XXXVI

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Il giorno del ballo era finalmente arrivato e non riuscivo a crederci. Non riuscivo a credere che per la prima volta avrei preso parte ad un evento del genere. Gli anni scorsi semplicemente lo saltavo, oppure ci andavo ma me ne stavo per i fatti miei.
Questa volta invece ci sarei andato e avrei festeggiato nel vero senso della parola, ma a modo mio e in compagnia di qualcuno che non fosse un semplice amico. Ci sarei andato con il mio ragazzo e nonostante stessimo insieme da poco più di un mese, mi era ancora difficile credervi.

"Ma dov'è finito?" pensai mentre controllavo per le decima volta l'orario sul telefono. Era passati più di dieci minuti e di Dazai non vi era ancora traccia. Non mi aveva neanche scritto per avvisarmi che fosse in ritardo. Provai anche a chiamarlo, ma la chiamata passava direttamente in segreteria quindi nulla. Non era reperibile.
Leggermente irritato mi schiacciai contro il muro della palestra e misi le mie mani dentro la tasca dei mie pantaloni, dove trovai il regalo che avevo intenzione di dare a Dazai. Lo avevo visto una volta mentre tornavamo dal molo e la prima cosa che pensai fu quella di regalarglielo. Gli sarebbe stato molto bene. Ne ero convinto.

<Eccoti qua Chuchu> mi saluto' una certa figura davanti a me.

<Ben arrivato, ti sei per caso perso?> gli chiesi mentre mi mettevo dritto con la schiena. Il moro alla mia domanda scosse la testa.

<No, sono semplicemente uscito in ritardo. Tutto qui>

<Non provi neanche a negarlo, assurdo>

<Comunque sei bellissimo sta sera, come al solito d'altronde> mi disse per poi darmi un bacio ai lati della bocca, non appena si trovo' a un palmo di mano dal mio viso. Al complimento sentii il mio cuore perdere un battito e un ondata di calore pervadermi tutto il corpo.
Quella sera decisi di indossare una semplice camicia bianca con i primi bottoni slacciati che lasciavano in mostra tutta la zona del collo. Sopra di essa un giacchetto nero, dello stesso colore dei miei pantaloni che erano leggermente più larghi di quel che mi aspettavo. Al collo portavo come unico accessorio una collana in pelle nere aderente e i miei capelli li avevo legati in una coda bassa, lasciando fuori alcune ciocche. Niente di chissà quanto complicato o di appariscente, ma che mi metteva comunque in risalto nella sua semplicita'.

<Oh grazie, anche tu. Anche tu sei molto bello> ammisi senza distogliere il mio sguardo dalla sua figura per neanche un secondo.
Era bellissimo, come poteva qualcuno essere bello come lui? Era legale come cosa?

Indossava anche lui una semplice camicia bianca con un sopra un gilet nero. Il tutto era coperto con un cappotto nero e dei pantaloni del medesimo colore che cadevano morbidi sulle sue lunghe gambe. E ovviamente non potevano mancare le sue bende, che davano come sempre il loro tocco. I capelli erano sbarazzini come al solito, ma in qualche modo molto più ordinati. Erano nella loro lunghezza perfetta. Mettevano poi in questa maniera in risalto i suoi occhi castani. <Però penso che ti manchi qualcosa> aggiunsi dopo un po' e alle mie parole vidi Dazai guardarmi leggermente confuso. Senza pensarci due volte estrassi la scatolina che tenevo dentro la mia tasca, da cui presi poi il regalo.

<Chuuya non dovevi> disse mentre guardava con un sorriso stampato in faccia il ciondolo azzurro/turchese che legava le due strisce di cuoio. Scossi le testa e mentre gli dicevo che non doveva preoccuparsi, glielo misi intorno al collo e gli stava molto meglio di quel che mi aspettavo. Avevo fatto bene a comprarglielo.

<E' il minimo, ora che ne dici di entrare?> gli chiese per poi incominciare a incamminarmi verso l'entrata dell'aula magna.

<Va benissimo> esclamò per poi mettersi al mio fianco.

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Non era passato chissà quanto da quando il ballo era iniziato. Forse poco più di un ora e mancava ancora un po' di tempo prima che finisse e io al momento stavo morendo di caldo. Avevano aperto delle porte finestre per far passare dell'aria, ma non era servito a nulla. Si continuava ad avere caldo, soprattutto se ti trovavi in mezzo alla pista da ballo oppure agli angoli della stanza, dove non riusciva ad arrivare neanche un briciolo di aria. Come il sottoscritto.

Iris//SkkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora