XXVII

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Molto probabilmente a causa di quello che stavo andando a fare, molti di voi potrebbero definirmi come un  testardo. Oppure come un  un ostinato. Ma se questo significava ottenere delle fottute motivazioni, informazioni andava più che bene. Forse non era uno dei metodi migliori. Ma se dovevo mettere in confronto questo con legare una persona ad una sedia e obbligarla a svuotare il sacco. Di sicuro la mia "tortura" era centomila volte meglio. Quindi tanto di capello a me. 

<O la va, o la spacca. Il peggio che può succedere è che noi due non ci parliamo più> mi dissi mentre suonavo al campanello con sopra scritto il nome della persona che si occupava di Dazai.
Dentro di me sperai che non accadesse la seconda. Perché per quanto fossi determinato a capire che cosa diamine stesse facendo il moro con me e che cosa diamine stesse passando dentro la sua testa, non ero pronto a perderlo. Chi lo sarebbe stato? Chi sarebbe stato pronto a perdere la persona che lo faceva stare bene e che gli era stato vicino anche quando non era nelle migliori condizioni? 

Vedendo che nessuno mi era ancora ad aprire decisi di suonare una seconda volta, ma neanche il tempo di farlo che in quell'esatto momento la porta venne aperta. Da dietro di essa apparve la figura di Mori, che altro non era che il tutore legale di Dazai. Il moro non era mai andato nei dettagli riguardo a come fosse finito sotto la sua custodia, ma poco mi importava. L'importante è che lui stesse bene insieme a lui e da quel che ero riuscito a capire sembrava che andassero d'accordo. 

<Oh Chuuya-kun, non sapevo che tu dovessi venire qua. Dazai non mi ha detto nulla> disse non appena mi riconobbe.

<No no, sono venuto qua per vedere come sta. Niente di che, Dazai è in casa?> chiesi allacciando le mie mani dietro la mia schiena. 
Vidi Mori guardarmi come se stesse cercando qualcosa e sotto il sguardo mi sentii leggermente in soggezione, ma cercai di non darlo a vedere. Ecco da chi aveva imparato Dazai.
A distanza di qualche secondo Mori mi domandò se voleva che lo chiamasse, ma gli dissi di no e che lo avrei raggiunto io.

<Mh va bene, in caso dovessi avere bisogno di qualcosa io sono nel mio studio che è vicino alla salotto> disse squadrandomi dalla testa ai piedi. Sapeva che io ero venuto per un altro motivo, ma non disse nulla. L'unica cosa che fece fu quella di sorridere debolmente e di guardarmi proprio come se fossi una cavia da laboratorio. 

<Okay e grazie mille> e senza aggiungere altro cominciai a salire le scale che portavano su nella camera di Dazai. Non mi ci volle molto a raggiungerla, ma il coraggio di bussare e poi entrare sì. Sicuramente. Ma ora non potevo tirarmi indietro. Sarei stato solo un codardo e un buffone a farlo. E questi non erano aggettivi che si addicevano alla mia persona. Potevo essere di tutto, ma non un codardo. 

Prima di alzare la mia mano chiusa in un pugno e di bussare tre volta sulla superficie in legno della porta, presi un profondo respiro per calmarmi un attimo. 

<Avanti!> esclamò Dazai da dentro la stanza a distanza di qualche secondo.
Non appena aprii la porta trovai il moro sdraiato sul suo letto, con la pancia contro il materasso e il viso schiacciato contro il suo cuscino. 

<Che cosa c'è Mori? Hai bisogno di qualcosa?> domandò mentre chiudevo la porta dietro le mie spalle. La sua voce uscì leggermente ovattata, ma abbastanza forte da essere udita. 
In tutto ciò Dazai era ancora sdraiato nella stessa posizione di prima. 

<A dire il vero sì, dobbiamo parlare> risposi tirando fuori il coraggio che avevo bisogno in quel momento. Al suono della mia voce vidi il moro alzare il suo viso in uno scatto, rivolgendomi uno sguardo del tutto scioccato. 

<Cosa diamine ci fai tu qui?!> mi chiese quasi urlando. Alla sua domanda sbuffai e alzai gli occhi al cielo. Impossibile che fosse sorpreso della mia visita. Impossibile e poco credibile. 

Iris//SkkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora