Cercai anche lì di ignorare e di fare finta di non essere in casa, ma a quanto pare non avrebbe funzionato.
La fortuna era sempre dalla mia parte eh?

<Arrivo!> urlai, alzandomi abbastanza scocciato dal mio divano. In poche falcate raggiunsi la porta e senza neanche guardare dallo spioncello, l'aprii.

<Chuuya ma buon giorno!> mi salutò Yosano, abbracciandomi velocemente e per poi entrare dentro casa, come se fosse la sua.

"Non cambierà mai" pensai chiudendo nel mentre la porta.

<Ciao Yosano. Come mai sei qui?>

<Come una brava amica fa, sono venuta a vedere come stavi> mi spiegò rivolgendomi un piccolo sorriso.

<Hai già mangiato?> le chiesi mentre andavo in cucina. Yosano sembrò rifletterci per qualche secondo per poi rispondere con:

<Non ancora, pensavo di pranzare con te>

<Sei fortunata che allora io non abbia ancora mangiato, sennò stavi a digiuno Hahaah>

<Simpatico. Comunque, che prepari?>

Mentre accendevo i fornelli le spiegai che avrei preparato un piatto molto semplice. Una frittata con zucchine e qualche fetta di pane leggermente tosta.
Non avevo molta voglia di stare in cucina a farmi in quattro quando non avevo ancora un po' la forza di fare dei semplici noodles per me.

Yosano annuí semplicemente.

Cominciai quindi a tirare fuori dal frigo gli ingredienti necessari, a partire dalle uove per poi arrivare alle fette di pane.
Mentre aspettavo che il padellino si riscaldasse, presi le uova e cominciai a sbatterle dentro una tazzina e aggiungere di tanto in tanto del sale e anche del pepe.

Dopo una decina di minuti finii di cucinare e mentre preparavo i piatti per me e Yosano, lei gentilmente apparecchiò la tavola.

<Ora si può mangiare! Buon appetito!> e una volta che Yosano disse ciò, entrambi cominciammo a mangiare.

<Dio Chuuya è buonissimo!> esclamò ad occhi spalancati.

<Grazie, anche se non è niente di che... >

<No no! Davvero! È buonissimo, la tua cucina non si smentisce mai. Da chi è che hai imparato?>

<Da solo. Mica potevo vivere da solo e non sapere cucinare> spiegai spezzando con la punta delle bacchette un pezzo di frittata.

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