XXVIII

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<No Chuuya. Quello che intendo è che io ho paura, è questo il motivo> ammise tenendo il suo sguardo fisso nei miei occhi. 

Ancora una volta Dazai era riuscito a stupirmi.  

<No scusa, in che senso paura?> gli domandai non appena finii di parlare. Ero leggermente confuso. Non tanto perché era impaurito, era anche più che normale che lui provasse una sentimento del genere. Alla fine era umano anche lui. Quello che non riuscivo a capire era il motivo. Esattamente che cosa era successo tra noi o meglio, a lui per fargli pensare questo?

<Che altro vuoi possa significare Chuuya?> 

<Scemo so che significa, ma voglio dire, perché dovresti aver paura? Di cosa esattamente> gli domandai incredulo. Non me ne facevo nulla di quella sua risposta. Tutti potevamo avere paura, ma se non mi diceva  il motivo come facevo a capirlo? Ad aiutarlo? Mi serviva che lui ampliasse la sua risposta. Volevo sapere che cosa aveva lui da dire a riguardo. Anche perché non ero lui e quindi mi era un po' difficile capire effettivamente che cosa intendesse. Potevo ipotizzare. Ma delle semplici ipotesi non avevano nulla a che vedere con la verità di cui lui solo era a conoscenza. 

<Perché ti perderò, soprattutto dopo quello che è successo ad Halloween> disse leggermente nervoso. Grattando nel mentre il palmo della sua mano, che da lì a poco assunse un colore moto più accesso del solito. Feci per avvicinarmi, ma mi fermai quando vidi Dazai fare a sua volta un passo indietro. 

<E perché dovresti perdermi? Non abbiamo fatto nulla di male. Era una cosa voluta da entrambi alla fine. Quindi non capisco dove stia il problema> spiegai con tutta l'onestà che potevo utilizzare al momento. Il moro però non sembrava credere e tanto meno condividere le mie parole. Infatti, scosse la testa. Negando tutto quello che un sitante fa gli dissi. 

<Non è così, non è quello che è successo. Era dettato dal momento, da me che ti avevo fatto quelle domande. Da me e basta> 

<Scusa?> gli chiesi trattenendo una risata nervosa. Dentro di me sperai con tutto il mio cuore che stesse scherzando. Perché se non fosse stato così molto probabilmente uno schiaffo non glielo avrebbe negato nessuno. <Non capisco che cosa tu voglia dire> aggiunsi infine. 

<Non pretendo che tu capisca il mio motivo, ma ti spiegherò in breve quello che penso. Tutto ciò è successo per caso. Perché ho proiettato il mio volere su di te. Tu hai semplicemente assecondato me stesso, solo questo> 

<Ma mi stai prendendo per il culo? Quindi quello che provo per te e che ho provato quella sera non era reale?> chiesi scioccato non appena finì di parlare. Il moro semplicemente annuì e una strana sensazione si fece strada dentro il mio petto. Era qualcosa di simile a della rabbia mista a delusione. <Quindi hai pensato bene che allontanarsi sarebbe stato più che corretto, perché ovviamente io non volevo nulla di tutto ciò. Non volevo baciarti. Giusto?> gli chiesi incredulo.

<Sì, ma non solo per questo->

<C'è pure dell'altro?> 

<-ma perché non ti merito. Tu sei qualcosa che non riuscirò mai a meritare. Siamo troppo diversi> disse distogliendo il suo sguardo dal mio. Non mi meritava? Da quando una persona si meritava? Da quando? 

<Dazai, non capisco. Non capisco->

<Chuuya non c'è bisogno che tu capisca effettivamente i miei motivi. E poi non saresti in grado di farlo> 

<Cosa?> chiesi sbattendo gli occhi. Voleva per caso fare a botte?

<Non saresti in grado di capirmi Chuuya. Quindi non c'è bisogno che tu sprechi le tue energie per una persona come me. E' inutile. Faresti meglio a rinunciare e basta> , 

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