XIII

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 <Bene Chuuya, ti andrebbe di dirmi che succede?>

Chuuya mi rivolse uno sguardo annoiato, per poi sbuffare.

<Dazai per favore puoi andare a casa tua?> mi chiese schiacciandosi ancora di più contro la parete della vasca e scivolando lentamente contro di essa. I suoi occhi azzurri divennero ancora più spenti di prima e quella grinta che spesso lo accompagnava e che era solito avere, non c'era. Sembrava come se si fosse abbandonato a se stesso.

<No> gli risposi raddrizzandomi con la schiena e non potei non notare lo sguardo accigliato e infastidito che il rosso mi riservò. 

<Guarda che sono serio, vattene> insistette e stessa cosa feci io. 

<Anche io se ti interessa, prima che me ne vada voglio capire che cosa hai> 

<E perché dovrebbe interessarti? Non sai un beneamato cazzo di me o della mia vita. Dazai se vuoi prendermi in giro va bene, ma non ora.> ringhiò a denti stretti.

Cercai di sembrare il più tranquillo possibile e di non farmi influenzare troppo dal suo umore. L'ultima cosa che doveva accadere era una litigata e sicuramente non avrebbe aiutato, anzi. Avrebbe fatto totalmente l'opposto. 

<Chuuya non ti sto prendendo in giro, sono qui perché voglio aiutarti. Non per prenderti in giro> ammisi e il rosso ride a ciò che dissi. Una risata amara.

<Certo, a Dazai Osamu sicuramente interesserà qualcosa di me! Senti, vai via prima che ti butta fuori di qui io stesso> disse alzando di poco la voce. Vidi le sue mani stringersi in due pugni stretti e il suo sguardo diventare più scuro.
Era questo il suo gioco? Va bene. Se era questo quello che voleva, benissimo. 

<Sai quanto me ne frega in questo momento di quello che vuoi farmi se non me ne vado? Un cazzo. Chuuya, ora ascoltami> iniziai a dire con un tono di voce molto più freddo rispetto a prima e anche distaccato. < Non mi interessa neanche un po' se questa mia preoccupazione nei tuoi confronti possa sembrarti una presa in giro. È il meno. Ma quanto ti dico che è meglio parlare piuttosto che tenere le cose dentro devi credermi. Lo so, molto meglio di quel che credi> continuai avvicinandomi di poco a lui. Chuuya sembrò rifletterci su per qualche istante e di tanto in tanto il suo sguardo si posava su di me, per poi spostarsi nuovamente sulle sue mani. 

<...Va bene> disse dopo poco. Annuii semplicemente alla sue parole e dovetti aspettare ancora un po' prima che lui parlasse di nuovo. 

<Ho sognato mia madre> iniziò a dire Chuuya a bassa voce. <Ho sognato il momento della sua morte e dio, quanto mi pento di non essere arrivato prima. Quanto odio me stesso per questo e...> i suoi occhi man mano che andava avanti a parlare cominciarono a riempirsi di lacrime, che dopo poco, senza neanche rendersene conto, cominciarono a percorrergli le sue guance. 
Mi venne in automatico di asciugargliele, ma mi dovetti trattenere dal farlo. 

<Odio me stesso per non essere arrivato in tempo. E' colpa mia se è morta, solo ed unicamente mia se è morta. Sapevo che c'era qualcosa che non andava e... Cazzo, in quel sogno riuscivo ancora a sentire il suo sangue caldo sulle mie mani!> esclamò guardandosi le sue mani e per poi portarle sul suo viso. Coprendosi così i suoi occhi. 

A quelle parole sentii però una strana sensazione farsi spazio nel mio petto. Che cosa intendeva dire?

<Chuuya-> non feci in tempo neanche a porgli la domanda che lui, proprio come se mi avesse letto nel pensiero, mi rispose. 

<Si è suicidata e io l'ho trovata nel suo bagno. Da sola. Ricoperta del suo sangue, seduta proprio come lo siamo io e te> a queste parole mi sentii raggelare sul posto. 
Ricordi su ricordi cominciarono a riaffiorare, ma prima che questi potessero occupare la mia mente e farmi dimenticare il motivo per cui io mi trovavo lì, li ricacciai in un angolo della mia mente. Non era il momento. 

Iris//SkkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora