SCRW - Relazioni

8. RILEY

- Io... Io –

Mi esce un sussurro. Ho la gola dannatamente secca. Il cuore pulsa così velocemente che penso sia risalito fino in gola.

Cazzo...

Ecco perché non volevo rimanere da sola con lei. Questa piccola strega rossa, riesce sempre a toccare i miei punti deboli, a uno a uno. È troppo vicina, il suo odore mi riempie le narici e mi sta confondendo le idee. Riesco a percepire il calore che emana il suo corpo. È sempre bollente, fa accaldare anche me.

- Io credo che... -

Per un momento, riesco a intravedere di nuovo la luce della speranza accendersi nei suoi occhi.

Non voglio deluderla, non voglio darle un altro dispiacere.

- ...Credo sia meglio che vada. –

Mi alzo dal letto, aumentando di colpo la distanza fra noi.

Faccio per afferrare lo zaino, ma quando mi volto per uscire lei mi blocca tra il suo corpo e la porta, senza via di fuga. Piazza una mano proprio al lato della mia testa. Ha perso la vena vulnerabile nel suo sguardo. Ora ci vedo solo una ferrea determinazione. Ha messo la corazza. Da quando la conosco non glielo avevo mai visto fare, e sono sicura di essere io la causa di questa novità.

- No. –

Non dico nulla, sono paralizzata.

- Non ti permetterò di fuggire di nuovo. Non puoi scappare ogni volta che le cose si fanno troppo difficili, ogni volta che qualcuno ti mette davanti alle tue emozioni. Per una volta nella tua vita ammetti quello che provi. Smettiamola di prenderci in giro. –

- I-io n-non so proprio di cosa parli. –

Faccio di tutto per nascondere il tremore nella mia voce, ma non ci riesco. La sua energia è così intensa da destabilizzarmi. Anche lei sta tremando, non so se sia per rabbia o qualcos'altro. Devo ammettere che per la prima volta, non solo mi sento veramente piccola vicino a lei, ma la sua serietà mi intimidisce. In effetti la differenza d'altezza fra noi è evidente, ma per qualche ragione non ci avevo mai fatto veramente caso fino a questo momento.

- Mi credi davvero così stupida? –

Parlo con difficoltà.

- No, non lo credo... Io... Non so più in cosa credere. –

Il suo sguardo si perde, mi osserva in un modo in cui non credo mi abbia mai guardato nessuno in vita mia. Mi fa sentire come se fossi tutto quello di cui ha bisogno.

- Sai cosa credo io? Credo che tu sapessi esattamente cosa stavi facendo. Il tuo obiettivo ero proprio quello di arrivare a questo punto... –

Socchiude gli occhi. Solleva una mano e mi scosta una ciocca sfuggita davanti al viso, portandola dietro l'orecchio. Mi sfiora con venerazione, come se il contatto con la mia pelle potesse ucciderla.

- Credo anche di non poter resistere un altro secondo standoti vicina senza poterti toccare... -

Il tocco delle sue dita che mi sfiorano la guancia già arrossata, mi incendia la pelle. Sono così stanca di lottare. Perdere il controllo in questo momento sembra la cosa migliore che potesse capitarmi.

Al diavolo...

Le afferro il viso con entrambe le mani, attirandola a me.

Destabilizzo il suo gioco, non posso lasciarla sempre condurre del resto. Siamo due teste dure noi, è difficile che una si pieghi spontaneamente all'altra.