XVI

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Non era passato molto tempo da quando Dazai ed io eravamo entrati dentro questo negozio che lui solo conosceva. Si trattava di un accogliente barettino molto semplice e che ti permetteva di sentirti come se tu fossi a casa tua. Il tutto non partiva solo dal mobiliare, che era molto semplice ma allo stesso tempo unico nel suo modo, ma anche dal proprietario stesso. 
Infatti, non appena io e il moro eravamo entrati ci aveva salutati con un caloroso sorriso e rivolse qualche parole con Dazai. Gli chiese come stava e come andava a scuola. 
Era la prima volta che incontravo un proprietario così simpatico, la maggior parte di quelli che conoscevo era totalmente l'opposto di quel signore. Tutti scorbutici e dei palloni gonfiati. 
Altrettanto bella era la musica che faceva da sottofondo. 

In conclusione questo locale era molto bello e dovevo proprio ringraziare Dazai per avermici portato. 

<E' di tuo gradimento?> mi domandò Dazai con tono scherzoso, nel mentre prese un sorso del caffè nero che ordinò non appena andammo a sederci.
Prima di rispondere presi in mano un fazzoletto e mi pulii la bocca. 

<Molto, è la prima volta che mangio una torta al cioccolato così buona in tutta la mia vita. Inoltre, il cappuccino è buonissimo> 

<Ne son felice> disse semplicemente Dazai per poi prendere un morso del biscotto che aveva ordinato insieme al suo caffè. Vidi le sue labbra sporche di zucchero a velo incurvarsi in un debole e dolce sorriso.
Era la prima volta che vedevo Dazai sorridere così e per qualche strano motivo mi venne come in automatico spostare la mia attenzione sul contenuto della mia tazza che diminuiva molto lentamente.  

Per un paio di minuti, che mi sembrarono interminabili, nessuno di noi due aprì bocca. Questo fino a quanto Dazai non mi pose una domanda che per poco non mi fece strozzare con il mio cappuccino. 

"Io lo sapevo che quella domanda mi avrebbe portato solo guai" pensai tenendo in considerazione l'opzione di tirare una craniata contro il tavolo. 

<Comunque Chuuya sai, la domanda che mi hai fatto prima mi ha lasciato un po' sorpreso. Come mai me l'hai fatta?> mi chiese mettendo su quella che sembrava essere la sua espressione più confusa. Sotto sapevo che si stava trattenendo dal ridere.

<Mh...Perché sembravi- Sì, voglio dire Ahhh! Dazai davvero!? Ti interessa tanto saperlo?> gli domandai prendendomi la testa tra le mani, rivolgendogli uno sguardo di pietà. Lui d'altro canto, non sembrava molto propenso a lasciare perdere la questione. Giurai nella mia testa che non appena saremmo usciti da qui lo avrei preso a sberle. Ora non potevo, c'era dentro il signore e non mi pareva giusto farlo qui. 

<No no mio caro Chuuya. Se non mi dai una spiegazione come si deve potrei pensare che tu sia interessato  a me> ironizzò su Dazai e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. 
Alle sue parole sentii le mie guance andare a fuoco. La tentazione di tirare una testa contro il tavolo era alta. 

<E anche se fosse?> gli domandai a mia volta ironicamente, cercando però di sembrare il più serio possibile. 

Dazai alle mie parole sembrò bloccarsi momentaneamente e il cucchiaio che teneva cadde per terra. Vidi Dazai abbassarsi per andare a prenderlo, ma lo fermai e lo feci al suo posto. 
Ma ciò che non vidi fu il rossore che per qualche istante occupò le goti di Dazai. 

Quando appoggiai il cucchiaio di Dazai sul tavolo, ritornò con la sua solita espressione da strafottente. La solita che amava utilizzare per prendermi in giro o stuzzicarmi ogniqualvolta ne avesse l opportunità. 

<Chuuya ti stai per caso dichiarando?> mi domandò Dazai portandosi la mano davanti alla bocca. 

<M-ma ti pare!? Tu piacermi? Mai!>

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